Biotech

BiovelocITA lancia la startup anti-diabete Enthera e un progetto contro i tumori

A un anno dal suo avvio, l’acceleratore dedicato alle aziende biotecnologiche fondato da Silvano Spinelli, Gabriella Camboni e Sofinnova Partners, avvia due imprese in collaborazione con scienziati italiani di primo piano: per la prima saranno investiti 1,5 milioni di euro, mentre per l’iniziativa innovativa anti-cancro 1 milione

Pubblicato il 24 Nov 2016

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BiovelocITA, il primo acceleratore italiano dedicato alle aziende biotech, fondato nel 2015 da Silvano Spinelli, Gabriella Camboni e Sofinnova Partners, società internazionale di venture capital attiva nel settore delle life sciences, ha avviato due importanti collaborazioni con scienziati italiani di primo piano: una nuova startup per la lotta contro il diabete e un progetto di ricerca in campo oncologico.

BiovelocITA, che ha raccolto oltre 7 milioni di euro dai fondatori e da altri investitori italiani, ha fondato, insieme agli originatori, Enthera, una nuova società biotech tutta italiana che trasformerà in terapia medica i risultati di uno studio scientifico condotto dal team del professor Paolo Fiorina, medico e ricercatore dell’Ospedale San Raffaele di Milano e del Boston Children’s Hospital della Harvard Medical School.

Lo studio ha portato inizialmente alla scoperta di un nuovo ruolo dell’ormone IGFBP3 che, prodotto dal fegato, si lega alle cellule staminali presenti sulla superficie dell’intestino attraverso uno specifico recettore. Nelle persone affette da diabete tale ormone viene generato in quantità eccessiva portando alla distruzione delle cellule staminali dell’intestino e danneggiando l’integrità della mucosa intestinale. È stato quindi riconosciuto il ruolo di IGFBP3 nella insorgenza della enteropatia diabetica, un disturbo intestinale di cui soffre circa l’80% delle persone affette da diabete mellito.

Enthera otterrà una licenza esclusiva a livello mondiale dall’Ospedale San Raffaele, detentore della proprietà intellettuale.

Silvano Spinelli, presidente di BiovelocITA

Verranno investiti nella ricerca, condotta principalmente presso l’Ospedale San Raffaele, circa 1,5 milioni di euro (nell’arco di 18 mesi). L’obiettivo del piano di sviluppo di Enthera è quello di validare il ruolo dell’ormone IGFBP3 nelle patologie intestinali, nell’insorgenza del diabete e di altre complicanze croniche del diabete stesso. Questi sviluppi potrebbero aprire la strada a terapie mediche rivoluzionarie per la cura del diabete e delle sue complicanze.

La nuova startup Enthera, il cui nome è frutto della crasi dei termini entero (intestino) e therapy (terapia), è una controllata di BiovelocITA partecipata anche dallo stesso Paolo Fiorina e dal suo team.

Il diabete è una malattia cronica devastante: ne soffre circa il 10% della popolazione dei Paesi occidentali e oltre il 20% della popolazione di alcuni Paesi in via di sviluppo. Contrastarlo è uno degli obiettivi prioritari della scienza medica. Il traguardo, oggi, non pare più irraggiungibile”, sottolinea Paolo Fiorina. “La nostra iniziativa con Enthera, grazie al know how industriale di BiovelocITA, ha tutte le potenzialità per trasformare la nostra scoperta in un farmaco importante nella cura del diabete e delle sue complicazioni cliniche”.

In campo oncologico, invece, l’acceleratore di Spinelli e Camboni lancia un progetto nato da una scoperta effettuata in IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) nel laboratorio del dottor Fabrizio d’Adda di Fagagna, all’avanguardia internazionale nello studio dei meccanismi di segnalazione e riparo dei danni al DNA.

