LA GUIDA

E-learning: cos’è, come funziona, le piattaforme migliori per l’apprendimento online a distanza

Il futuro della formazione è cominciato: l’e-learning diventa sempre più centrale per mantenere aggiornate le competenze professionali. Ecco come farlo davvero (con gli errori che le aziende devono evitare), a cosa serve, le principali tendenze e le piattaforme italiane e internazionali da utilizzare per imparare on line

Pubblicato il 30 Mar 2020

Photo by Thomas Kolnowski on Unsplash

Per anni si è parlato dell’e-Learning come del futuro della formazione. Ma fino ad oggi hanno prevalso approcci immaturi all’e-learning. Ad esempio, gli studenti apprezzano l’e-learning per la flessibilità di fruizione dei contenuti formativi, mentre le organizzazioni lo adottano principalmente come strumento di formazione di massa, grazie all’economicità e alla facilità di raggiungere un elevato numero di persone.

Se però osserviamo con più attenzione, possiamo dire che il futuro della formazione è davvero iniziato, perché oggi subentrano nuovi driver che stanno forzando le imprese ad approcci più maturi all’e-learning.

Ad esempio, la pandemia di coronavirus ha spinto le imprese a pesanti riorganizzazioni (solo in parte volontarie) delle proprie attività attraverso lo smart working e questa modalità di lavoro è destinata a crescere nel tempo anche dopo la fine dell’epidemia. Poiché l’ufficio non è più il centro di gravità per tutti i collaboratori, la formazione in e-learning diventa centrale per mantenere aggiornate le competenze professionali e non è più solo una questione di costo.

Inoltre, le persone sono sempre più abituate a fruire di contenuti video. Lo testimonia il tempo che trascorriamo quotidianamente sugli internet media (es. Social Network, Youtube, Netflix, Spotify) che supera di gran lunga quello trascorso su qualsiasi altro media. Per questo, per molte persone la formazione in e-learning è preferibile ad altre modalità.

Che cos’è davvero l’e-learning (apprendimento online)

Non fatevi ingannare dal fatto che e-learning sia la forma contratta di electronic learning. Anche se la tecnologia viene usata per trasmettere contenuti formativi, non è questo il punto centrale. E chiunque consideri l’e-learning come una “tecnologia” o una “piattaforma” non sta affrontando il tema con un punto di vista lungimirante. Gli ultimi 15 anni, infatti, ci hanno insegnato che le tecnologie cambiano (giornalmente) mentre gli utenti restano (online). Ed è da qui che dobbiamo partire per evidenziare ciò che conta nell’e-learning.

Il cuore dell’e-learning è il partecipante e i risultati che lui stesso può cogliere fruendo contenuti formativi online. In sostanza, l’e-learning consiste nel migliorare la qualità dell’apprendimento facilitando l’accesso a contenuti formativi, abilitando gli scambi e la collaborazione a distanza tra partecipanti e docenti. Più che una definizione, suona come una missione.

E quindi, per compiere la missione di migliorare l’apprendimento, i progetti e-learning devono avere queste tre caratteristiche:

  • multimedialità: integrazione tra diversi media per favorire la migliore comprensione dei contenuti,
  • interattività: navigabilità dei materiali (video o visual) per favorire lo studio personalizzato,
  • interazione umana: possibilità di relazionarsi con i docenti/tutor/assistenti e con gli altri studenti per favorire la creazione di contesti collettivi di apprendimento.

Gli ingredienti di un’iniziativa di e-learning sono i seguenti:

  • il contenuto, che può essere di diversi formati (video, podcast, news, esercizio, challenge, test, gioco, ecc.),
  • la piattaforma, alla quale accedono i partecipanti per fruire dei contenuti,
  • il coordinamento didattico, per offrire a ogni partecipante un’esperienza di apprendimento personalizzata.
  • la comunicazione interna, per stimolare l’utilizzo della piattaforma, la fruizione dei contenuti e condividere obiettivi e risultati della formazione.

A che cosa serve? I vantaggi dell’e-learning oggi

I vantaggi vanno classificati rispetto al beneficiario: il partecipante o l’organizzazione.

