Nuova imprenditoria

A Londra si fa business con la pizza al taglio

In Italia è un pasto scontato, nella City una novità da migliaia di sterline. Corrado Accardi ha fondato Pizza Rossa, la startup per far conoscere la pizza al trancio agli inglesi: l’impresa ha ricevuto 440 mila sterline da 120 investitori internazionali in 17 giorni, segnando il record europeo per l’equity-based crowdfunding

Pubblicato il 12 Mag 2014

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Corrado Accardi, founder di Pizza Rossa

Londra – Fondare una startup su una passione tutta made in Italy, come quella della pizza al taglio, ma sfruttando professionalità e competenze inglesi. È questa la scommessa dei fondatori di Pizza Rossa, la prima catena a Londra di pizza al trancio, by the slice, come dicono gli inglesi. Un’idea semplice quanto scontata per gli italiani, ma che è risultata innovativa in Inghilterra, dove è difficile trovare un pasto altrettanto gustoso, veloce ed economico da consumare in pausa pranzo. Da questa osservazione empirica, Corrado Accardi, 42 anni, ingegnere ambientale di Cagliari con 12 anni di esperienza nel settore delle costruzioni, ha lanciato l’idea di una startup, e insieme con gli altri due fondatori, Luca Magnani, laureato in Economia e marketing alla Luiss di Roma ed esperto di advertising, media e intrattenimento, e Dan Einzig, creatore di brand di successo nel campo del food, l’ha testata sul campo lanciando un’offerta di equity crowdfunding sul sito CrowdCube. La startup ha ricevuto 440 mila sterline da 120 investitori internazionali in soli 17 giorni, circa il 157% del capitale necessario per avviare l’impresa in meno della metà del tempo prefissato, segnando il record europeo per l’equity-based crowdfunding.

Grazie alla fiducia degli investitori, Pizza Rossa inaugurerà il primo punto vendita a maggio e, entro la fine del 2014, ne sono previsti altri due, collocati in punti strategici di Londra, nelle zone di Bank, Moorgate e St. Paul’s Cathedral. Il target di distribuzione è rappresentato dai business men della City perciò l’obiettivo è di presidiare la zona finanziaria della città. “Non siamo interessati al mercato delle pizze consegnate a casa – spiega Accardi – perché è già saturo per la presenza di grandi catene come Domino’s, Papa John’s, Pizza Express, ma vogliamo offrire un prodotto diverso a una categoria di clienti costituita da persone che lavorano e che in pausa pranzo desidererebbero un pasto veloce, completo e di qualità. I prodotti che si trovano in giro sono ben lontani dall’idea italiana di buona pizza, mentre noi puntiamo a un segmento di mercato più alto e a fare consegne a domicilio di grandi quantità, dai 30 pezzi in su, ad esempio per pranzi aziendali. È, quindi, indispensabile che il centro di produzione sia a non più di 10 minuti di guida da ogni punto della City”. Per il momento le pizze saranno sfornate in un locale in zona Park Royal, ma i fondatori sperano di poter ottimizzare il processo produttivo in modo da distribuire in 12 punti vendita nei prossimi cinque anni, per arrivare a creare un brand di successo e iniziare, già dal 2015, con il franchising. “Abbiamo già ricevuto richieste di franchising – racconta il fondatore – da altre parti d’Europa, dal Nord e Sud America, dall’Asia”. Il segreto dell’impresa sta nella produzione centralizzata, perché “togliendo le cucine da ogni punto vendita – spiega l’ingegnere – si ottimizzano i costi e si può aprire un locale anche con 150 mila sterline, l’importante è non perdere la qualità dei cibi”.

Per questo motivo, Accardi ha cercato una scuola professionale per pizzaioli che potesse offrire un prodotto buono come appena fatto, altamente digeribile e con una base vegana. L’ha trovata nel centro Italia e l’ha frequentata per alcuni mesi per imparare i segreti di un settore a lui sconosciuto. Il suo background professionale, infatti, è nel mondo delle costruzioni, ma ha voluto cimentarsi in una nuova impresa per trovare nuovi stimoli: così è nata Pizza Rossa, mentre seguiva le lezioni dell’Executive MBA presso la London Business School. “Ho cominciato a pensarci già nel 2009 – racconta Accardi –, ma per la crisi economica l’ho accantonata fino al 2012. Sono partito dalla considerazione che tutti amano la pizza, infatti rappresenta circa l’11% del mercato take-away in generale in Inghilterra, ma quella della pizza al taglio era una nicchia inesplorata. Ci sono operatori del settore già presenti a Londra che offrono un prodotto simile, ma di dimensioni ridotte, con al massimo tre punti vendita”. Pizza Rossa sfornerà tranci realizzati con prodotti base italiani (olio, farina, pomodoro), ma avvalendosi anche di alimenti di qualità di origine britannica, come alcune mozzarelle. “Per noi è importante anche mantenere un focus sulla sostenibilità – spiega Accardi – in quanto siamo membri di Sustainable Restaurant Association, perciò ci rivolgiamo a distributori inglesi che possono garantire una qualità ottimale, riducendo i chilometri d’importazione”.

Ancor prima della partenza, Pizza Rossa ha ottenuto diversi riconoscimenti nel 2013: è stata insignita come “Migliore Start Up dell’anno” da CrowdCube; ha vinto il premio del Deloitte Institute of Innovation and Entrepreneurship’s Founders; “Miglior Business Plan” della London Business School e il secondo posto nella competizione “European Business Plan of the Year”.

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