«L’Italia? La prossima superpotenza»: come rivedere le storie di #EconomyUpTv

Il nostro Paese può diventare un leader globale in campo tecnologico? La scommessa è del direttore dell’IIT, Roberto Cingolani, ospite della nuova puntata del nostro magazine. La storia della settimana è quella del 22enne Alberto Rizzoli, che in Silicon Valley ha fondato l’app per non vedenti Aipoly

Pubblicato il 25 Set 2015

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Giovanni Iozzia e Roberto Cingolani, direttore dell'Istituto Italiano di Tecnologia

«L’Italia? La prossima superpotenza». La nuova puntata di EconomyUp, in onda il 29 settembre su Reteconomy Sky 512 e in streaming online su reteconomy.it, è dedicata alle potenzialità che ha il nostro Paese di diventare un leader globale in campo scientifico e tecnologico.

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A sostenere che l’Italia, con gli opportuni interventi, potrebbe farcela, è Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, un centro di ricerca di eccellenza.

Dopo un servizio su iCub, il robot umanoide sviluppato dall’IIT e venduto in tutto il mondo, Cingolani, ospite in studio, spiega come l’istituto che dirige possa essere preso come modello per la ricerca in Italia e illustra in vari punti la sua ricetta per trasformare l’Italia nella prossima superpotenza.

Fabio Sdogati, docente di Economia internazionale al Politecnico di Milano, in una videolettera prova a mettere in dubbio la visione di Cingolani. Eppure, nonostante tutti i limiti e tutti i ritardi, il direttore dell’IIT è convinto che il Paese ce la possa fare: serve il coraggio di migliorare alcuni aspetti – tra cui proprio la ricerca scientifica – investire su alcuni punti di forza – la manifattura e alcuni settori scientifici – e abbandonare i rami secchi. Difficile ma non impossibile.

L’altro ospite della puntata è Alberto Rizzoli, figlio 22enne dell’editore Angelo, scomparso nel 2013, che in Silicon Valley ha fondato con un’altra under 30, l’australiana Marita Cheng, Aipoly, un’app che permette di “leggere” ciò che è contenuto nelle immagini. In altre parole, descrive vocalmente gli oggetti ritratti in una fotografia: i non vedenti hanno così l’opportunità di “vedere” ciò che li circonda scattando foto. Il progetto è stato selezionato e sviluppato all’interno della Singularity University, l’università delle iniziative che cambiano il mondo supportata da Google.

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