Chi è Gianluca Perrelli, nuovo managing director di Buzzoole

Startupper seriale, 42 anni di cui 15 passati tra lancio, sviluppo ed exit di alcune delle più riuscite iniziative imprenditoriali nel mercato della musica digitale e dell’online marketing, da Vitaminic a Kiver. Lascia un ruolo in Mondadori per entrare nel team della piattaforma di influencer marketing. «Torno a fare quello che mi piace»

Pubblicato il 13 Set 2016

gianluca-perrelli-160913154344

Gianluca Perrelli

Quando la figlia di 11 anni ha scoperto che lavoro fa il suo papà, la sua reazione è stata “Wow”. Reazione comune a molti imprenditori, e non solo, che guardano al percorso professionale di Gianluca Perrelli, l’imprenditore e startupper seriale che ha lasciato un ruolo in Mondadori per entrare nel team di Buzzoole come managing director. Buzzoole è la startup fondata nel 2013 da Fabrizio Perrone: si tratta di una piattaforma di influencer marketing che, grazie a un algoritmo proprietario basato sui Big Data, analizza, seleziona e coinvolge i microinfluencer iscritti rispetto a specifici argomenti di discussione, ricompensandoli attraverso un sistema di gamification.

“Torno a fare quello che mi piace, che mi diverte e che mi riesce meglio” dice Perrelli. Ma vediamo chi è questo personaggio con oltre 15 anni di esperienza nel lancio, sviluppo ed exit di alcune delle più riuscite iniziative imprenditoriali italiane nel mercato della musica digitale e dell’online marketing.

STUDI E FORMAZIONE – Gianluca Perrelli, 42 anni, si forma alla Bocconi di Milano dove studia Economia aziendale e si laurea con una tesi sull’impatto degli MP3 sul mercato discografico di fine anni ’90. Tesi grazie alla quale entra in contatto con Vitaminic, azienda specializzata in soluzioni marketing in campo musicale fondata da Gianluca Dettori, dove, in qualità di marketing manager, assiste alla quotazione in Borsa e al lancio in 11 paesi fino al 2003, anno in cui viene acquisita dal Gruppo Buongiorno di Mauro del Rio.

LE PRIME STARTUP – Perrelli non ama etichette e definizioni. Eppure lui è uno dei protagonisti che ha vissuto l’evoluzione dello startup ecosystem. Nel 2004, forte dell’esperienza maturata con Vitaminic, fonda e dirige in qualità di CEO Kiver, agenzia di digital inbound marketing, con la quale conduce le prime sperimentazioni in ambito influencer marketing attraverso il coinvolgimento, nella comunicazione dei brand, di alcune delle personalità della blogosfera di quegli anni, da Alessia Marcuzzi (con il magazine La Pinella) fino a Chiara Ferragni. Nel 2009, inoltre, fonda insieme a Giuseppe Ravello e a Eugenio Caserini Sounday Srl, la piattaforma multicanale di servizi professionali per operatori dell’industria musicale, per la quale ricopre il ruolo di chairman contribuendo alla fase di lancio e al successivo fundraising tramite il coinvolgimento di un venture capital e la fusione con Kiver Digital. Di quel periodo ricorda: “Quando io ho iniziato con le startup era tutto diverso: noi aspiranti imprenditori partivamo con pochi mezzi ma con una grandissima voglia di fare anche se eravamo quasi degli autodidatti; oggi il sistema è molto più strutturato, sono state create le condizioni perché una startup possa emergere, ci sono venture capital che investono soldi, ci sono percorsi di education che aiutano gli startupper a formarsi. Io e chi ha iniziato con me eravamo dei pionieri, commettevamo tanti errori: a un certo punto della mia carriera mi sono fermato, ho ricominciato a studiare perché ho capito che avevo bisogno di formazione. Gli imprenditori di oggi, invece, arrivano alla fondazione della startup con maggiore consapevolezza, sono già formati e non improvvisati. Quello di oggi è un ecosistema molto più competitivo e ricco di buoni progetti. La sfida che non è cambiata rispetto a dieci anni fa è il passaggio dall’essere ragazzo con una bella idea a società con un business plan e un bilancio che possa essere competitiva in Italia e all’estero: in questo senso credo che la partnership tra un founder e un imprenditore che ha già anni di esperienza alle spalle e che entra nel team per guidare e consigliare la startup possa essere una buona strada” continua Perrelli. E puntualizza: “Oggi non ci sono neanche problemi di soldi. Sfatiamo il mito dei capitali mancanti: se c’è una buona idea e un buon team i soldi si trovano. La vera sfida è trovare un’idea brillante e chi sappia realizzarla”.

L’ARRIVO IN MONDADORI – Nel 2010, attraverso acquisizioni (Boomer), attività di fundraising (Idooo, fondo di private equity, Dpixel e Principia) e apertura di nuovi mercati (Bangbite, social gaming), trasforma Kiver in un diversificato gruppo di 3 società e da 5 milioni di ricavi fino alla cessione, 10 anni dopo, del controllo del pacchetto di maggioranza al gruppo Mondadori, da cui prenderà vita la business unit di data driven marketing Inthera per la quale assumerà il ruolo di responsabile del marketing strategico.

L’INCONTRO CON BUZZOOLE – “Occupandomi di marketing strategico e innovazione in Mondadori, ho sempre cercato nuove idee per il settore. Con un occhio di riguardo per le startup, vista la mia provenienza. È così che ho conosciuto Buzzoole” racconta Perrelli. “All’inizio ho collaborato con la startup, aiutandola a far crescere il team che è passato da poche persone a 40 membri, ora ho deciso di fare parte del progetto”. Decisione, questa, sulla quale avranno pesato anche i numeri: oggi Buzzoole può contare su una base di oltre 140mila utenti da tutto il mondo, di cui circa il 40% in Italia. Ha all’attivo collaborazioni con oltre 250 top brand nazionali e internazionali, con un fatturato di 1,1 milioni di euro a chiusura del 2015. Ha sedi a Londra, Milano, Roma e Napoli e si appresta ad aprire a breve nuove sedi all’estero. Non a caso è tra le realtà imprenditoriali selezionate per partecipare a ScaleIT 2016. Ho deciso di investire e unirmi operativamente a Buzzoole perché credo fermamente che sia una piattaforma dal grandissimo potenziale di crescita – spiega l’mprenditore – Al di là dei risultati economici, sicuramente degni di nota, Buzzoole ha smosso l’interesse dei venture stranieri e questo dimostra che può già confrontarsi con i maggiori player internazionali. Con Buzzoole ci poniamo l’obiettivo di evangelizzare i brand all’utilizzo dei Big Data come driver per le politiche di digital PR”. Tra i primi obiettivi del suo nuovo incarico l’accelerazione e la crescita dell’impresa sul mercato italiano.

CURIOSITÀ – Gianluca Perrelli vive a Milano con la moglie e i tre figli, di 11 e 6 anni i più grandi, di 20 mesi l’ultimo. Coltiva numerosi interessi personali soprattutto in ambito sportivo, dal surf allo snowboard fino al biking. Insieme all’amico Andrea Carletti, già founder si Streetfoodmobile, gestisce Skibox, il primo rifugio 2.0 di street food gourmet d’alta quota inaugurato lo scorso anno a Col Checrouit (Courmayeur). Per il momento dice di volersi dedicare a Buzzoole, ma puntualizza: “L’animo imprenditoriale non può cambiare”. Come a dire che se dovessero presentarsi nuove occasioni lui è pronto a coglierle. Per la felicità della figlia, che continuerà a trovare nella professione del padre una fonte di meraviglia.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4