Digital transformation

Premio Assiteca, ecco le aziende che usano meglio il digitale per gestire i rischi

Da Banca Mediolanum a Bosch, passando per Natuzzi. L’edizione 2016 del riconoscimento assegnato dalla società di brokeraggio assicurativo ha selezionato le imprese più attente alla sicurezza informatica, selezionate anche grazie a una ricerca degli Osservatori Digital Innovation

Pubblicato il 27 Gen 2017

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Il digitale al servizio della sicurezza aziendale. Perché la digital transformation rappresenta sì una grande opportunità di crescita per le imprese, ma è anche l’occasione per sensibilizzarle al tema della cyber security. È quello che ha provato a fare Assiteca, tra i leader del brokeraggio assicurativo in Italia, con la settima edizione del “Premio Assiteca”, dedicato al tema dell’innovazione digitale. La cerimonia finale dell’edizione 2016 ha premiato quelle aziende che meglio di altre hanno sviluppato soluzioni efficaci in ambito sicurezza informatica.

Le aziende in concorso sono state selezionate a margine di un’indagine sul settore condotta dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. Tra le 237 aziende prese in esame, il comitato tecnico scientifico ha definito il ranking di quelle più virtuose, scegliendo sia le 26 finaliste che le vincitrici.

“Siamo orgogliosi attraverso il nostro Premio di richiamare ogni anno l’attenzione sui temi del Risk Management — ha commentato Luciano Lucca, presidente di Assiteca – quest’anno abbiamo scelto un tema di grande attenzione, quello della digital innovation, che abbiamo voluto approfondire anche dal punto di vista della sicurezza informatica, sempre più presente nell’ambito dei rischi aziendali. Siamo felici di aver portato alla luce con l’indagine e le premiazioni tante eccellenze nazionali, distribuite su tutto il territorio e speriamo che la ricerca condotta dal Politecnico in funzione del Premio possa dare un contributo alla riflessione, ma anche uno slancio e all’azione”.

BUSINESS INTELLIGENCE, BIG DATA E ANALYTICS

Categoria Grandi Imprese/Nord:
Bosch Rexroth S.p.A. (Cernusco sul Naviglio – MI) – soluzioni e servizi per applicazioni industriali e mobili

Categoria Grandi Imprese/Centro Sud:
Natuzzi S.p.A. (Santeramo in Colle – BA) – produzione e vendita di divani, poltrone e mobili

SOLUZIONI MOBILE

Categoria Grandi Imprese:
Madi Ventura S.p.A. (Genova) – commercio all’ingrosso e lavorazione frutta secca

Categoria Piccole e Medie Imprese:
Futura S.p.A. (Capannori – LU) – soluzioni innovative per il tissue converting

E-COMMERCE, MOBILE COMMERCE, MOBILE PAYMENT

Categoria Grandi Imprese:
Banca Mediolanum S.p.A. (Basiglio – MI) – finanza


SMART MANUFACTURING/INDUSTRIA 4.0

Categoria Grandi Imprese:
Gruppo Fontana (Veduggio con Colzano – MB) – produzione bulloneria

Categoria Piccole e Medie Imprese/Nord:
Meccanostampi S.r.l. (Limana – BL) – costruzione di stampi e stampaggio di materie plastiche

Categoria Piccole e Medie Imprese/Centro Sud:
MV Line S.p.A. (Acquaviva delle Fonti – BA) – produzione di zanzariere, sistemi filtranti e oscuranti

DIGITAL TRANSFORMATION
Categoria Grandi Imprese:
Fater S.p.A. (Pescara) – produzione assorbenti igienici e prodotti per la pulizia della casa

In che modo quindi stanno reagendo le aziende italiane alle sfide del cambiamento digitale? Il dato più interessante che emerge dalla ricerca è che il 95% dei soggetti intervistati ritiene il digitale un fattore rilevante per la crescita. «È un dato senz’altro incoraggiante – ha commentato Raffaello Balocco, responsabile degli Osservatori Startup High-Tech e Startup Intelligence. Tuttavia va ricordato che rispetto all’Europa, lo dicono i dati, al nostro Paese mancano circa quaranta miliardi di investimenti in questo settore». Più nel dettaglio, per il 40% delle aziende intervistate l’innovazione digitale rappresenta un driver per migliorare efficacia ed efficienza dei processi; ben il 37% dei casi la considera un fattore imprescindibile per lo sviluppo futuro del business; il 18% pensa che sia importante per non perdere competitività. Solamente il 5% del campione ritiene l’innovazione digitale non prioritaria.

Tuttavia, nonostante la consapevolezza delle opportunità connesse alla digital transformation, gli investimenti in questo settore restano ridotti. Attingendo ancora dai dati della ricerca dell’Osservatorio, meno di un’azienda su quattro investe più dell’1% del fatturato in ICT, solo il 3% investe oltre il 5%, mentre il 69% investe meno dell’1% dei ricavi complessivi in ICT e addirittura il 7% delle imprese non ha effettuato nell’ultimo anno alcun investimento in tecnologie digitali. La media complessiva è pari all’1,1%. La proporzione tra budget investito in ICT e fatturato cresce con l’aumentare della dimensione aziendale: considerando solo le aziende con più di 250 dipendenti, la media degli investimenti ICT sui ricavi è del 2,3%. Insomma la strada da percorrere è ancora lunga.

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