Dieci anni di innovazione aperta e tre di call for ideas rivolte ai dipendenti, perché anche l’open innovation interna è importante, tanto quanto quella che si può fare con le startup, i centri di ricerca, le università. È il tema della conversazione con Enrico Pochettino, Head of Innovation del Gruppo Iren, multi‑utility italiana quotata (energia, gas, ciclo idrico e servizi ambientali) e attiva prevalentemente nel Nord-Ovest con più di 11mila dipendenti e oltre 6 miliardi di fatturato.
Le grandi aziende hanno ormai capito che le idee migliori per innovare e crescere possono arrivare proprio da chi lavora all’interno, ogni giorno. La chiave? La corporate entrepreneurship e l’innovazione aperta. Coinvolgere i dipendenti in questo processo non solo crea un ambiente più dinamico, ma spinge l’azienda a pensare fuori dagli schemi, sfruttando la creatività che spesso rimane nascosta.
Vediamo con Enrico Pochettino come si costruisce questo percorso, quali criticità ha e quali risultati può portare.
Indice degli argomenti
Perché creare un programma di imprenditorialità interna?
In IREN abbiamo adottato, a partire dal 2015, un approccio di Open Innovation, ovvero ci siamo strutturati per dialogare efficacemente con l’ecosistema esterno dell’innovazione (startup, centri di ricerca, acceleratori, fornitori, ecc.) attraverso una struttura centralizzata nella capogruppo e l’attivazione di strumenti e partnership specifiche.
Nel corso degli anni ci siamo però resi conto che, come in agricoltura non è sufficiente avere dei buoni semi e una buona irrigazione per avere un buon raccolto, ma occorre anche avere un terreno fertile per far attecchire e crescere le colture, avevamo bisogno di stimolare e “fertilizzare” anche i colleghi a tutti i livelli per assimilare una cultura aperta all’innovazione .
Abbiamo perciò avviato un programma di open Innovation Interna che si sviluppa con più strumenti che per strade diverse portano al medesimo obiettivo: accrescere le competenze e le capacità imprenditorialità del personale Iren.
Quali sono gli strumenti del vostro programma di open innovation interna?
Il principale strumento, che si affianca ad esempio ad una newsletter con notizie di innovazione in settori adiacenti a quelli di IREN, a laboratori di idee auto-gestiti da volontari arruolati con una call interna per affrontare temi strategici di frontiera quali la CCUS, sono le Call4Ideas interne.
La prima Call4Ideas è stata lanciata nel 2022 con l’obiettivo di valorizzare le idee dei dipendenti, stimolando la cultura dell’innovazione e favorendo la contaminazione tra competenze diverse.
Uno degli elementi distintivi di Call4Ideas è la sua natura profondamente inclusiva. Il programma nasce dalla convinzione che ogni persona in azienda possa essere portatrice di idee di valore, indipendentemente dal ruolo, dalla sede o dall’età. In questi tre anni intuizioni nate sul campo, osservazioni quotidiane o semplici curiosità hanno dato vita a progetti strutturati e ad alto impatto.
Quali sono stati i risultati delle call4ideas?
In tre edizioni, la call ha coinvolto centinaia di colleghi e colleghe, generato decine di progetti e dato vita a soluzioni concrete che stanno contribuendo a trasformare il nostro modo di lavorare. Ecco qualche numero: 251 persone coinvolte, 330 idee candidate, 186 persone ammesse a percorsi di incubazione, 24 team finalisti, oltre 300 ore di coaching ai team, 24 mento interni coinvolti, 10 progetti vincitori.
Il programma ha progressivamente introdotto elementi più coinvolgenti: bootcamp, mentoring personalizzato e percorsi formativi su misura. L’edizione 2024 ha segnato un ulteriore passo avanti, eliminando la selezione intermedia e puntando su un accompagnamento continuo dei team, con l’obiettivo di valorizzare ogni proposta e stimolare la collaborazione trasversale.

Che cosa vi anno insegnato tre anni call for ideas con i dipendenti?
L’innovazione aperta a tutti non è solo uno slogan, ma un principio che guida il nostro modo di lavorare: creare spazi in cui ciascuno possa esprimersi, avere i giusti strumenti e contribuire attivamente alla trasformazione del Gruppo. Call4Ideas ha dimostrato che il vero motore del cambiamento sono le persone, quando vengono messe nelle condizioni di collaborare, progettare e sperimentare.
Il primo insegnamento è che nelle grandi organizzazioni, che necessariamente sono fortemente gerarchizzate e organizzate per obiettivi industriali che più si scende verso i livelli operativi sono di breve termine, spesso le idee sono soffocate perché portano ad una defocalizzazione dagli obiettivi. Ci sono in pratica pochi spazi per poter proporre nuove soluzioni ed ottenere budget e attenzione per lo sviluppo.
Con le call4ideas abbiamo creato un canale dedicato e privilegiato che ha permesso a queste idee di emergere, di essere valutate a più step, dando anche gli strumenti i tea ed i budget per renderle prima valutabili secondo logiche industriali ed alcune di esse essere successivamente industrializzabili.
Inoltre, con più edizioni, abbiamo rilevato anche una maggiore attenzione e propensione delle strutture operative a dare ascolto alle idee nella quotidianità, a prescindere dalla call annuale, che è il vero obiettivo che vogliamo raggiungere.
In secondo luogo è emerso che le competenze “imprenditoriali”, ovvero le skill legate al business development, dall’analisi del mercato, ai rischi, benefici, scalabilità, ecc. non sono sufficientemente diffuse e devono essere insegnate, rafforzate o affinate.
