MOBILITà SOSTENIBILE

Gianpiero Strisciuglio, AD Trenitalia: “Ecco perché l’innovazione tecnologica ha un ruolo chiave per il Gruppo”



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Convogli di nuova generazione, treni ibridi in grado di operare su linee elettrificate e non, miglioramento di digitalizzazione e connettività, mobilità inclusiva: l’AD di Trenitalia Gianpiero Strisciuglio spiega perché l’innovazione tecnologica è al centro delle strategie del Gruppo

Pubblicato il 13 nov 2025



Gianpiero Strisciuglio Amministratore Delegato Trenitalia
Gianpiero Strisciuglio Amministratore Delegato Trenitalia

L’innovazione tecnologica ricopre un ruolo chiave nelle strategie di Trenitalia: convogli di nuova generazione, treni ibridi in grado di operare su linee elettrificate e non, miglioramento della digitalizzazione e della connettività a bordo sono elementi sui quali sta lavorando il Gruppo. Lo ha spiegato l’amministratore delegato di Trenitalia Gianpiero Strisciuglio intervenendo alla terza giornata del Made in Italy Summit 2025 (30 ottobre 2025). Più in generale Striciuglio ha illustrato i più recenti sviluppi nel trasporto ferroviario, delineando una visione che mette al centro l’efficienza del sistema, la qualità del servizio e l’espansione internazionale.

Vediamo i dettagli del suo intervento.

L’Italia come modello di mobilità sostenibile

La discussione ha posto al centro un tema strategico: come la mobilità in Italia possa diventare un modello di riferimento per la transizione ecologica e la connettività europea. Strisciuglio ha ricordato che la rete ferroviaria nazionale è parte di un sistema in trasformazione, che punta a coniugare velocità, comfort e sostenibilità ambientale.

La crescita dei collegamenti internazionali, dal Milano–Parigi al Milano–Monaco previsto per il 2027, rientra in una visione di cooperazione transfrontaliera che valorizza la competenza industriale italiana nel settore ferroviario. Questi progetti non rappresentano solo l’espansione di un brand, ma l’affermazione di un modello operativo fondato sulla collaborazione con altri operatori europei e sull’armonizzazione tecnica e gestionale delle reti.

Secondo Strisciuglio, l’obiettivo è costruire un sistema che renda il treno «un’alternativa concreta e sostenibile al trasporto aereo» sulle tratte continentali, contribuendo a ridurre le emissioni e a migliorare la qualità della mobilità collettiva.

L’importanza di investire in infrastrutture e qualità del servizio

Uno dei punti più rilevanti emersi nel confronto è la necessità di un approccio integrato tra operatori, istituzioni e territorio. La mobilità in Italia è oggi chiamata a rispondere a una doppia sfida: mantenere elevata la qualità del servizio e, al tempo stesso, accelerare gli investimenti infrastrutturali.

Strisciuglio ha evidenziato come la puntualità e l’affidabilità restino «obiettivi prioritari», raggiungibili solo attraverso un costante lavoro di aggiornamento della rete e una gestione efficiente del traffico ferroviario. Il riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è centrale: le opere in corso – come l’ammodernamento del collegamento Bari–Napoli – avranno un impatto diretto sui tempi di percorrenza e sull’integrazione tra Nord e Sud del Paese.

Queste iniziative delineano un modello infrastrutturale che va oltre la singola impresa, definendo standard di servizio condivisi da cui l’intero settore dei trasporti può trarre spunto. Ridurre i tempi di viaggio, aumentare la capacità della rete e migliorare l’accessibilità del sistema ferroviario sono obiettivi che richiedono un impegno coordinato di lungo periodo.

Innovazione e rinnovo tecnologico

Nel percorso di modernizzazione della mobilità in Italia, un ruolo chiave è ricoperto dall’innovazione tecnologica. Strisciuglio ha illustrato il programma di rinnovo della flotta ferroviaria, che interessa sia i servizi ad Alta Velocità sia quelli regionali. Entro il 2027 oltre l’80% dei treni regionali sarà composto da convogli di nuova generazione, con un’età media inferiore ai 10 anni, contro i 20 della media europea.

L’introduzione di treni ibridi, in grado di operare su linee elettrificate e non, rappresenta un’evoluzione significativa in termini di efficienza energetica e riduzione dei consumi.

La digitalizzazione e la connettività a bordo, elementi che oggi influenzano l’esperienza di viaggio tanto quanto la velocità, sono parte di una più ampia trasformazione culturale del trasporto pubblico, che punta a un’interazione più diretta tra passeggero e sistema di servizi. L’attenzione al comfort e all’accessibilità risponde infatti a una visione di mobilità inclusiva, capace di coinvolgere fasce sempre più ampie di utenti.

Il ruolo della rete europea nella competitività italiana

Il dibattito al Summit ha evidenziato come la mobilità in Italia sia oggi interdipendente dalle strategie infrastrutturali europee. La costruzione di una “metropolitana ferroviaria continentale”, evocata da Strisciuglio, riflette una prospettiva in cui le reti nazionali diventano componenti di un sistema integrato di collegamenti.

Il nuovo asse Milano–Monaco–Berlino e la futura Parigi–Londra del 2029 rappresentano non solo progetti di espansione, ma occasioni di cooperazione industriale e tecnologica tra Paesi. Queste partnership possono servire da riferimento per altri operatori europei nel definire modelli di interoperabilità e standard condivisi, elementi essenziali per lo sviluppo di un mercato unico della mobilità.

Parallelamente, il rafforzamento dei collegamenti interni – in particolare verso il Sud – contribuisce a rendere il sistema più equilibrato, sostenendo la crescita economica dei territori e facilitando la circolazione di persone e competenze. L’efficacia di questo approccio dipende dalla capacità di integrare pianificazione, investimenti pubblici e innovazione industriale in una logica di rete.

Mobilità come leva di coesione e conoscenza

La riflessione conclusiva, emersa nel dialogo con il giornalista Sergio Nava, introduce una dimensione sociale della mobilità in Italia: quella della connessione tra persone e culture. «Il trasporto con il treno significa anche conoscersi, incontrarsi», ha osservato Nava, evidenziando come il viaggio su rotaia conservi un valore umano che va oltre la logistica.

In questa prospettiva, il treno diventa un mezzo di coesione territoriale e culturale, un canale attraverso cui il Paese si rappresenta non solo con la sua capacità industriale, ma con il suo modo di intendere la relazione e il servizio pubblico.

L’esperienza italiana mostra come la mobilità possa essere uno strumento di diplomazia economica e sociale, capace di promuovere un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e collaborativo. La sfida dei prossimi anni sarà mantenere questa tensione tra efficienza e umanità, tra tecnologia e relazione, affinché la rete dei trasporti continui a essere non solo un’infrastruttura, ma una parte vitale dell’identità collettiva del Paese.

In questa visione, la mobilità in Italia emerge come un laboratorio di trasformazione da cui altri sistemi europei possono trarre spunto: non un modello da replicare, ma un processo da osservare, fatto di scelte tecniche, coordinamento istituzionale e attenzione alla qualità del viaggio. Un percorso che continua a muoversi, come i treni che ogni giorno attraversano il Paese, portando con sé non solo persone, ma l’idea stessa di una modernità condivisa.

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