L'INTERVISTA

Human Technopole, il presidente Marco Simoni: “Faremo un centro per il trasferimento tecnologico”

Il presidente del polo tecnologico che sta sorgendo nell’ex area Expo fa il punto su attività e prospettive: tra pochi mesi un centro per il tech transfer ispirato alle eccellenze internazionali e, entro l’anno, 400 scienziati a bordo. All’insegna del dialogo con le imprese: “Cerchiamo co-finanziamenti”

Pubblicato il 18 Gen 2021

Marco Simoni, presidente di Human Technopole

Il trasferimento tecnologico troverà casa a Human Technopole (HT) a Milano. All’interno del grande polo italiano nato per rivitalizzare i luoghi un tempo occupati dall’Expo 2015 e per inseguire un obiettivo di eccellenza scientifica, è previsto uno spazio dedicato ai processi frutto della collaborazione tra ricerca universitaria e industria. Lo anticipa a EconomyUp il presidente Marco Simoni: “Stiamo costituendo un centro, che dovrebbe nascere entro i primi tre mesi dell’anno, con l’obiettivo di aiutare le scienze della vita a convergere in un posto dove possano incontrarsi imprese e ricerca. Il nostro modello è il tech transfer center del Saint Peter’s College”. Obiettivo del nuovo hub? “Valorizzare la proprietà intellettuale. Le università spesso non possono permettersi di assumere esperti di proprietà intellettuale: figure ibride (possono essere dottorandi che non vogliono necessariamente fare gli scienziati, o viceversa persone provenienti dal mondo dell’industria) che devono essere in costante dialogo con gli uomini e le donne di scienza”. Simoni aggiunge che sarà una “struttura molto leggera: non c’è bisogno di grandi investimenti, serve la capacità di creare connessioni, che in Italia scarseggia, per ragioni burocratiche e non solo”.

Se il centro di trasferimento tecnologico vedrà effettivamente la luce, lo sapremo nei prossimi mesi. Certamente Human Technopole – progetto nato con il governo Renzi – continua a svilupparsi, sia pure senza clamori e con ritmi non accelerati. Gli operai stanno costruendo mattone su mattone le nuove strutture. La pandemia ha inevitabilmente rimescolato le carte e portato altri temi alla ribalta mediatica, ma i lavori, le attività e le assunzioni di personale proseguono. L’obiettivo è dare una “casa”, nel 2021, a circa 400 scienziati provenienti da ogni parte del mondo, assicura Marco Simoni, romano, 46 anni, laurea in scienze politiche, dottorato alla London Political School of Economics, consigliere per le relazioni economiche prima di Renzi e poi di Gentiloni e da maggio 2018 presidente di Human Technopole.

A che punto è Human Technopole

Con lui, a margine di un incontro di Spazio Milano, facciamo il punto sullo stato attuale di HT e sulle prospettive per il futuro. Partendo da cos’è Human Technopole: un’infrastruttura di ricerca su scala nazionale, il cui  campus occupa una superficie di circa 22.000 metri quadri, collocato nell’ex area Expo tra Milano e Rho. È composto da tre edifici esistenti (Palazzo Italia, Padiglione Nord, Padiglione Sud), gli incubator labs e un edificio di nuova costruzione (South Building, che sarà completato entro il 2026). Insieme ospiteranno vari centri di ricerca e facilities scientifiche per un totale di 35.000 metri quadri di laboratori interdisciplinari. A regime, Human Technopole impiegherà fino a 1.000 scienziati in diversi campi tra cui biologia, bioinformatica, chimica, ingegneria, fisica, matematica, scienze della salute, studi computazionali e informatica, che lavoreranno insieme su tematiche di ricerca di rilevanza biomedica.

Sono 5 i centri di ricerca di Human Technopole: Genomica, Neurogenomica, Biologia Strutturale, Biologia Computazionale, Centre for Analysis, Decisions and Society. La leadership scientifica è stata già definita. QUI ulteriori informazioni sulla governance.

Human Technopole

I valori di Human Technopole

Marco Simoni ricorda i valori su cui si basa l’intero progetto.

1) Eccellenza scientifica – “La si raggiunge portando le eccellenze della scienza a Milano. Circa 50 scienziati internazionali hanno partecipato come membri alle nostre commissioni indipendenti per selezionare gli esperti da assumere”.

2) Internazionalità e diversità – “Abbiamo assunto scienziati di Cambridge, Dresda, Yokohama, Milano, Croazia, Londra…Persone da tutto il mondo, insomma. Inoltre, una delle prime cose che abbiamo fatto, è stata istituire il Comitato per la diversità, guidato dalla professoressa Maria Grazia Roncarolo. Studi hanno dimostrato che la carenza di Stem (competenze tecnico-scientifiche) tra le donne ha radici nella più tenera età. Perciò la nostra Gaia Pigino, biologa scelta per la copertina della rivista Science per le sue scoperte sull’infertilità maschile, va nelle scuole elementari e negli asili a parlare con le bambine. Certo, i cambiamenti profondi hanno bisogno di tempo”.

3) Interdisciplinarietà – “Vogliamo fare progressi nella medicina personalizzata e predittiva. Per questo abbiamo statistici, fisici, matematici, biologi, genetisti. Tutto all’insegna dell’incrocio tra discipline”.

4) Servizio – “Le nostre tecnologie sono aperte, al servizio della comunità. Se sei un biologo non residente a Milano che vuole usare i microscopi che abbiamo solo noi in Italia, puoi fare domanda e, ovviamente seguendo determinate regole, puoi accedere alla strumentazione. È un servizio che facciamo anche alla comunità industriale. Stiamo organizzando corsi di formazione su tecnologie che non sono ancora sul mercato. Per esempio il microscopio crio-elettronico che a febbraio 2021 installeremo a Palazzo Italia: una tecnologia recente (ha solo 5 anni) che riesce quasi a fotografare l’atomo. Per non parlare delle terapie per l’autismo: nel giro di dieci anni potrebbe esserci una terapia farmacologica per curare questa malattia”.

Human Technopole: governance e risorse

Di recente è stata firmata una nuova Convenzione tra i tre Ministeri di Università e RicercaEconomia e Salute e la Fondazione Human Technopole (HT). Il suo scopo è realizzare l’obiettivo previsto in legge di Bilancio 2020 di assegnare al polo scientifico di ricerca una missione di carattere nazionale, più aperta e inclusiva per i ricercatori italiani, nella logica dell’open science. Sono infatti il MEF, il Ministero della Salute e il Miur i tre fondatori della Fondazione HT. La sua struttura duale garantisce autonomia operativa ai suoi organi: il Consiglio di sorveglianza svolge la funzione di indirizzo e controllo, mentre il Comitato di gestione si occupa della gestione scientifica e amministrativa. Il direttore è Iain Mattaj.

Per quanto riguarda le risorse, HT è completamente finanziato dal governo che investe ogni anno circa 120/130 milioni di euro. “Non bastano – dice Simoni – perciò nel giro dei prossimi 5 o 6 anni l’obiettivo è trovare finanziamenti terzi con co-investimenti insieme ad aziende private, accedendo a fondi europei”.

Il rapporto con le aziende

Il rapporto con il mondo delle imprese sarà determinante per Human Technopole. “Abbiamo un dialogo costante con loro dalla nostra nascita per capire se ci sono punti di contatto da cui possano nascere progetti condivisi” conclude Simoni. Ne è conferma la notizia che, a breve, una nota azienda, di cui al momento non è possibile riferire il nome, si trasferirà all’interno dell’ex area Expo. Il dialogo tra ricerca, scienza e imprese continua.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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