L'ANALISI

Rocket sharing, il nuovo paradigma di innovazione condivisa nella space economy

Condividere i costi fissi di una missione spaziale, finora una delle maggiori barriere di accesso allo spazio per le imprese: la condivisione dei satelliti, il rocket sharing, è la nuova frontiera aperta dal vettore Vega 16. Gli effetti e le prospettive nel report 2020 dell’Osservatorio Space Economy, il 14 dicembre

Pubblicato il 03 Nov 2020

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Rocket sharing: condividere i costi fissi di una missione spaziale, storicamente una delle maggiori barriere di accesso alla spazio per le imprese, e permettere così attività prima impensabili.  È questo nuovo paradigma di innovazione condivisa che sta accelerando lo sviluppo della space economy.

Il 3 settembre 2020 verrà registrata come nuova data storica per l’innovazione che fa leva sullo Spazio per una Terra migliore. Dalla base spaziale di Kourou (Guyana francese) ha preso volo il 16° lancio di VEGA, il vettore europeo progettato, sviluppato e costruito dall’azienda italiana Avio.

Si tratta di un lancio che avvicina le imprese e i privati verso l’utilizzo business di tecnologie spaziali, aprendo la possibilità di mettere in orbita carichi utili da parte di clienti diversi con il medesimo lancio. Tale fenomeno di rocket sharing permette la condivisione dei costi fissi della missione, storicamente una delle maggiori barriere di accesso allo spazio per le imprese. Nello specifico il lancio ha portato in orbita ben 53 satelliti di piccole dimensioni per 21 clienti pubblici e privati da 13 diversi Paesi.

È stata anche la prima volta in cui il carico utile di un lanciatore europeo ha utilizzato un dispenser denominato Small Spacecraft Mission Service (SSMS), segnando il record di numero di satelliti messi in orbita da clienti differenti con lo stesso lancio. Un record che rappresenta però solo l’inizio di un nuovo modo di concepire l’accesso allo spazio.

Rocket sharing, gli impatti del modello

Ma quali sono le ricadute e le applicazioni derivanti dal lancio effettuato da Avio? I 7 microsatelliti messi in orbita hanno applicazioni di varia natura, e fanno leva su sistemi di comunicazione sperimentale e sistemi di osservazione della terra.

Partiamo dalle applicazioni di osservazione della Terra. Un microsatellite consentirà di effettuare identificazione e monitoraggio nel tempo delle sorgenti mobili di gas effetto serra. Il lancio include anche il primo microsatellite messo in orbita dalla Slovenia, aprendo il paradigma della combinazione tra real-time video streaming e immagini multispettrali di osservazione della Terra. Questo sarà abilitatore di attività di monitoraggio dell’inquinamento marino in termini di perdite petrolifere e presenza di rifiuti plastici, così come di incendi ed eruzioni vulcaniche che possono impattare fortemente sul settore dell’aviazione.

Dallo spazio il monitoraggio di città e trasporti marittimi

Altre applicazioni consentiranno monitorare le città, i bacini idrici, con speciale attenzione alle foreste circondanti l’area urbana e le possibili conseguenze di intemperie di tipo metereologico. Queste applicazioni in ottica Smart City potranno avere impatti notevoli per le comunità, le aziende e le amministrazioni locali.

Un altro microsatellite ha invece l’obiettivo di migliorare ulteriormente le capacità di asset tracking nel settore marittimo, che spesso rappresenta la via primaria per lo spostamento merci tra diverse aree del pianeta. Pensate dunque agli impatti notevoli che queste applicazioni possono avere su tutto il mondo della logistica e trasporti ma anche delle assicurazioni connesse a questi ambiti.