Poiché il partecipante è il cuore dell’e-learning, cominciamo dai suoi vantaggi:

  • Personalizzazione del percorso formativo: il percorso formativo di ogni partecipante può essere personalizzato in modo preciso, bilanciando la formazione obbligatoria con quella volontaria.
  • Libertà di fruizione: la visione non avviene solo attraverso il personal computer, ma anche attraverso lo smartphone o il tablet. Non si fruisce solo una volta, ma tutte le volte che serve, alla velocità giusta e nell’ordine più consono per il partecipante.
  • Aggiornamento continuo: i contenuti online possono essere aggiornati frequentemente dai docenti e integrati con altri più di attualità come news, interviste, feed provenienti dal web.
  • Qualità del contenuto e abbattimento delle distanze: attraverso l’e-learning si può accedere al miglior contenuto su un qualsiasi argomento, proprio perché il docente può essere distante.

Per l’organizzazione i vantaggi sono connessi alla maggiore capacità di raggiungere popolazioni molto numerose controllando al contempo l’efficacia del percorso formativo:

  • Scalabilità: l’e-learning si dimostra economico quando viene utilizzato per raggiungere popolazioni numerose. È il principale motivo per cui si svolge in e-learning buona parte della formazione obbligatoria delle imprese. Questo a volte, oltre ad essere un vantaggio, rappresenta uno svantaggio, perché i partecipanti associano mentalmente l’e-learning ad alcuni dei contenuti formativi più noiosi mai visti, perché realizzati al risparmio.
  • Misurabilità: l’e-learning offre tutte le potenzialità del mondo web in termini di analytics. Potenzialmente, l’organizzazione può analizzare il comportamento degli utenti così come in una normale property digitale, comprendendo fino in fondo l’efficacia dei contenuti formativi.
  • Continuità: poiché le piattaforme tecnologiche e i contenuti digitali sono sempre disponibili, la formazione non è più “relegata” in momenti specifici dell’anno, ma può diventare continua. Così come ci si allena in palestra per uno sport, con l’e-learning si possono allenare le proprie competenze professionali.
  • Ripetibilità: in caso di turnover o nuove assunzioni, la formazione è ripetibile instantaneamente senza gravosi costi aggiuntivi e senza attese.

Come funziona l’apprendimento a distanza (gli errori da non fare)

I contesti in cui l’online ha più successo sono quelli in cui l’apprendimento avviene durante il lavoro quotidiano e può risultare particolarmente efficace per i knowledge worker. Di fatto, si tratta di riconoscere che l’apprendimento a distanza accade solo se si trasforma in comportamenti quotidiani. Per questo, serve che rimanga allineato con la nostra giornata lavorativa. Anzichè pensare al training aziendale come un punto di arrivo (arrivo alla fine di un corso con un attestato), la formazione online va vissuta come l’allenamento sportivo, da praticare con continuità ma senza esagerare, in modo da trasformare gradualmente l’esercizio in tecnica, il contenuto in competenza professionale.

Perché questo accada, serve progettare le iniziative di e-learning con la massima professionalità. Di seguito citiamo alcuni degli errori più comuni quando si affronta un’iniziativa di e-learning:

