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L’innovazione con i soldi pubblici: la Cina investe 30 miliardi di dollari nel venture capital di Stato

Il governo di Pechino lancia un fondo per “sostenere l’innovazione tecnologica e i progetti di crescita industriale”, quindi anche le startup. Un altro segnale sulla necessità dei contributi statali per far decollare i progetti innovativi. Come è accaduto negli Stati Uniti con l’iPhone…

Pubblicato il 22 Ago 2016

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Anche la Cina scopre il venture capital pubblico. È stata approvata di recente dal Consiglio di Stato cinese l’istituzione di un fondo di venture capital da 200 miliardi di yuan (30,19 miliardi di dollari) per investire in tecnologia innovativa e “progetti di crescita industriale”, quindi, plausibilmente, anche in startup e scaleup. Una decisione in linea con un trend europeo ma anche mondiale: da recenti dati è emerso che i principali fondi di venture capital in Europa sono promossi e finanziati con soldi pubblici, magari in collaborazione con partner privati. Ma anche negli Usa, considerata da molti la patria del liberismo più sfrenato, l’innovazione, specialmente ai suoi albori, è stata ampiamente finanziata dalle casse federali, come ha più volte ricordato la docente ed economista Marianna Mazzucato, che sostiene proprio questa tesi: la necessità di far decollare e alimentare progetti innovativi attraverso il contributo statale.

Evidentemente il gigante cinese è linea con questo pensiero. Come si legge in una nota ufficiale, il Paese “sta incoraggiando le sue realtà industriali ad incrementare la catena del valore attraverso l’innovazione tecnologica e migliori standard di efficienza, allo scopo di creare conglomerati competitivi a livello globale. Ha perciò assicurato che sarà più selettivo nel modo in cui eroga i fondi e punta a tagliare il credito per quelle aziende non competitive che non riescono a crescere”.

Che l’immenso Paese asiatico fosse da tempo interessato allo sviluppo delle startup lo può dimostrare anche un singolo episodio: l’anno scorso la startup cinese Meituan-Dianping ha ricevuto 3,3 miliardi di dollari in un solo round di investimento, aggiudicandosi la simbolica “medaglia” di più ingente raccolta di capitali privati al mondo da parte di una startup sostenuta dai venture capital. La notizia assume ancora più interesse considerando che Meituan-Dianping era nata ad ottobre 2015 da una fusione del valore di 15 miliardi di dollari fra due competitor (che tutt’ora operano sul mercato come marchi indipendenti): Meituan.com e Dianping Holdings.

Meituan-Dianping, una startup cinese è tra le più finanziate al mondo

In generale nel 2015, grazie a una politica industriale decisa a puntare sullo sviluppo delle Internet companies, gli investimenti VC in startup hanno toccato la quota record di 37 miliardi di dollari.

Quest’anno arriva il nuovo fondo di venture capital statale che dovrebbe imprimere un’ulteriore accelerazione al settore. È finanziato dalla China Reform Holdings Corp Ltd, dalla Banca per i Risparmi postali della Cina, dalla Corporazione bancaria per le Costruzioni della Cina e dal Shenzhen Investment Holdings.

Il principale promotore e azionista di controllo resta il China Reform Holdings Corp Ltd, società di proprietà dello Stato che opera come una holding: attraverso le sue sussidiarie, è focalizzata su management buy-outs, acquisizioni, merger, ricapitalizzazioni, ristrutturazioni e altre attività riguardanti le multinazionali.

Un “gemello” europeo del fondo di venture capital cinese potrebbe essere High-Tech Gründerfonds , fondo di venture capital a capitale misto pubblico-privato con sede a Bonn, in Germania, specializzato in investimenti early stage su startup ad alto potenziale high-tech, che ha al suo attivo 76 investimenti effettuati. Tra i suoi investitori il ministero dell’Economia e della Tecnologia, il gruppo bancario kfW di proprietà del governo e 12 gruppi industriali tra cui Bosch, Deutsche Post e Deutsche Telekom. È il primo degli 11 venture capital europei più attivi nell’ultimo anno e mezzo, secondo un’indagine di PitchBook Platform, società che fornisce dati alle aziende su venture capital e private equity. Lo studio scatta una fotografia dell’Europa dei vc e in particolare si concentra sugli 11 primi posti. Di questi, ben otto sono finanziati con capitale pubblico, o misto pubblico-privato, o attraverso fondi europei.

Venture capital, i fondi più attivi in Europa sono finanziati con soldi pubblici

La questione del ruolo dello Stato nell’economia e negli investimenti economici e finanziari è stata a lungo

Marianna Mazzucato

dibattuta. Dalle notizie e dai dati riportati sopra emerge la conferma della validità della tesi di Marianna Mazzucato, docente di economia dell’Università del Sussex, contenute nel suo libro “Lo Stato innovatore” del 2014. Lo Stato di Mazzucato, scrive il professor Fabio Sdogati, non è di quelli che ‘mettono le pezze’, suppliscono ai fallimenti del mercato: esso è motore attivo di sviluppo, innovatore e’, imprenditore, operatore coraggioso di scelte tecnologiche e imprenditoriali epocali. È, in breve, uno Stato ‘statunitense’ (e britannico), non europeo. Uno Stato che, per esempio, attraverso la National Science Foundation, identifica e indica i grandi filoni della ricerca innovativa, filoni che invita le Università e i centri di ricerca a seguire e perseguire.

Chi ha creato l’iPhone? Apple o il governo?

La ricerca e l’innovazione, sostiene Mazzucato, non possono essere finanziati esclusivamente dai privati, specialmente quelle di medio e lungo termine, dal momento che nessun privato ha interesse a spendere molti soldi per un progetto la cui validità, e conseguente redditività, sarà dimostrata (se riuscirà ad essere dimostrata) tra dieci o 20 anni. Di fatto, sottolinea la docente, anche negli Usa, patria del libero mercato, lo Stato ha contributo a coltivare – e molto – l’innovazione. Per esempio tutte le più importanti tecnologie nei prodotti di Apple, compresi iPhone e iPad, sono state sviluppate grazie a una notevole quantità di fondi pubblici. Poi Europa e Cina hanno imparato la lezione.

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