TECNOLOGIA SOLIDALE

Transizione digitale, l’appello a Draghi: “Accompagniamo gli italiani ad affrontarla”

In Italia ci sono tanti cantieri digitali aperti e già finanziati, c’è da completare l’implementazione della direttiva europea sull’accessibilità digitale e la riforma del Terzo Settore. Ma ci sono anche milioni di italiani che temono la tecnologia e l’innovazione. Vanno accompagnati nel cambiamento

Pubblicato il 19 Feb 2021

Il governo Draghi e la transizione digitale

Giovedì 18 febbraio la Camera ha discusso e votato fiducia al governo Draghi. Ripropongo il mio intervento perché ha a che fare  con la tecnologia solidale. Buona lettura o, se preferisci, buona visione.

Presidente Draghi, quattro minuti per tre temi: digitale, famiglia, Terzo Settore. Tre temi tenuti insieme da una prima parola, anzi da un primo verbo, perché è il Governo deve fare, quindi servono i verbi. E il verbo è completare.

DIGITALE. Ci sono da completare i tanti cantieri digitali aperti e già finanziati, che permetteranno a famiglie, cittadini e imprese di poter godere dei servizi pubblici in modo adeguato.

Ma c’è da completare anche una cosa, della quale nessuno finora ha parlato, cioè l’implementazione in Italia della direttiva europea che riguarda l’accessibilità digitale.

FAMIGLIA. La Ministra Bonetti garantisce una continuità nell’azione. Noi abbiamo, come Forza Italia, sostenuto la proposta di legge dell’assegno unico. L’abbiamo sostenuto con vigore e credendoci. Aspettiamo ardentemente il 1° luglio, ma non vi sfugga che al Senato devono ancora approvare la norma che noi abbiamo approvato qui alla Camera lo scorso fine luglio e, essendo una legge delega, tocca poi a voi fare tempestivamente le norme che consentiranno all’assegno di essere effettivamente erogato il 1° luglio.

Abbiamo – avete – quattro mesi davanti: possono essere tanti, ma, come insegna la storia, possono essere, purtroppo, anche molto pochi.

TERZO SETTORE: le consiglio di leggere l’editoriale di Elisabetta Soglio sul Corriere della Sera di tre giorni fa.

Lo può leggere in trenta secondi e per la persona che è lo capisce in un secondo: è un suggerimento molto semplice per portare a compimento la riforma del Terzo settore che noi, ancora una volta dall’opposizione, abbiamo sostenuto nel 2016 e che ancora dopo cinque anni aspetta di essere completata.

Presidente Draghi, ho l’onore di essere in questa Camera dal 2001. Quando sono arrivato, eravamo in tre a parlare di innovazione digitale: l’allora Ministro Lucio Stanca, Paolo Gentiloni e il sottoscritto, quindi tutti capite chi fosse il più scarso dei tre…

Tuttavia, fortunatamente, oggi non siamo come allora; siamo nell’era digitale. In Forza Italia ci sono colleghe e colleghi che seguono con passione e competenza il tema e c’è un intergruppo parlamentare per l’innovazione che non farà mancare il suo sostegno all’attività del Governo, in quello che è il secondo verbo che unisce digitale, Terzo settore e famiglia, che è il verbo “accompagnare”.

Presidente Draghi, ci sono milioni e milioni di italiani che temono il digitale, che hanno paura del 5G, che hanno paura dell’impatto che i social e i videogiochi hanno e possono avere nella crescita dei ragazzi e delle ragazze, che temono che l’intelligenza artificiale e i robot possano portare via lavori e non produrne di nuovi.

È importante che noi, che voi, che il Governo accompagni queste persone a non avere paura del digitale, a non avere paura del presente e del futuro, perché ne va realmente della possibilità di tenere insieme tutti, attraverso questi strumenti che abbiamo a disposizione.

Accompagnare, per quanto riguarda la famiglia, significa essere consapevoli che l’assegno unico non risolverà tutto. Dobbiamo tornare a rendere solidale, sostenibile, auspicabile il fatto di “mettere su famiglia”, come si diceva una volta, e fare figli.

Servono le altre norme di cui lei ha già parlato nel suo intervento al Senato, serve soprattutto un’azione culturale per far capire che avere figli non è un ostacolo al compimento della propria vita e della propria libertà, ma ne è, semmai, il completamento, e ve lo dice un uomo che ha avuto lo straordinario dono di diventare padre per la prima volta a 47 anni.

Terzo settore: accompagnare significa che le istituzioni devono smettere di considerare il Terzo settore come un mero fornitore di servizi, ma accoglierlo per quello che è, cioè uno straordinario strumento di coesione sociale, di rinnovata fiducia, che è un obiettivo quanto mai necessario da rimettere insieme in queste circostanze.

Concludo, Presidente. Lei, ieri, ha richiamato più volte al dovere dell’unità: è lo stesso richiamo che il Presidente Berlusconi ha fatto fin da marzo dell’anno scorso. Ora, finalmente, ci siamo. Noi ci siamo, non faremo mancare il nostro sostegno al nascente Governo e, per questo, vi auguriamo e le auguro un buon lavoro tenendo a mente questi due verbi: completare e accompagnare, per famiglia, Terzo settore e digitale.

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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