  • Scarsa qualità dei contenuti: progettare un contenuto formativo online, in particolare i video, è complesso e richiede doti di comunicazione fuori dal comune. Ad esempio, serve conoscere i meccanismi cognitivi delle persone, le soglie e i trigger di attenzione per costruire contenuti didatticamente efficaci. Se non ci si affida a specialisti, si rischia di costruire iniziative di e-learning con contenuti troppo banali, troppo intricati o poco chiari. Talvolta, nei casi più complessi, è opportuno lavorare insieme con un copywriter che aiuti a ripensare i contenuti rispetto al medium online utilizzato.
  • Scarsa qualità della grafica, della regia o del montaggio: spesso si risparmia sulla qualità grafica e dei montaggi. Bisogna però riconoscere che il design dei contenuti ne rafforza l’efficacia comunicativa. Per l’e-learning non è certo richiesta la regia di Steven Spielberg o la grafica della Pixar, tuttavia qualsiasi contenuto deve dare un’impressione professionale e usare la grafica per rafforzare i messaggi attraverso elementi visuali. In fondo, tutti noi siamo sempre più abituati a fruire contenuti video brevi dai canali social degli influencer, che hanno raggiunto un livello elevato nel confezionamento dei propri video. I partecipanti hanno quindi un “palato digitale” allenato e paragonano mentalmente i video dell’e-learning a quelli che vedono su Youtube o Instagram.
  • Piattaforme complesse o di aspetto trascurato: immaginate di recarvi per la prima volta al campus dell’università La Sapienza di Roma e di dover trovare un’aula specifica per seguire le lezioni di un corso universitario. La chiarezza dei cartelli e la presenza di personale disposto a indicarvi la strada è fondamentale, data l’enormità del campus. Se poi l’aula – o peggio il campus – hanno un aspetto trascurato, trascorrerete il tempo a lezione con meno piacere. Gli stessi principi valgono per le piattaforme di e-learning. Se sono troppo complesse o malfunzionanti, i partecipanti non le usano.
  • Mancanza di coordinamento didattico e di comunicazione: spesso le organizzazioni trascurano gli aspetti didattici. Tuttavia, qualsiasi progetto e-learning, ha maggiori probabilità di successo se i partecipanti accedono a percorsi formativi personalizzati con obiettivi individuali e collettivi espliciti. Laddove questo non accade, gli stessi partecipanti percepiscono l’e-learning solo come un “trucco” dell’organizzazione per risparmiare costi nell’erogazione della formazione, vanificando così l’efficacia dell’investimento.
  • Misurazione parziale dei risultati: troppo spesso la misurazione della formazione si concentra solo sul completamento di un corso online attraverso un esame, tipicamente un test a scelta multipla che, se superato, consente di scaricare l’agognato attestato da stampare e appendere sul muro dell’ufficio. Questa è solo una parte della misurazione dei risultati. Adottando meccanismi di analytics tipici di un sito web, di analisi delle reti sociali e del sentiment potremmo capire: quali tipi di contenuti formativi vengono visti e completati maggiormente, quali generano più dibattito e interazione positiva, quali invece generano spiazzamento. Inoltre, attraverso opportuni indicatori organizzativi, è possibile misurare fino a che punto la formazione si è trasformata in comportamenti.

I trend nel mondo dell’e-learning

Tutti i trend che influenzano il mondo dell’e-learning sono riconducibili alla consumerizzazione della User Experience (UX). Ogni persona utilizza quotidianamente servizi digitali e ciascuno di noi si sta abituando a livelli di servizio ed esperienza utente eccellenti, privi di errori, gratificanti. Per questo motivo, anche nel mondo professionale, gli utenti si aspettano un’elevata efficacia comunicativa dall’e-learning, perché la riscontrano già nella vita privata. Molto spesso le persone già fruiscono di contenuti di e-learning mascherati da post sui social network. Le lezioni di yoga su Youtube o su Zoom, i consigli sullo sviluppo personale dello psicologo su Instagram, i video motivazionali su Facebook, le ricette di Giallozafferano, i consigli per vestirsi di una fashion blogger sono contenuti formativi non sempre attinenti alla sfera professionale particolarmente semplici, ben costruiti e “digeribili”.

L’effetto della consumerizzazione della UX è visibile nelle modalità di fruizione dei contenuti formativi e si può riassumere in quattro keyword.

Microlearning: molte piattaforme e provider di contenuti stanno investendo sulla possibilità di fruire della formazione in qualsiasi momento e luogo, sia a casa sia in ufficio, ma anche in palestra o durante gli spostamenti lavorativi. Oltre quindi alle classiche brevi videopillole, la proposta formativa si arricchisce di podcast, riassunti di libri, infografiche, decaloghi, tutorial. Di fatto si tratta di contenuti brevi, quindi pertinenti, coinvolgenti e facili da fruire.

Snackable content: Si tratta di contenuti formativi costruiti prestando particolare attenzione non solo alla brevità, ma anche all’efficacia comunicativa. Oggi, in qualsiasi campo, c’è una fortissima competizione per ottenere l’attenzione delle persone. Ognuno di noi è costantemente distratto da molti stimoli. L’e-learning non fa eccezione e compete per avere una parte preziosa della nostra attenzione. Ecco perché è importante costruire contenuti con un carattere “pop”, che stimolino l’immaginario delle persone attraverso l’utilizzo spinto di tecniche di comunicazione visuale, di storytelling, di sceneggiatura. I progetti di e-learning più innovativi, sviluppano contenuti formativi che traggono ispirazione da formati fortemente “pop” come i meme, le gif animate, i minivideo, le card.

Self learning: si tratta della forma più moderna di apprendimento. Grazie alla grande disponibilità di contenuti online, sempre più persone diventano progettiste del proprio cammino di sviluppo personale, formandosi online attraverso l’utilizzo combinato di tantissime fonti: TED Talk, Youtube, Instagram e Facebook, i blog, le testate editoriali specializzate ecc. Esistono soluzioni tecnologiche d’avanguardia che aiutano le persone a organizzare la pluralità di fonti e a costruirsi veri e propri percorsi di autoapprendimento. Alla base, quasi sempre, ci sono dei motori di raccomandazione molto simili a quelli che troviamo sui siti di ecommerce, che analizzano il comportamento di ogni partecipante e suggeriscono le risorse da fruire sulla base di interessi e passioni.

