Possibile che non esista un aggregatore di prodotti second hand? Da questa domanda nasce Mira Search AI, ricorda Patrick Oungre, che è uno dei fondatori della startup appena lanciata sul mercato (come si può vedere dalla maga affissione milanese nella foto, un auspicio generato dall’intelligenza artificiale come è giusto che sia da una startup che punta tutto sull’AI)
Mira Search è un bell’esempio di pivot deciso e strategico: è, infatti, l’evoluzione e la trasformazione (anche nel nome) di Easely, la startup fondata da Patrick Oungre e Carlo Venusino nel 2023 (L’avevamo raccontata qui). L’idea dell’economia circolare e del riuso è rimasta ma ha preso la forma di un motore AI che sfrutta “catene di agenti” peer trovare l’oggetto usato che stiamo cercando e aiutarci a prendere decisioni di acquisto più informate.
“È stato un lavoro lungo ma adesso ci siamo”, racconta Oungre, che è diventato da poco CEO di A2A Life Ventures e sta lavorando per fare un passo indietro affidando la startup a un team strutturato, una CEO, un CTO e tutto quello che serve per far decollare il progetto e cominciare il fund raising. Perché adesso il servizio/prodotto che non c’era c’è: “Bastano pochi click, una ricerca in linguaggio naturale con l’intelligenza artificiale per trovare quel che serve tra oltre 1 miliardo di prodotti provenienti dai più grandi marketplace di second hand”.

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Second hand, il mercato europeo e italiano dell’usato online
Mira Search punta a un mercato che nel 2024 valeva circa 27 miliardi solo in Italia con oltre la metà, circa 14,4 miliardi, generata dai canali digitali.Cifre che sono destinate a crescere, secondo tutte le previsioni.
Solo l’abbigliamento, che è il segmento più “ricco”, dovrebbe passare dagli attuali 16 miliardi a circa 26 nel 2030, sempre a livello europeo.
A livello europeo, solo il mercato dell’abbigliamento di seconda mano è stimato in circa 16 miliardi di euro nel 2024 e dovrebbe raggiungere i 26 miliardi entro il 2030 (fonte: FashionNetwork 2024).
L’Italia si conferma quindi uno dei mercati più dinamici in Europa, trainato dalla digitalizzazione e da una nuova generazione di consumatori attenti a sostenibilità, valore e unicità dei prodotti.
Il valore del pivot, da YouTube a Mira Search AI
“Mira Search AI è il frutto di diversi pivot e numerose notti insonni”, racconta Oungre. “Cambi di rotta, delusioni, evoluzioni tech abbracciate all’istante, con lo spirito agile che una startup deve avere”.
Nel linguaggio delle startup, il pivot è il cambio di direzione strategica che un’impresa decide di compiere per adattarsi al mercato, salvare il modello di business o cogliere un’opportunità inattesa. In pratica, significa ripensare il prodotto, il target o il modello di ricavi sulla base dei dati raccolti dal mercato, senza abbandonare la visione originaria. È una scelta di sopravvivenza, ma anche di lucidità: riconoscere che la prima idea non funziona come previsto e avere il coraggio di correggere la rotta (qui puoi leggere il caso di pivot di Casavo).
Da un punto di vista strategico, il pivot è un atto di apprendimento. Rientra nel ciclo “build–measure–learn” teorizzato da Eric Ries nel suo libro di culto Lean Startup: si costruisce un prototipo, si misura la risposta del mercato, si impara da essa e si decide se perseverare o cambiare strada. Le startup più longeve sono spesso quelle che hanno saputo pivotare nel momento giusto, trasformando un insuccesso in un nuovo inizio.
La storia dell’innovazione è piena di casi emblematici. YouTube, ad esempio, nacque nel 2005 come piattaforma di dating video (“Tune In Hook Up”), ma i fondatori notarono che gli utenti caricavano qualsiasi tipo di contenuto, e decisero di pivotare verso la condivisione generalista di video: il resto è storia. Slack, oggi colosso della comunicazione aziendale, è nata da un videogioco online fallito, Glitch, da cui i fondatori trassero però una chat interna così efficiente da trasformarla nel prodotto principale. Anche Instagram è frutto di un pivot: da app di geolocalizzazione (Burbn) a piattaforma di fotografia istantanea con filtri, dopo aver osservato che era proprio quella funzione a generare più engagement.
Quando un manager dell’innovazione diventa founder
“La scelta di avviare questa avventura imprenditoriale parallela al mio ruolo di manager rappresenta peer me un’opportunità unica per rendere ancora più credibile il mio ruolo come manager dell’innovazione. Credo fermamente che si sia credibili quando si parla di qualcosa che si è effettivamente fatto”, aveva raccontato Oungre parlando di Easely. La scelta si conferma, grazie anche al contesto professionale in cui Oungre opera.
“L’azienda per cui lavoro ha una cultura imprenditoriale che promuove la creatività, l’intraprendenza e il coraggio di mettersi in gioco. Questo ambiente stimolante ci permette di esplorare nuove idee e progetti, aprendo la strada a opportunità che altrimenti potrebbero essere limitate da strutture aziendali tradizionali”.
E poi c’è la voglia e la possibilità di mettere in pratica l’esperienza accumulata in anni di lavoro per l’innovazione di un grande gruppo come A2A. ”Ho affrontato numerosi progetti di sperimentazione con startup, ho investito in imprese emergenti e ho agito da mentore per molti imprenditori. Ora tocca a me e resto convinto che affrontare direttamente le sfide che le startup incontrano sul campo mi permetterà di approfondire ulteriormente la mia conoscenza e di consolidare il mio ruolo come manager dell’innovazione”
I prossimi passi di Mira Search
Dopo il lancio, Mira Search Ai è in continuo sviluppo. “Il nostro obiettivo resta superare un’esperienza frammentata e offrire finalmente unico punto di accesso al mercato del second hand in modo da accelerare gli acquisiti e aumentare la sostenibilità. Siamo convinti che la semplificazione renderà sempre più diffusa la cultura del riuso”.
Al momento l’agente AI cerca gli oggetti nei principali martketplace (da Vinted a Wallpop), ma le “fonti” sono destinate ad aumentare. “Il fashion fa la parte del leone”, conferma Oungre. “Stiamo lavorando per dare visibilità anche a marketplace di nicchia e di alta qualità, che troveranno in Mira Search un amplificatore e un generatore di nuovi contatti”. E questo sarà possibile grazie anche ad automatismi collegati alle grandi piattaforme di e-commerce come Shopify su cui il team sta già lavorando.
Il passo successivo è già individuato, e auspicato dai primi commenti sui social: passare dalla scelta del prodotto all’acquisto e al pagamento. “Ci abbiamo già pensato e ci stiamo lavorando”, conclude Oungre.






