RICERCA & INNOVAZIONE

DiM400, che cosa c’è dietro il simulatore di guida del Politecnico di Milano (unico al mondo)

VI-grade ed il Politecnico di Milano hanno annunciato l’installazione di un simulatore di guida DiM400 presso la sede universitaria. Un progetto per la ricerca, sostenuto da fondi pubblici, che vuole scommettere su uno dei settori pià strategici: la mobilità del futuro

Pubblicato il 08 Feb 2021

DiM400, il simulatore di guida dinamico installato al Politecnico di Milano

3 Febbraio 2021, Campus Bovisa, Milano. VI-grade ed il Politecnico di Milano annunciano l’installazione di un simulatore di guida DiM400 presso la sede universitaria.

Una notizia tutto sommato semplice, a prima vista: una università acquista un simulatore da un’azienda leader, per le attività di ricerca. Tutt’altro. In questa notizia c’è molto di più: avanguardia tecnologica, focus sulla ricerca scientifica, impiego di fondi pubblici, il tutto nell’ambito di uno tra i principali trend industriali e sociali dei prossimi decenni: la mobilità.

DiM400, che cos’è e come funziona il simulatore di guida più innovativo sul mercato

Per capirne la portata, partiamo dalla tecnologia: il DiM400 è l’ultimo nato tra i simulatori di VI-grade, azienda sorta nel 2005 da una “costola” di MSC software (a sua volta ben nota nel settore automotive per il suo Adams e recentemente acquisita da Hexagon), quando un team di brillanti ed intraprendenti ingegneri scorge le potenzialità del nascente mercato delle simulazioni di guida, e ci si butta a capofitto, conquistandolo fino alla recente acquisizione da parte di Spectris, colosso britannico del testing e dei sistemi di misura.

Torniamo al DiM400: cos’ha di particolare? È unico al mondo, essendo attuato attraverso un particolare sistema di cavi – seppur semplici nella loro fisionomia e forse meno avveniristici dei classici sistemi elettroidraulici – consente di percorrere enormi escursioni nello spazio, fondamentali nel replicare le dinamiche percepite a bordo di un veicolo reale. Il sistema descritto movimenta una complessa catena cinematica in grado di far muovere un veicolo di dimensioni reali in uno spazio virtuale, per applicazioni che vanno dal motorsport allo sviluppo dei sistemi di assistenza alla guida.

Perchè un simulatore di guida al Politecnico di Milano?

Cosa si fa con un’attrezzatura del genere? Se qualche anno fa i simulatori erano presenti solo all’interno delle più blasonate scuderie di Formula1, oggi consentono alle aziende automotive, e ai membri della relativa filiera, di sviluppare un veicolo realizzandone un prototipo virtuale che ne replichi comportamento soggettivo ed oggettivo, con conseguente ampio risparmio di tempi e costi di sviluppo e riduzione delle pur sempre fondamentali attività di testing su strada.

Ma non solo. I simulatori stanno diventando strumenti essenziali nello sviluppo della rivoluzionaria transizione verso la mobilità smart, interconnessa ed autonoma, consentendo di valutare la bontà delle logiche di controllo dei sistemi di assistenza alla guida, in un ambiente controllato, privo di pericoli per piloti, passeggeri e pedoni, e al contempo realistico e rappresentativo della realtà stradale.

Infinite, a questo punto, le potenzialità di un’infrastruttura del genere, nelle mani di un team di ricerca. Brillante, a dir poco, l’idea di installare il DiM (che sta per Driver in Motion) in un contesto universitario, che potrà porlo a disposizione degli studenti dei corsi di laurea (non solo di ingegneria, ma anche di discipline come la comunicazione tra uomo e macchina, l’ergonomia, la fisiologia e la filosofia etica, tutte coinvolte nello sviluppo della guida autonoma), dei gruppi di ricerca che potranno accrescere il valore e l’attrattività delle proprie attività scientifiche in un ambito innovativo e delle aziende automobilistiche, favorendo il consolidamento del virtuoso legame tra atenei ed industrie.

Risorse pubbliche per spingere lo sviluppo di un settore strategico

L’installazione del simulatore di guida alPolitecnico di Milano ha richiesto un investimento da oltre 5 milioni di euro, finanziati per quasi metà dalla Regione. Un modo intelligente di impiegare risorse pubbliche, in un ambito, quello della ricerca, che abbiamo imparato sulla nostra pelle essere il vero driver di sviluppo per un’economia sempre più basata sulla conoscenza e sulle competenze tecnico-scientifiche. Ricerca applicata, in un settore strategico come quello dei trasporti terrestri, nel quale il timing sui macro-trend relativi alla dinamica dei veicoli autonomi ed agli algoritmi che ne governeranno il moto, può essere il fattore vincente.

Chapeau a questo grande progetto, e chapeau a chi ha compreso che il momento e l’ambito giusto in cui investire risorse significative fossero oggi, e la mobilità.

Un simulatore di guida al Politecnico Milano: sfide e potenzialità

La grande sfida, nella gestione di un sistema così complesso all’interno di una struttura accademica, sarà lo sviluppo di un modello di business sostenibile e la capacità di generare profitti nel lungo periodo, che sostengano il progetto, che comporterà costi importanti dal punto di vista manutentivo e di personale, all’esaurirsi dei fondi stanziati, e che puntino su strategie di comunicazione (su cui da Milano e dalla governance del PoliMi c’è solo da imparare) che portino ben oltre i confini nazionali.

La grande forza del progetto del Politecnico di Milano e di VI-grade, in un’epoca di smaterializzazione dei concetti di prossimità e distanza, sta probabilmente nel poter essere d’ispirazione e replica sull’intero territorio, da Nord a Sud, da Est ad Ovest, a patto di veicolare opportunamente risorse da fondi strutturali e declinare la realizzazione di grandi opere tecnologiche verso trend strategici, con un chiaro approccio research-oriented.

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Flavio Farroni, ricercatore e imprenditore
Flavio Farroni, ricercatore e imprenditore

Ricercatore in Dinamica del Veicolo presso l’Università Federico II, è CEO e co-founder della startup MegaRide. "Young Scientist of the Year" secondo Tire Technology International nel 2015, e nella lista dei 10 innovatori Italiani under 35 del MIT nel 2018, per i progetti sviluppati nel settore automotive/motorsport.

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