L’Intervista

Startup turismo, la presidente Giulia Trombin: “In Italia mancano gli investimenti, puntiamo sull’internazionalizzazione”



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Il turismo, motore economico italiano, soffre di carenze di investimenti, in particolare per le startup. Giulia Trombin, presidente dell’Associazione Startup Turismo, evidenzia la situazione critica, aggravata dalla pandemia, e indica le strategie per supportare l’innovazione nel settore, promuovere l’internazionalizzazione e facilitare l’incontro tra startup e corporate

Pubblicato il 4 apr 2024



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Giulia Trombin, presidente Associazione Startup Turismo

“Il turismo è uno dei principali motori economici del Paese, ma risente di una carenza di investimenti, specialmente per le startup in fase iniziale”. Lancia un chiaro messaggio Giulia Trombin, da fine gennaio presidente dell’Associazione Startup Turismo, il punto di riferimento nell’ecosistema italiano per l’innovazione nel settore.

In questa intervista racconta a Economyup la situazione attuale, e come l’associazione si sta impegnando per supportare le startup e far fiorire un settore dal grande potenziale, spesso trascurato dagli investitori.

Startup turismo 2024: un ecosistema in difficoltà

Qual è oggi la situazione dell’ecosistema startup del turismo in Italia?

A mio parere, purtroppo non è un ecosistema molto sano.

Specialmente con l’impatto della pandemia abbiamo visto una riduzione della natalità di startup del settore travel. La causa principale di questa situazione è la difficoltà di accesso agli investimenti, specialmente in fase iniziale, essenziali per il decollo e la validazione del modello di business di una startup.

Perché questo fenomeno?

In Italia c’è una tendenza generale a investire in startup già consolidate, con una certa trazione di mercato, piuttosto che sostenere le fasi iniziali di sviluppo delle nuove imprese. Questo approccio limita fortemente le opportunità per le startup innovative nel turismo che, pur avendo team tecnici altamente specializzati, non riescono a ottenere i finanziamenti necessari per crescere e avere l’opportunità di dimostrare la sostenibilità del loro business sul mercato.

Nonostante sia uno dei principali motori economici del paese, il settore del turismo risente in particolare di una minore attenzione da parte degli investitori, soprattutto se paragonato ad altri settori come il hi-tech o le life sciences, che tendono a ricevere maggiori investimenti data la prospettiva di un ritorno economico a lungo termine.

Insomma, ci sono tanti semi ma poca terra fertile.

Esattamente. Questa mancanza di sostegno è particolarmente grave in un contesto in cui il turismo potrebbe beneficiare significativamente di innovazioni di servizio e processo, avendo una presenza tecnologica meno marcata rispetto ad altri settori.

Cosa fa l’Associazione Startup Turismo

Quali sono le attività dell’Associazione Startup Turismo per supportare lo sviluppo dell’ecosistema?

Come Associazione svolgiamo un ruolo cruciale nel favorire l’incontro tra il mondo dell’innovazione e quello tradizionale del turismo, coinvolgendo non solo le corporate e le piccole e medie imprese ma anche tutti gli stakeholder del settore. Essendo la sola associazione verticale del settore turismo in Italia, possiamo vantare di contare come associate l’80% delle aziende innovative sul territorio. Siamo oggi la voce delle startup italiane del turismo.

Uno dei principali obiettivi dell’associazione è intensificare l’attività sul territorio come veicolo per portare l’innovazione nell’economia tradizionale. Questo si realizza attraverso iniziative come il servizio di business development chiamato “Innovation Startup Tour”, che inverte il concetto di fiera portando le startup direttamente a contatto con il tessuto commerciale locale.

Per esempio, l’ultimo tour realizzato ad Alassio ad ottobre 2022 ha permesso a 10 startup di incontrare direttamente gli operatori turistici locali, creando opportunità di business e rispondendo così alla carenza di investimenti. Questo per me è un valore enorme.

Uno dei punti principali su cui si focalizza la sua visione è la spinta all’internazionalizzazione?

Esatto. Come Associazione ci muoviamo in modo proattivo per spingere sull’internazionalizzazione delle startup italiane. Nella pratica, il nostro impegno sta nel creare una rete con altre realtà europee per facilitare e supportare sia l’espansione delle startup italiane all’estero che l’attrazione di startup europee in Italia.

Un esempio di questa attività è stata la partnership con Business France per la partecipazione di 10 startup francesi all’area organizzata dall’Associazione Startup Turismo al TTG di Rimini, un’occasione di visibilità e contaminazione tra realtà francesi e italiane che non sarebbe stata possibile senza il supporto dell’Associazione.

Inoltre, grazie all’EuDigiTour, un progetto europeo che coinvolge diversi partner oltreconfine, dopo due anni di attività, abbiamo realizzato a Verona un importante hackathon di innovazione dove PMI e startup si sono unite per trasformare il futuro del turismo. 

Il case study di Sharewood

Nel 2017 lei stessa ha fondato una startup del turismo, Sharewood. Cosa di questa esperienza porta con sé nella sua guida dell’Associazione?

La mia esperienza con Sharewood è stata fondamentale e rappresenta il principale motivo per cui ho accettato la presidenza dell’Associazione. 

Durante il percorso con Sharewood, abbiamo affrontato significative trasformazioni, partendo da un modello di business incentrato sulla sharing economy per poi evolverci verso una specializzazione nel settore del tour operating. Questo processo di adattamento è stato in parte determinato proprio dalla difficoltà nel reperire investimenti consistenti necessari per sviluppare il nostro modello iniziale.

Nella mia esperienza di startupper, l’Associazione è diventata per me un luogo di confronto e di supporto dove ho potuto scambiare esperienze, errori e opportunità con altri imprenditori che si trovavano in una fase di sviluppo simile alla mia. La mia scelta di diventare presidente nasce quindi dal desiderio di “dare indietro” e contribuire al settore, sfruttando la visione e il ruolo che l’associazione può rivestire in questo contesto.

Startup turismo 2024: le sfide

Quali sono le principali sfide che vi trovate ad affrontare?

Una delle principali sfide che ci troviamo ad affrontare come Associazione, ma che considero anche una grande opportunità, è quella di stabilire un dialogo aperto e proattivo con le grandi corporate del settore turistico. L’associazione può fungere da strumento e veicolo per queste aziende, aiutandole a innovare attraverso le soluzioni già presenti all’interno del nostro network.

Molte delle innovazioni che le grandi corporate stanno iniziando a esplorare o pianificare esistono già tra le nostre startup associate. La sfida maggiore risiede nell’avere l’opportunità di dialogare con le persone giuste all’interno di queste corporate per presentare le soluzioni innovative offerte dal nostro mercato.

Ciò che desideriamo è una reale apertura da parte delle aziende, affinché possano ascoltare le startup e innovare in maniera più rapida ed efficace. Fortunatamente, esistono già casi virtuosi di collaborazione, come quello con Zucchetti, che dimostrano come le corporate possono trarre grande beneficio dall’ascolto e dall’integrazione dell’innovazione portata dalle startup. E noi vogliamo essere motore e strumento di questo importante passo per l’ecosistema.

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