Connettività globale a prezzi accessibili via satellite

Tuttavia, non sono stati solo satelliti per l’osservazione della Terra ad essere stati messi in orbita. Una serie di satelliti di più piccola dimensione infatti (nano e pico satelliti) vedono la loro principale applicazione nel portare una connettività globale a prezzi accessibili, portando la banda larga in aree non servite e svantaggiate in tutto il mondo. Questo è senz’altro un esempio chiave di come la Space Economy possa contribuire in maniera significativa allo sviluppo economico ma anche sociale nel mondo, accrescendo la pervasività dell’uso di strumenti digitali nel mondo.

Nello spazio la sperimentazione biologica e farmacologica

Un’ultima applicazione che potrebbe sembrare lontana e futuristica e che invece è già realtà è la sperimentazione in ambito biologico e farmacologico in condizioni di microgravità, con il controllo di un laboratorio in orbita da parte di un’applicazione mobile a terra di un team congiunto italo-israeliano. Le potenzialità di queste applicazioni sono di estremo rilievo, come lo studio per allungare la vita utile del farmaco e accelerarne il processo di sviluppo, grazie alle condizioni di microgravità, di secchezza e bassa umidità dello Spazio, che simulano una prolungata esposizione ad agenti esterni, allo stesso modo del farmaco una volta aperto dalla confezione.

Miniaturizzazione: un trend centrale per la Space Economy

Per gli appassionati di tecnologia, qualche elemento in più sui micro-satelliti ed il lancio di Avio. Uno dei trend più rilevanti della Space Economy è rappresentato dalla miniaturizzazione dei satelliti, sempre più importanti in un mondo “data-based” in quanto potenti recettori e trasmettitori di dati. L’avanzamento tecnologico ha permesso, decennio dopo decennio, di ridurre notevolmente le dimensioni dei satelliti, permettendo così ad un sempre maggior numero di aziende di costruire o commissionare i propri, iniziando a poter offrire quelli che vengono sempre più chiamati space-based services.

Le caratteristiche del 16° lancio di Vega

Ma come ha avuto luogo nella pratica questo lancio che apre la storia del rocket sharing? Nella parte alta del veicolo sono stati disposti sette microsatelliti, con una massa compresa tra i 25 e 150 kg, e diverse missioni associate. Nella parte bassa del dispenser sono stati invece collocati 46 nano-satelliti con masse da 1-2 kg fino a 6/7kg.

La complessità di questa missione è stata resa possibile grazie all’innovativo dispenser denominato SSMS (Small Spacecraft Mission Service), un adattatore modulare in fibra di carbonio progettato per rispondere alla sempre più crescente domanda di servizi di lancio per gruppi di piccoli satelliti, compresi tra la massa di 1 kg (CubeSat o gruppi di CubeSat) e 400 kg (Minisat) in orbita terrestre bassa (300 km e oltre dalla superficie terrestre).

In dicembre il report dell’Osservatorio Space Economy

In futuro potremo assistere a un sempre minor numero di missioni per la messa in orbita di singoli satelliti, a favore di missioni condivise con più satelliti a bordo. Questo lancio è stato una dimostrazione positiva e sarà disponibile anche su Vega C, l’evoluzione di Vega, per aumentare ancora il numero di missioni di clienti che contemporaneamente potranno lanciare in orbita propri satelliti abilitando nuovi servizi. Il sedicesimo lancio di Vega ci rende dunque tutti più consapevoli che la commercializzazione e l’accessibilità dello spazio sono fenomeni sempre più attuali e con forti ricadute sull’intera economia mondiale, aprendo numerose possibilità di applicazioni con un impatto trasversale in tanti settori differenti.

Della comprensione e degli effetti di questo e di altri trend in atto si occupa l’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano, che presenterà la propria ricerca annuale durante l’evento pubblico del 14 dicembre 2020, accessibile in streaming. Per informazioni è possibile contattare space-economy@osservatori.it.

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Angelo Cavallo
Angelo Cavallo

Direttore dell’Osservatorio Space Economy, Ricercatore Senior dell’Osservatorio Startup Hi-tech

Antonio Ghezzi
Antonio Ghezzi

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