Come è noto, il DNA delle cellule viene spesso danneggiato da molteplici fattori interni ed esterni, come i raggi X. Fino a poco tempo fa era ancora ignoto per la comunità scientifica il meccanismo che permette alla cellula di riconoscere e segnalare dove si localizza il danno e quali strategie adottare per ripararlo. Fabrizio d’Adda di Fagagna ha scoperto che nel tratto di DNA danneggiato vengono prodotte delle specifiche molecole di RNA che attivano il meccanismo di segnalazione e riparo.

Gabriella Camboni, AD di BiovelocITA

Il progetto prevede di applicare questa scoperta allo studio di nuovi farmaci antitumorali che potrebbero essere efficaci e selettivi in alcune forme di tumore, tra cui il gliobastoma multiforme. Ma non solo: una volta dimostrato che agendo sul meccanismo si ottiene un effetto terapeutico, potrebbero aprirsi altre aree di applicazione tra cui la cura di alcune malattie legate all’invecchiamento come la cirrosi epatica e altre forme di infiammazione cronica.

“Questo progetto apre una prospettiva completamente nuova per interpretare i processi di invecchiamento e i meccanismi della trasformazione e della progressione tumorale legati alla generazione di danni al DNA”, commenta Fabrizio d’Adda di Fagagna. ”Grazie a questa collaborazione potremo accelerare notevolmente il processo traslazionale che collega la scoperta scientifica allo sviluppo di nuovi farmaci”.

Secondo gli accordi in essere, negoziati con TTFactor, la società di trasferimento tecnologico fondata da IFOM e IEO, al termine del piano di ricerca, che prevede l’impiego di circa 1 milione di euro in 18 mesi, la licenza esclusiva sui diritti commerciali verrà conferita a uno spin-off compartecipato da IFOM e BiovelocITA.

BiovelocITA, oltre alla partnership strategica con TTfactor, sta vagliando numerosi altri progetti biotech originati in Italia. Questo processo di scouting e selezione continuerà ancora nel prossimo anno, confidando anche nell’apporto di altre istituzioni scientifiche e università attive nel campo delle scienze della vita. Parallelamente alle partnership, per supportare l’allargamento del portafoglio progetti, BiovelocITA sta promuovendo l’apertura del capitale a nuovi soci per incrementare le proprie risorse finanziarie.

La società, al termine del primo anno di attività, ha, come detto, una disponibilità finanziaria di oltre 7 milioni di euro forniti dai propri soci tra cui Sofinnova Partners, un gruppo di investitori privati, presentati da BANOR SIM e Atlante Seed, fondo gestito da IMI Fondi Chiusi SGR, società del gruppo Intesa Sanpaolo.

“Trasformare un promettente progetto di ricerca in una realtà biotech di successo. Questo è l’obiettivo per cui è nata BiovelocITA a fine 2015. In Italia non è semplice creare un ponte che riesca a collegare il mondo della ricerca con quello dell’industria, a mettere in collegamento lo scienziato che in laboratorio fa una scoperta dai risultati potenzialmente eccezionali con chi sia realmente in grado di sostenere il progredire di tale scoperta fino a renderla concreta. È proprio questo il punto focale nel quale noi interveniamo e continueremo a intervenire intercettando e sostenendo i più meritevoli progetti di studio nelle life sciences”, afferma Gabriella Camboni, AD di BiovelocITA.

‘’L’accordo con BiovelocITA offre ai nostri ricercatori una possibilità concreta di espandere i risultati delle scoperte generate in uno dei laboratori di IFOM o di IEO verso una concreta applicazione clinica”, conclude il CEO di TTFactor Daniela Bellomo – “Per uno scienziato è una grande opportunità vedere il proprio lavoro avvicinarsi ad applicazioni cliniche innovative’’.

GUARDA LA VIDEO-INTERVISTA A SILVANO SPINELLI IN CUI LO SCIENZIATO-IMPRENDITORE RACCONTA DI BIOVELOCITA E DEI SUOI NUOVI PROGETTI

EconomyUpTv - Silvano Spinelli - La mia nuova vita tra startup, biotech e acceleratori

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