Ecosistema

Startup, superata quota 6mila: ecco come ci siamo arrivati

A metà luglio le società iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese sono 6.018. Dal 2013 a oggi il ritmo di crescita si è però ridotto progressivamente. Cresce il numero di occupati nell’ecosistema: nel primo trimestre erano più di 30mila. Le “milionarie”, a metà 2016, sono 103, quasi il doppio rispetto al 2015

Pubblicato il 18 Lug 2016

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Il traguardo è di quelli incoraggianti: 6.000. Per la precisione, 6.018. Tante sono al 18 luglio le nuove aziende in Italia che si sono guadagnate la definizione di startup innovativa e sono entrate nella sezione speciale del Registro delle imprese. C’è chi discute su quanto siano efficaci i parametri tracciati dal Ministero dello Sviluppo economico per distinguere le realtà imprenditoriali che fanno davvero innovazione rispetto al totale delle giovani società. Ma che piaccia o no, a oggi le “startup innovative” costituiscono l’unico bacino ufficiale di neoimprese che è possibile analizzare per trarre indicazioni utili sull’ecosistema italiano.

Fonte: Infocamere

Osservando i dati registrati periodicamente da Infocamere si può rilevare per esempio che il numero delle startup innovative, dal 2013 a oggi, è cresciuto a ritmi sostenuti, in alcuni casi superiori al 100%. Se a fine dicembre del 2013 le nuove imprese erano 1.493, nello stesso periodo dell’anno successivo se ne contavano 3.179: un aumento del 113%. L’incremento è stato significativo anche nel 2015, quando si è arrivati a quota 5.143 (+62% rispetto al 2014). Tuttavia, la velocità con cui si allarga la platea di startup innovative si riduce progressivamente, tanto che la fatidica quota 6.000 è stata raggiunta soltanto a metà luglio 2016. In altre parole, c’è stata una frenata.

Fonte: Infocamere

Ma se il numero delle società sale, la stessa dinamica non si osserva nel reddito effettivo prodotto nel 2013 e nel 2014 (per i dati sui bilanci 2015 c’è ancora da aspettare). Il valore della produzione (che per comodità chiameremo anche “fatturato”, nonostante in questo caso il dato tenga conto sia del venduto che del non venduto) complessivo è naturalmente aumentato passando dai 203 milioni di euro del 2013 (calcolato su 1737 imprese che hanno depositato il bilancio) ai 328 milioni del 2014 (2821 imprese con bilanci), ma il fatturato medio è calato da 117mila euro del 2013 a 116mila euro dell’anno successivo.

Fonte: Infocamere

Però, come insegna la metafora del pollo di Trilussa, la media non sempre riesce a fotografare la realtà perché bastano poche società con un reddito molto elevato a “drogare” i risultati. Per andare più a fondo, può essere più rappresentativo prendere in considerazione i valori mediani della produzione, ovvero i giri d’affari delle startup che si trovano a metà degli elenchi di ciascun anno, a uguale distanza dalle più “ricche” e dalle più “povere”: in questo caso si scopre che la neoimpresa “di mezzo” nel 2013 faceva registrare un valore di produzione non entusiasmante (27mila euro) e che l’anno dopo le cose andavano ancora peggio (22mila euro). A conti fatti, in un anno un lavoratore dipendente “fattura” mediamente di più.

Fonte: Infocamere

Se invece ci si concentra sulle eccellenze, la situazione diventa più rosea. Il numero delle startup “milionarie”, quelle che cioè possono far valere un fatturato superiore al milione di euro, è aumentato di anno in anno in valore assoluto e, tra il 2014 e il 2013, anche in percentuale. Nel primo anno considerato erano 13 le società al di sopra del milione, pari allo 0,008% sul totale. Nel 2014 le milionarie erano 37 (0,011%) e nel 2015 erano 55 (0,01%): una goccia nel mare, certo, ma sufficiente per dimostrare che anche nell’ecosistema italiano nascono società innovative capaci di crescere rapidamente e di generare ricchezza. A metà luglio, nel giorno in cui il traguardo delle 6.000 startup è stato superato, le “milionarie” sono 103.

Fonte: Infocamere

Sul versante dell’occupazione, i numeri dicono che l’ecosistema produce sempre più posti di lavoro. A fine 2014, primo anno in cui sono stati raccolti dati in merito, le persone occupate all’interno di una startup innovativa erano poco più di 15mila: 12.500 erano soci – presumendo che nelle società neonate i soci abbiano anche ruoli operativi – e 2.600 erano dipendenti. Invece, a chiusura del 2015, lavoravano nelle neoimprese oltre 25mila persone (+67%), di cui 19.950 soci e 5.350 dipendenti. A fine marzo 2016, mese in cui è stata effettuata l’ultima rilevazione, si è andati oltre quota 30mila raggiungendo i 31.238 occupati (di cui 23.045 soci e 8.193 dipendenti).

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