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Lo startupper in azienda: come trasformare i dipendenti in imprenditori

Si può essere imprenditori in azienda? Si, anche se non è facile. È questa la sintesi del libro di Roberto Battaglia “Startupper in azienda”, una guida sull’intrapreneurship che fa bene alle imprese e ai dipendenti. Perché l’innovazione è soprattutto una questione di persone

Pubblicato il 27 Gen 2021

Photo by Riccardo Annandale on Unsplash

Si può essere imprenditori in azienda? Si, è possibile anche se non è facile. Sta in questa risposta la sintesi di “Startupper in azienda” il libro di Roberto Battaglia appena pubblicato da Egea e dedicato al “potenziale imprenditoriale nascosto nelle organizzazioni”. Una guida di 300 pagine per chi ha capito che l’innovazione si fa con le persone ma anche per chi considera il lavoro, seppure da dipendente, come un’occasione di espressione e quindi di innovazione.

Roberto Battaglia è attualmente il responsabile della Direzione del Personale della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo ma è stato Head of Innovation Culture and Development del gruppo. Da 20 anni si occupa di risorse umane e sulla via di Damasco è rimasto folgorato dall’innovazione. Non poteva quindi che approdare alla corporate entrepreneurship e allo startupper in azienda con un libro dove si sentono  esperienze e tentativi, riflessioni e delusioni, fallimenti e successi di chi lavora con l’innovazione all’interno di un’organizzazione complessa.

Roberto Battaglia
Per fare innovazione non basta la tecnologia, né le risorse finanziarie per comprarla. Ci vogliono anche e soprattutto le risorse umane. Servono le persone, le loro competenze, la motivazione e, perché no, un pizzico di ambizione. Quindi l’innovazione è anche una questione di HR, di modelli, metodi e processi. Da dove cominciare per liberare il potenziale imprenditoriale che si nasconde nelle organizzazioni? Come si diventa imprenditori in azienda?

La domanda prevede già un gioco delle parti. Secondo Roberto Battaglia, gli ingredienti base sono: aziende che mettono a disposizione “spazi di espressione” non momentanei e dall’altra persone pronte a occuparli con coraggio. Perché la miscela funzioni, però, non possono mancare pochi e chiari meccanismi per l’uso di questi spazi e una cassetta degli attrezzi per trasformare problemi e sfide in soluzioni concrete. Insomma, bisogna creare le condizioni per fare esprimere la creatività imprenditoriale che è nei dipendenti, ma questi devo fare la loro parte con convinzione e senza paura.

Il viaggio nel mondo dell’intrapreneurship non è comodo e richiede una iniziale e duplice presa di coscienza: c’erano una volta le burocrazie efficienti, il lavoro non è più quello di una volta. L’imprenditività deve diventare un nuovo modello organizzativo, suggerisce Battaglia, una nuova normalità in cui l’azienda possa funzionare come un ecosistema di imprenditori interni. Non è per nulla semplice e per nulla scontato ma si possono fare passi importante in questa direzione se si applicano metodi corretti e strumenti efficaci.

“Startupper in azienda” è, in questo senso anche una guida per HR manager volenterosi e dipendenti ambiziosi che aspirano ad avere un ruolo innovativo in un’azienda che vuole fare davvero innovazione. Una guida organizzata in cinque percorsi di lettura: le immagini da interpretare per chi cerca la sintesi, i contenuti da comprendere a colpo d’occhio per chi vuole uno sguardo d’insieme, i concetti chiave da sfogliare per chi è abituato al web, i punti di vista divergenti per chi si nutre di storie, i sentieri su misura per chi cerca consigli personalizzati.

Non mancano quindi le istruzioni per l’uso, che vanno sotto il titolo UP: Unlock Potential. Libera il tuo potenziale, diventa uno startupper in azienda, porta il tuo contributo ai risultati economici. Ma, ricordiamolo, non è facile e quindi vanno sciolti diversi nodi che riguardano le persone, le regole e gli strumenti. Battaglia propone la sua esperienza: si accettano solo volontari, disposti a mettere in gioco un po’ del loro tempo libero, si lasciano abbastanza liberi ma controllati a distanza, le sfide partono dal basso. Individuato l’Upper, che è l’attore protagonista, non possono mancare gli angeli che lo accompagnano: dall’HR alla redazione che racconta le sue imprese, dalla cabina di regia per gestire le sfide al tavolo dei giurati. Poi ci sono i tool, ma chi è interessato può approfondire con il libro.

L’innovazione è prima di tutto mentale, si legge a un certo punto nel libro di Roberto Battaglia, e scovare gli startupper in azienda è un impegno che può essere fatto solo se coerente con le strategie, gli obiettivi e la spinta dei vertici verso l’innovazione. Ed è un impegno con importante effetti collaterali sulla vitalità dell’organizzazione che, così facendo, resta potremmo dire più giovane.

Chiudo con dieci dei 27 hashtag che compongono il Manifesto per gli Intrapreneurs che chiude il libro di Battaglia: iniziativa, rischio, immaginazione, apprendimento degli errori, curiosità, ambizione, ottimismo, flessibilità, velocità, responsabilità. Ma vi immaginate quante cose si potrebbero fare e quale accelerazione potrebbe avere l’innovazione nelle aziende con dipendenti com queste caratteristiche?

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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