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Genenta e Zegna si quotano a New York: perché il risparmio italiano viene ancora investito all’estero?

Il 20 dicembre 2021 Zegna si è quotata al NYSE e Genenta al Nasdaq. Due aziende italiane incredibilmente diverse che hanno preferito rivolgersi al mercato americano. Urge trovare una politica per far si che il risparmio degli italiani non vada per il 75% investito legalmente all’estero

Pubblicato il 22 Dic 2021

Lunedì 20 dicembre, IPO di Zegna e Genenta a New York

Il 2021 si chiude con due IPO straordinarie di società italiane, che però hanno deciso di diventare “public” oltreoceano: Genenta Science e Zegna. Due storie molto affascinanti, incredibilmente diverse tra di loro ma che mostrano entrambi la necessità di creare di efficienti mercati borsisti per attivare canali di investimento del risparmio italiano a favore dello sviluppo Italiano.

La quotazione di Genenta

GENENTA: NASDAQ CLOSING BELL CEREMONY

GENENTA: NASDAQ CLOSING BELL CEREMONY

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Partiamo da Genenta, ex startup biotech fondata da Pierluigi Paracchi, Luigi Naldini (direttore della Divisione di Medicina rigenerativa, cellule staminali e terapia genica dell’Ospedale San Raffele di Milano), e Bernhard Gentner (ematologo e medico ricercatore). Una realtà che conosco bene, avendo avuto da un lato la fortuna di essere stato un investitore alla nascita della startup nel dicembre 2014 ma, soprattutto, per aver condiviso tanti anni di esperienze imprenditoriali di successo con il suo CEO. Dalla guida di orientamento per neolaureati Job Advisor nel 1998 (quando ancora Internet era per pochi) al venture capital Quantica SGR nel 2001 con la mega exit nel biotech EOS venduta a 470M $ (in seguito Principia SGR e di recente Xyence Capital SGR) il “marciapiede” – come lo abbiamo sempre chiamato noi – è stato lungo, articolato e sempre molto sfidante.

Genenta è un grande esempio di spinoff deeptech del San Raffaele di Milano, che è cresciuta attraverso capitali privati italiani ed internazionali, tra cui importanti famiglie industriali italiane, family office e singoli HNWI, in ben tre round di investimento, a valutazioni sempre crescenti. Nel momento in cui scrivo, la capitalizzazione di Genenta è superiore ai 200 milioni di dollari. Con un primato da fare invidia a tutti quelli che si occupano di startup e investimenti: Genenta è la prima società italiana tecnologica che si quota al Nasdaq. Punto. L’unica italiana sulle 743 IPO al listino tecnologico americano di tutto il 2021. E tutto ciò dopo solo sette anni dalla fondazione della startup.

Cosa fa Genenta è abbastanza noto, meno semplice raccontarlo: la società spinoff del San Raffaele, vero centro di eccellenza sulla terapia genica, ha sviluppato un sistema di ingegnerizzazione di cellule staminali tramite un vettore derivato dal virus dell’HIV che, grazie all’impiego dell’ingegneria genetica, riescono a penetrare i tessuti malati stimolando la produzione di una specifica proteina antitumorale.

Genenta si è cosi quotata al Nasdaq, con la mitica cerimonia “ring the bell” lunedi 20 dicembre, e lo ha fatto senza mai essere andata un giorno sul suolo americano. Si, in tempi di pandemia l’intero filing e roadshow si è consumato esclusivamente in video call. Questo forse il più grande lascito della pandemia che ci rimarrà, quello della “Zoom-economy” (peccato che intanto il titolo negli ultimi mesi abbia preso delle rilevanti batoste rispetto ai picchi di qualche mese fa). Altro primato dell’amico Pierlugi, ex Venture Capitalist, è di averlo fatto senza il supporto finanziario dei fondi di venture capital

La quotazione di Zegna

L’IPO di Zegna al NYSE il 20.12.2021

Con una straordinaria coincidenza, lunedi 20 dicembre c’è stata un’altra campanella che è suonata per una IPO, sempre a New York ma nell’altro listino (NYSE), in un settore totalmente differente, su cui l’Italia ha sempre avuto un grandissimo potenziale e meravigliose storie di successi imprenditoriali che tutto il mondo ci invidia. Si é quotato Il gruppo del lusso Zegna, fondato nel 1910 come lanificio in Piemonte, oggi leader nell’abbigliamento maschile di alta gamma. La società è sbarcata sul listino di Wall Street grazie a una combinazione con la spac dell’Investindustrial di Andrea Bonomi. La transazione dovrebbe aver generato oltre 760 milioni di dollari con una capitalizzazione di mercato di 2,4 miliardi di dollari e un enterprise value di 3,1 miliardi.

Perché Genenta e Zegna non si sono quotate in Italia

Due storie molto differenti, altissima tecnologia da un lato, zero ricavi e pochissimi anni di vita per Genenta; un’attività tradizionale con una storia di oltre cent’anni per Zegna, con 603,3 milioni di Euro di ricavi nel primo semestre 2021 e un utile di 32,2 milioni. Eppure entrambi le società, i manager, i soci e tutti gli advisor che ruotano intorno allo show delle quotazioni, non hanno ritenuto interessante quotarsi in Italia.

Da italiano mi spiace, ma da investitore è giusto che sia andata cosi. I capitali finanziari più evoluti per lo sviluppo di progetti imprenditoriali veramente ambiziosi non sono certo qui nel nostro bel Paese, dove ancora i più si interrogano su cosa sia una startup e una Spac o perché una biotech sarà costantemente in perdita.

Alternando un senso di felicità ad un pó di amaro che mi rimane, chiudo con il commento di Paolo Panerai sulle pagine di Milano Finanza, che faccio mio: in Italia gli imprenditori e la ricerca scientifica li abbiamo e le storie recenti lo testimoniano abbondantemente: è ormai prioritario trovare una politica da mettere in campo per far si che il risparmio degli italiani non vada per il 75% investito legalmente all’estero, sostenendo quindi altre economie e non quella italiana.

Confidiamo nel tandem Draghi – Scannapieco. #Staytuned

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Stefano Peroncini
Stefano Peroncini

Venture Capitalist e Serial Entrepreneur. CEO di EUREKA! Venture SGR e membro del Comitato di Investimento di FARE Venture (Fund of Funds da 80Ml€ di Lazio Innova). È stato fondatore e CEO di Quantica SGR, fondo che ha investito nella startup biotech EOS, ceduta all’americana Clovis Oncology per 470ml$

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