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Manifesto AI del Comune di Milano: Layla Pavone: “Ecco i 6 valori per un’innovazione etica e trasparente”



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La coordinatrice del Board per l’Innovazione del Comune di Milano racconta la Milano Digital Week 2025 e il nuovo Manifesto per l’uso dell’intelligenza artificiale: “Non un documento etico, ma uno strumento concreto per un’AI trasparente, responsabile e al servizio dei cittadini”

Pubblicato il 17 ott 2025

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



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Layla Pavone sull'AI per Milano

Layla, ti sei ripresa dalle fatiche della Milano Digital Week 2025?

“Ma certo…la Milano Digital Week 2025 è stata una bellissima cinque giorni ricca di opportunità di confronto e di divulgazione che abbiamo co-creato insieme a TIG, partner organizzatore della Week che il Comune di Milano promuove. Hanno contributo oltre 150 stakeholder, e non mi è costata nessuna fatica ma anzi mi ha dato moltissima soddisfazione.”

Perché?

“Anche questa edizione è stata un laboratorio vivace dove le diverse intelligenze della città – cittadini, imprese, istituzioni, università, mondo della ricerca e del terzo settore – si sono incontrate.”

Chiariamo per chi ci legge. Tu sei Layla Pavone, esperta di digitale e tecnologia, imprenditrice, amministratrice delegata in Dentsu e poi in Digital Magics (ora Zest) già presidente di IAB Italia e di IAB Europa e fondatrice dello IAB Forum. Dal 2022 sei Coordinatrice del Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale del Comune di Milano e per questo motivo organizzi anche la Milano Digital Week…

“…che è come dicevo un’occasione per comprendere ed affrontare le sfide e le opportunità offerte dalla trasformazione digitale e costruire insieme una Milano sempre più “intelligente”, inclusiva e sostenibile.”

Milano e il manifesto per l’uso dell’AI

Nell’edizione di quest’anno avete presentato il “Manifesto per l’uso dell’Intelligenza artificiale”. L’ennesimo documento di principi etici? Il tentativo di Milano di fare sempre la prima della classe?

“Non direi l’ennesimo documento di principi. Siamo partiti da un’analisi molto pragmatica e concreta, che ci ha consentito di capire quanta intelligenza artificiale è già integrata nei progetti di innovazione del Comune di Milano e delle aziende partecipate. Questa mappatura ci ha fatto capire quanto l’AI fosse già pervasiva e non potrà che aumentare. Per questo abbiamo creduto fosse opportuno dotarsi di uno strumento come il Manifesto sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel Comune di Milano.”

Cosa è venuto fuori da questa mappatura?

“Informazioni estremamente interessanti: sono già 44 i progetti, 25 sperimentali e 19 già operativi che usano l‘intelligenza artificiale. Milano, ad esempio, ha un gemello digitale, vale a dire la riproduzione tridimensionale della città sulla quale si può intervenire sia in maniera manutentiva sia predittiva e con un livello di precisione che solo la tecnologia può dare.” 

Interessante, ma perché il Manifesto?

“Ci siamo chiesti: come facciamo a raccontare, a comunicare, a dire ai nostri cittadini che ci sono già questi progetti e quali valori ci impegniamo a rispettare usando l’intelligenza artificiale? Da qui il Manifesto, che racconta i valori sui quali fondiamo l’innovazione tecnologica oltre alle linee guida per l’uso e le dimostrazioni concrete dell’IA applicata nei servizi in città. Per la Pubblica Amministrazione l’intelligenza artificiale deve essere un fattore di trasparenza, equità e semplificazione, responsabilità e sostenibilità…”

…fin qui nulla da eccepire…

“L’AI può essere un alleato per migliorare la quotidianità delle persone, risolvere difficoltà, ridurre distanze, a condizione che i diritti e le esigenze delle persone vengano sempre messi al centro e che la decisione finale nella costruzione di un progetto, un prodotto o un servizio sia sempre presa dall’uomo e non dalla macchina. Con il Manifesto, che proponiamo a tutta la cittadinanza, ci vogliamo impegnare ad un impiego dell’AI rispettoso, sicuro, centrato sulle persone e orientato al bene comune. Vogliamo promuovere consapevolezza e trasparenza. C’è ancora poca consapevolezza sull’impatto dell’intelligenza artificiale in generale e quindi anche nei servizi pubblici: la divulgazione è cruciale per far comprendere cosa fa l’amministrazione, a partire dai nostri valori guida.”

