L'ANTEPRIMA

Le 10 cose che servono per fare dell’Italia un Paese innovatore

Creare ricchezza e non redistribuirla. Sostenere innovazione e ricerca e rendere invisibile la Pubblica Amministrazione. Ecco il decalogo che sintetizza i temi trattati nel nuovo libro di Alfonso Fuggetta “Il Paese innovatore”, che arriva in un momento di grande dibattito sulla trasformazione e il futuro dell’Italia

Pubblicato il 21 Ott 2020

Italia, Innovazione

Il Paese innovatore. Un decalogo per reinventare l’Italia” è il titolo del nuovo libro di Alfonso Fuggetta che Egea manda in libreria a partire da giovedì 22 ottobre. Fuggetta, professore ordinario di Ingegneria del Software al Politecnico di Milano  e amministratore delegato e direttore scientifico di CEFRIEL, parte da una domanda, che è di grande attualità nella fase storica che stiamo attraversando: “Quale Paese vogliamo?”. A questa ne viene collegata una che è di particolare interesse per noi di EconomyUp: qual è il ruolo dell’innovazione nella società e nelle imprese?  I temi sono molti e complessi.  Pubblichiamo in anteprima il decalogo che li sintetizza e che dà il sottotitolo al libro “Il Paese innovatore” 

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Come caratterizzare un Paese innovatore? Non è facile darne una visione sintetica e strutturata. Si corre sempre il rischio di dimenticare qualche elemento o di introdurre eccessive semplificazioni. Ho cercato di indicare tutti i temi che ritengo maggiormente significativi in un decalogo che costituisce l’indice e la struttura del resto di questo lavoro.

1. Un Paese innovatore deve creare ricchezza

Un Paese moderno deve mettere al centro dell’azione di governo la creazione sostenibile di valore e di ricchezza, e non affidarsi prevalentemente a politiche ridistributive.

2. In un Paese innovatore il valore non è creato dallo Stato

Il valore è creato primariamente dalle imprese e dalla società civile, non dallo Stato. Lo Stato deve innovare il proprio modo di essere e operare, investire in infrastrutture critiche materiali e immateriali o in presenza di fallimenti del mercato, ma non è imprenditore o innovatore in quanto soggetto economico che opera nel mercato. Lo Stato e gli enti locali non devono sostituirsi alle imprese, quanto favorirne la nascita e la crescita, attivare politiche per l’attrazione degli investimenti e promuovere lo sviluppo delle imprese già presenti sul territorio.

3. Un Paese innovatore investe in formazione

Il lavoro di qualità, la formazione e l’istruzione sono la leva essenziale per garantire i diritti delle persone e promuoverne e difenderne la dignità. Il Paese deve investire in modo prioritario nello sviluppo e nell’aggiornamento continuo e sistematico delle conoscenze, competenze e professionalità dei cittadini. In particolare, è vitale innalzare il livello medio di formazione dei nostri giovani.

4. Promuovere l’innovazione delle aziende

L’innovazione nel settore privato deve essere promossa e sostenuta a) con interventi di carattere normativo e giuridico (semplificazione e de-legificazione); b) promuovendo l’interazione tra imprese e mondo della ricerca, dell’istruzione, delle istituzioni; c) abilitando e accelerando i processi innovativi delle imprese con strumenti normativi e finanziari agili e veloci.

5. Sostenere e finanziare la ricerca nel lungo periodo

Le attività di ricerca sono essenziali per creare conoscenze e competenze vitali per la crescita complessiva del Paese. Sono attività che hanno alti tassi di incertezza e rischio e, quindi, devono essere sostenute e finanziate dal pubblico con strumenti strutturali e di medio-lungo periodo in accordo con i programmi europei.

6. La Pubblica Amministrazione deve diventare invisibile

La missione principale del settore pubblico non è erogare «nuovi servizi digitali». Troppe volte i «servizi» sono solo pagamenti o adempimenti richiesti ai cittadini e alle imprese a causa dei limiti e delle incapacità della Pubblica Amministrazione. La PA deve diventare invisibile, cancellando adempimenti e obblighi di natura meramente burocratica e rendendosi al contrario vicina e visibile a cittadini e imprese per rispondere ai loro reali bisogni, offrendo o promuovendo servizi di qualità (in particolare: sanità, scuola, lavoro).

7. Promuovere regole moderne

Il Paese Innovatore. Un decalogo per Lo Stato, in prima persona e all’interno degli organismi internazionali a partire dall’Unione Europea, deve promuovere una regolazione moderna in grado da un lato di cogliere le sfide poste dalle nuove tecnologie (per esempio per ciò che concerne il rapporto tecnologia-lavoro e la gestione dei dati personali) e dall’altro di abilitare processi innovativi agili e diffusi.

8. Diffondere la banda ultra-larga fissa e mobile

Le reti e le infrastrutture digitali sono uno strumento indispensabile per la crescita. È necessario che il Paese faccia un salto di qualità nella diffusione e nell’utilizzo della banda ultra-larga fissa e mobile.

9. Garantire l’uguaglianza di opportunità

Lo Stato deve garantire che ogni cittadino non sia lasciato in condizioni di indigenza e che abbia le stesse opportunità sia dal punto di vista dell’accesso a processi formativi sia per quanto riguarda il proprio sviluppo professionale e imprenditoriale.

10. Lo Stato deve stimolare il mercato

Il pubblico deve stimolare il mercato rinnovando e qualificando la propria domanda, ripensando nel contempo radicalmente i propri processi e modelli di acquisto così da superare l’attuale irrisolta contrapposizione tra bisogno di flessibilità e velocità da un lato e volontà di controllo dall’altro.

I temi evidenziati in questi dieci punti sono, uno per uno, di una complessità e criticità tali da far tremare le ginocchia a chiunque sia dotato di buon senso. Non ho quindi l’ambizione di fornire una discussione enciclopedica, scientifica e completa di tutte queste problematiche. Vorrei solo proporre pensieri e riflessioni che nascono dalla mia esperienza: alcuni saranno più dettagliati e specifici, altri più generici e di principio. Spero che il lettore vorrà perdonare questa disomogeneità di contenuti e vorrà invece ritenere utile il tentativo di dare forma e struttura a una tematica tanto complessa e importante.

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Alfonso Fuggetta
Alfonso Fuggetta

Professore ordinario di Ingegneria del Software presso il Politecnico di Milano e Faculty Associate presso l’Institute for Software Research della University of California. Dal 2003 è Amministratore Delegato e Direttore Scientifico di CEFRIEL, centro di eccellenza per innovazione, ricerca e formazione nell’Information & Communication Technology.

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