I programmi di formazione che affiancano la call ci hanno permesso di creare delle competenze sia con lezioni frontali che on demand con video pillole, sia sul campo per i team che hanno proseguito i vari step del processo di trasformazione delle idee in progetti industriali
Quali sono state le principali criticità da superare e quali i migliori risultati?
L’obiettivo è sempre quello di estendere l’innovazione a ogni livello dell’organizzazione, ma l’iniziativa rischia di coinvolgere un gruppo ristretto di dipendenti, ovvero solo quelli che si mettono in gioco. Ciò limitata la diffusione di nuove idee e soluzioni, riducendo il potenziale trasformativo dell’intero programma.
L’esperienza ha quindi messo in evidenza la necessità di rinnovare costantemente le modalità di coinvolgimento e di individuare strategie più inclusive, per evitare che l’innovazione rimanga appannaggio di pochi e per stimolare una partecipazione più ampia e trasversale.
Uno dei risultati più significativi emersi nel corso di questi anni riguarda la progressiva diffusione e il consolidamento di una solida cultura dell’innovazione all’interno dell’organizzazione. L’innovazione, infatti, non è più percepita come prerogativa esclusiva di alcuni reparti, ma come un approccio condiviso che porta ogni collega, indipendentemente dalla propria area di appartenenza, ad interrogarsi costantemente su come migliorare il lavoro quotidiano, ricercare soluzioni originali ai problemi, abbracciare un approccio sperimentale e nutrire la curiosità verso nuove opportunità.
Questa attitudine, favorita e rafforzata dal percorso intrapreso con le Call4Idea contribuisce a creare un ambiente in cui ciascuno si sente legittimato e incoraggiato a proporre idee, partecipare attivamente ai processi di cambiamento e collaborare con i colleghi per generare valore condiviso.
Ci dai qualche esempio di un’idea dei dipendenti che è diventata un prodotto o servizio?
Ecco due esempi in ambiti molto diversi.
Il primo è Microturbine, un progetto nato con l’obiettivo di sviluppare una soluzione innovativa per il monitoraggio off-grid delle reti idriche: sfruttare l’energia potenziale dell’acqua in movimento all’interno degli acquedotti per alimentare sensori e dispositivi di controllo anche in aree remote prive di accesso alla rete elettrica. Sono state testate turbine commerciali e prototipi interni, adattati per funzionare con portate molto basse e installati in impianti pilota. I test hanno confermato la fattibilità tecnica ed economica della soluzione, con benefici attesi in termini di riduzione dei costi di gestione, miglioramento del servizio e sostenibilità ambientale.
Il secondo è Iren Engage, un progetto che valorizza le competenze interne attraverso una piattaforma che facilita l’incontro tra domanda e offerta formativa, coinvolgendo i dipendenti anche come docenti: ogni dipendente può candidarsi come formatore, contribuendo alla crescita collettiva.
In quali ambiti sono le idee selezionate nella call 2025 e a che punto sono?
Le idee selezionate quest’anno spaziano su diversi ambiti, toccando sia l’innovazione tecnologica sia l’ottimizzazione dei processi interni e il miglioramento dell’esperienza del cliente. Tutti i progetti si trovano attualmente in una fase di sperimentazione, volta a verificarne la validità sia dal punto di vista tecnico sia rispetto ai benefici concreti che possono apportare alle aree coinvolte.
Alcune iniziative sono orientate all’applicazione di nuove metodologie di analisi e simulazione nei settori strategici dell’azienda utilizzando specifici tool di AI, altre puntano a rendere più efficienti e trasparenti i processi operativi, generando vantaggi sia per l’organizzazione sia per i clienti. Non mancano progetti dedicati all’integrazione e alla collaborazione tra le diverse funzioni aziendali, con l’obiettivo di favorire una maggiore sinergia e lo scambio di informazioni all’interno del Gruppo.
Quanto le attività di innovazione con i dipendenti si integrano con quelle di innovazione aperta con le startup?
Molto: l’integrazione tra le attività di intrapreneurship aziendale e l’ecosistema dell’innovazione rappresenta un elemento chiave per la crescita professionale dei dipendenti coinvolti.
Durante i mesi dei programmi di imprenditorialità i colleghi hanno l’opportunità di entrare in contatto diretto – spesso per la prima volta – con l’ecosistema delle startup, sia a livello nazionale che internazionale. Questo incontro si rivela di grande valore, in quanto permette ai partecipanti di confrontarsi con soluzioni all’avanguardia, tecnologie innovative e approcci inediti alla risoluzione dei problemi.
Il confronto con contesti dinamici permette ai partecipanti di sviluppare nuove competenze relazionali e operative, utili anche dopo il programma, migliorando il loro modo di lavorare e promuovendo un approccio più innovativo in azienda.
Da leggere sull’imprenditorialità interna alle aziende
- Che cos’è la corporate entrepreneurship e perché rende le aziende più competitive Il concetto e la pratica della corporate entrepreneurship e il suo impatto sulla competitività delle aziende.
- Corporate entrepreneurship: strumenti e case studies per l’innovazione in azienda Una guida generale al modello di corporate entrepreneurship, con definizioni, strumenti e case.
- Gli intrapreneur, come riconoscerli e come coltivarli in azienda Un articolo focalizzato sui i dipendenti‑imprenditori in azienda e come individuarli e fare emergere la loro creatività
- Corporate entrepreneurship, alle aziende serve per fare meglio open innovation Un’analisi che collega corporate entrepreneurship e open innovation, con focus sul coinvolgimento interno di manager e dipendenti.