I 6 valori per usare l’AI

Ho visto che sono sei i valori fondamentali che sono proposti nel manifesto? Quale ritieni essere il più importante?

“Lo sono tutti, in ugual misura.”

Troppo facile, così.

“A me piace molto il concetto di “Umanesimo digitale” che significa avere un approccio che metta la persona al centro dello sviluppo tecnologico, valorizzandone la dignità, la libertà e il pensiero critico umano. Il suo obiettivo è far sì che l’innovazione serva l’uomo, e non il contrario.per una AI al servizio della persona. Conseguenti sono la “Trasparenza e la Comprensibilità”, per garantire ai milanesi il diritto di conoscere criteri e motivi per cui vengono utilizzati gli algoritmi e così anche “Inclusività e Pari Opportunità”, per un accesso equo per tutte le fasce della popolazione ed evitare fenomeni di ‘AI divide’?”

E ci sono poi altri tre punti…

“Tutti altrettanto importanti: “Sicurezza e Protezione dei dati”, per la massima tutela di informazioni sensibili e la protezione dei dati, così come “Sostenibilità e Responsabilità Sociale”, e “Partecipazione e coinvolgimento civico.”.

Tutto condivisibile. Allora scelgo io. A che punto siamo nella attuazione di umanesimo digitale e diamoci opportunità?

“Abbiamo programmi di formazione e divulgazione molto pratici e a misura dei cittadini, agiti in una cornice di collaborazione fra pubblico e privato e che mettono la persona al centro.”

Per esempio?

“Il progetto REMID@, promosso dal Comune di Milano in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale e l’associazione Migliorattivamente, supportato da Fondazione di Comunità Milano, che ha come obiettivo principale ridurre il divario digitale. REMID@ si sviluppa direttamente nelle Case di Quartiere di tutti i municipi della città, offrendo formazione e supporto concreto per l’uso dei servizi digitali, garantendo una presenza fisica capillare in tutti i quartieri.”

Hai anche un altro esempio?

“Certo. Si chiama “Divulgatori Digitali”. Realizzato in collaborazione con Fastweb-Vodafone, mira a promuovere le competenze digitali tra i cittadini, offrendo corsi gratuiti per l’uso degli strumenti digitali nella ricerca del lavoro. Entrambe le iniziative si completano, portando consapevolezza, formazione e inclusione digitale a Milano. Abbiamo poi “Cybersecurecity.it”, un portale gratuito promosso da Comune di Milano e Milano Smart City Alliance, che offre corsi e risorse per cittadini, istituzioni e imprese su sicurezza informatica, rischi digitali, intelligenza artificiale e competenze digitali, con materiali in molte lingue e certificazioni.”

Ultimo punto. Come pensate di coinvolgere noi milanesi?

“In questi prossimi giorni sarà attivata una sezione sul sito del Comune che si chiamerà “Competenze digitali”. Informerà le cittadine ed i cittadini in modo semplice e aggiornato su tutti i progetti, i corsi di formazione, i workshop di co-creazione relativi a digitale e AI. Inoltre, sia quest’anno che nel 2026 organizzeremo workshop dedicati al digitale e all’IA. Infine, come tu ben sai, perchè vi hai partecipato con la tua Fondazione Pensiero Solido proprio recentemente, molto spesso in collaborazione con la Commissione Innovazione, Trasparenza e Agenda Digitale vengono indette audizioni ed iniziative periodiche di ascolto e confronto con gli stakeholder e la cittadinanza.”

Un approccio a tutto tondo…

“Si tratta di un approccio circolare, anzi olistico, che coinvolge tutta l’amministrazione: giunta, consiglio comunale, direzioni di settore, con il Board dell’innovazione tecnologica che agisce come catalizzatore, unisce e collega tutti gli stakeholder della città, sta in ascolto e ha come principale obiettivo la soddisfazione dei cittadini. Come dice il Manifesto l’Intelligenza Artificiale deve essere un motore di equità e semplificazione, trasparente, umano-centrico e orientato al bene comune, in poche parole per aiutare le persone a vivere meglio.”

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