Gamification: se ne parla da diversi anni e in prima battuta potremmo pensare che non sia più di tendenza. Effettivamente, tutte le più moderne piattaforme di e-learning si sono allineate e hanno iniziato a mutuare aspetti tipici del gioco all’interno dell’esperienza di apprendimento (classifiche a punti, sfide e contest, badge e attestati). Alcune piattaforme di e-learning e produttori di contenuti hanno però iniziato a interpretare la Gamification in modo più ampio, traendo l’ispirazione del mondo consumer. Iniziano ad esserci iniziative di e-learning che applicano il concetto di serialità, tipico delle Serie TV di Netflix. Si imita il concetto di sfida tra utenti da videogiochi come Pokemon Go o di cooperazione tra utenti come in Fortnite Save The World. In alcuni casi, si iniziano a sperimentare tecnologie di simulazione tramite Realtà Virtuale, particolarmente efficaci per tipologie training che hanno una forte componente esperienziale come, ad esempio, il pilotaggio di mezzi, la manutenzione e la conduzione di macchinari industriali.

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Le migliori piattaforme di e-learning in Italia

Le categorie di attori che operano nel mondo dell’e-learning sono molte e il mercato è frammentato. Da un lato, l’assenza di una soluzione dominante può preoccupare un neofita, dall’altro lato la frammentazione rappresenta una garanzia di competizione e scelta in un ambito che necessita di elevato livello di personalizzazione come quello della formazione. Non è raro infatti assistere a progetti di e-learning che coinvolgono attori diversi tra loro, ciascuno specializzato su un aspetto di un progetto di e-learning, nel tentativo di rispondere a fabbisogni formativi spesso molto specifici.

Di seguito condividiamo una lista non esaustiva dei principali attori attivi sul mercato italiano dell’e-learning per le imprese.

Content Solution Provider italiani

Sono realtà che forniscono un ampio e aggiornato catalogo di contenuti formativi in italiano e lo mettono a disposizione sia su una propria piattaforma, sia piattaforme di terze parti. La lista comprende alcuni attori italiani molto attivi nel training sulle competenze digitali.

Content Provider internazionali

Forniscono un ampio e aggiornato catalogo di contenuti formativi in inglese (propri e di terze parti) e lo mettono a disposizione su una propria piattaforma sia in modalità free, sia in modalità a pagamento. La lista non è esaustiva, riportiamo però tutte le più interessanti per notorietà, numero di contenuti o innovatività della proposizione.

  • Lynda.com di Linkedin

  • Skillsoft

  • Google Skillshop

  • Ted

  • Getabstract

  • Soundview

Learning Management Systems

Forniscono piattaforme per la gestione dei percorsi formativi, perlopiù in modalità as-a-service. Talvolta, forniscono anche contenuti di terze parti. Tra parentesi segnaliamo quelle italiane.

  • Successfactors by SAP

  • Instructure

  • Blackboard

  • Desire2Learn

  • Docebo (IT)

  • Mosaico e-learning (IT)

  • Playground di Core Consulting (IT)

Piattaforme Open Source

Sono piattaforme per la gestione dell’e-learning completamente open source. La più diffusa e completa in assoluto è Moodle, che ha una community di sviluppatori molto attiva. Altre soluzioni open source a volte sono preferibili per specifiche peculiarità o funzionalità.

  • Moodle

  • ATutor

  • Eliademy

Massive Open Online Courses (MOOCs)

Sono portali di formazione online pensati per la formazione a distanza di livello universitario o professionale di un numero elevato di utenti. Spesso l’accesso non richiede un pagamento e, in ogni caso, ogni portale offre un elevato numero di contenuti gratuiti in diverse lingue, anche se è sempre predominante l’inglese.

  • EdX

  • Coursera

  • Khan Academy

  • UDemy

  • Futurelearn

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Marco Planzi
Marco Planzi

Associate Partner, Partners4Innovation-Digital360. Ha una consolidata esperienza sui mercati digitali con un background cross-culturale. La sua missione: aiutare chi fa business a comprendere l'impatto delle tecnologie digitali sulle strategie di crescita.

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