Digitale e Made in Italy, perché l’identità italiana fa la differenza sul web

Da sempre Registro .it, l’anagrafe dei domini Internet .it, promuove la diffusione della cultura digitale e l’alfabetizzazione informatica, strumenti fondamentali per sostenere la competitività delle PMI e del made in Italy. Anna Vaccarelli, Responsabile Relazioni Esterne, ci racconta i progetti in corso

Pubblicato il 14 Apr 2021

registro.it made in Italy sul web

La digitalizzazione corre e, con la pandemia, è più che mai essenziale anche per le piccole imprese stare al passo. A cominciare dalla presenza sul web. Da sempre Registro .it, l’anagrafe dei domini Internet .it, si impegna a promuovere la diffusione della cultura digitale e l’alfabetizzazione informatica, strumenti fondamentali per sostenere la competitività delle PMI e del made in Italy. Il racconto di come è cambiato il comportamento di piccole aziende e professionisti e degli effetti positivi che può avere una corretta presenza su Internet è al centro di una web serie con Patrizio Roversi prodotta da Registro .it, “Digitali per caso”.

Ne abbiamo parlato con Anna Vaccarelli, ingegnere elettronico e Responsabile Relazioni Esterne di Registro .it, che dal 2004, quando ha assunto questo incarico, ha assistito e accompagnato l’evoluzione dell’approccio al web di piccole e grandi aziende italiane.

Per cominciare, qual è oggi l’importanza di un sito web .it rispetto a un’estensione internazionale?

Oggi, nell’epoca dei social, la presenza identitaria in Rete è importantissima. Avere un sito ci permette di raccontare quello che veramente siamo, senza la “gabbia” dei format a cui siamo obbligati nei social, uguali per tutti, dove è difficile emergere e farsi notare.

Internet è un mondo senza barriere, far conoscere il proprio luogo di origine con una estensione .it nel proprio nome, invece che un più generico .com o .net o .biz, può essere un valore aggiunto. La targa .it è simbolo del “made in Italy” in Rete, della qualità e dell’unicità dei suoi prodotti e servizi. Pensiamo a settori come il food, il turismo, l’artigianato, la moda, il design: l’italianità è subito sintomo di qualità, e averla chiaramente esplicitata nel nome a dominio ci rende immediatamente riconoscibili.

Ci sono poi alcune “nicchie” che possono utilizzare l’estensione per aggiungere significato al nome di dominio: “.it” può essere sfruttato come acronimo di Information Technology, ma è anche la terza persona singolare in inglese, e quindi ecco la possibilità di declinare make.it, read.it e simili.

Come hai visto cambiare l’approccio di PMI e liberi professionisti al digitale con l’evoluzione del mercato?

Tra i vari tipi di utenti che registrano un nome a dominio .it, le imprese sono state negli anni costantemente in crescita, fino a un quasi pareggio con le persone fisiche negli ultimi anni. Questo, però, non vuol dire che ormai tutte le imprese o i liberi professionisti abbiano un nome a dominio e il mercato sia saturo: c’è ancora moltissimo potenziale, ma manca la cultura del digitale, la sensibilità necessaria per capirne l’importanza e cogliere le opportunità che offre.

Lo sforzo che facciamo da oltre dieci anni come Registro .it è cercare di diffondere maggiormente questa cultura, un obiettivo che è nel nostro Dna, facendo noi parte dell’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Nel 2020, a causa della pandemia e del lockdown, abbiamo assistito a un balzo in avanti nella registrazione dei nomi a dominio (come è avvenuto anche in altri Paesi): molte imprese hanno dovuto convertirsi alla vendita online e alla consegna a domicilio e gestirla su un proprio sito, i personal trainer hanno dovuto lavorare con lezioni online, i liberi professionisti e gli artigiani promuovere le proprie attività attraverso la rete e così via. La necessità ha costretto molte persone a volgere l’attenzione al digitale e a scoprirne le potenzialità. C’è da augurarsi che questo processo continui a espandersi, e anche noi continuiamo a impegnarci per questo obiettivo.

Da questo impegno nasce anche la vostra web serie, Digitali per Caso, disponibile gratuitamente sul sito Registro .it. Di cosa tratta e quali sono gli obiettivi?

Per noi, quello che conta è sempre la forza dell’esempio. Per questo abbiamo ideato questa serie in cui Patrizio Roversi porta alla ribalta storie di imprese che con il digitale, attraverso il nome a dominio che hanno scelto e il loro sito web, hanno dato una svolta ai loro affari. Non imprese straordinarie, ma piccole imprese, spesso a conduzione familiare, piccole idee che sono diventate idee geniali; persone come tutti noi, che hanno saputo leggere il futuro e sfruttare la tecnologia e la rete.

Qui è disponibile gratuitamente la serie

L’obiettivo è che anche altri, vedendo queste storie accettino la sfida del digitale e cambino passo con le proprie attività, seguendo l’esempio di chi ha avuto successo.

Cosa possiamo aspettarci nel 2021?

Sicuramente gli episodi della seconda serie di Digitali per caso (girati prima del Covid). Inoltre, un insieme di appuntamenti periodici online, i web talk “Piccole Medie Digitali” in cui, ancora una volta, esperti e imprenditori spiegano alle imprese del loro settore come trarre beneficio dall’uso della rete e dalla propria presenza digitale. Infine una serie di podcast, curati da Pepe Moder, sempre sui temi del digitale, rivolti alle imprese, con una introduzione al tema affidata a un ricercatore Cnr, che dà un quadro dello stato dell’arte e delle prospettive future e la testimonianza di un imprenditore che ha usato la tecnologia digitale, oggetto del singolo podcast, con successo.

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Maura Valentini
Maura Valentini

Laureata in lingue orientali, sono un'amante di Giappone e innovazione. Parte del gruppo Digital360 dal 2020, scrivo per le testate EconomyUp, InsuranceUp e Proptech360.

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