LA STORIA

Dopo la exit di Evensi in Silicon Valley, i founder: “La dual company fondamentale ma a Modena il team crescerà”

Fondata nel 2013 da Yuri Grassi, Emanuele Corradini, Paolo Privitera e Andrea Pelleschi, Evensi è stata acquisita da Events.com. I fondatori raccontano i vantaggi di avere una società americana e le ragioni per mantenere una sede italiana. Che ora sarà irrobustita con nuove figure tecniche e manageriali

Pubblicato il 04 Ott 2022

I founder di Evensi a San Francisco

L’acquisizione di Evensi da parte di Events.com, l’azienda statunitense della gestione degli eventi, è una storia di successo della creatività imprenditoriale italiana. Ma accende anche i riflettori sul nostro ecosistema delle startup e la relazione con quello della Silicon Valley. Creare una dual company è l’unica via per crescere e arrivare a una exit strategy di successo?

Evensi è stata fondata a Modena nel 2013 da Yuri Grassi, Emanuele Corradini, Paolo Privitera e Andrea Pelleschi. Privitera, Ceo di Evensi fino al momento dell’acquisizione, comunicata a fine agosto, non ha dubbi: la doppia sede italiana e statunitense era la condizione sine qua non per scalare.

La “creatura” di Yuri Grassi si è in effetti imposta come uno dei più grandi aggregatori mondiali di eventi con tecnologie proprietarie di intelligenza artificiale e machine learning. Mancava solo l’attività di vendita di biglietti, tanto che fin dall’inizio, ha raccontato Privitera a EconomyUp, nei piani di Evensi c’era l’acquisizione di una società che avesse questo business complementare. Ironia ha voluto che accadesse il contrario: è stato il colosso californiano del ticketing Events.com a comprare la scale-up italiana. Ed ecco attuata con successo la exit strategy.

«Credo che sia stata una delle migliori scelte mai fatte da parte nostra, siamo complementari», dice Yuri Grassi commentando l’acquisizione. «A livello personale posso dire di essere estremamente orgoglioso del percorso fatto finora. Difficilmente avrei immaginato di arrivare a questi livelli quando abbiamo iniziato ed eravamo in un garage a scrivere codice di notte».

Identikit di Evensi e dei suoi fondatori

Evensi nasce quando Grassi e Corradini (poi divenuto CTO dell’azienda) erano studenti universitari, a Modena e a Bologna. Il sito era stato pensato per attirare utenti finali grazie al Seo facendosi trovare su Google. Poi sono arrivate le richieste dagli organizzatori di eventi, che volevano promuoversi attraverso la piattaforma.

Nella fase iniziale la startup è stata accelerata a Modena dal Junto Innovation Hub e ha trovato in Andrea Pelleschi il primo investitore: 50mila euro come business angel. In totale l’azienda ha raccolto 4 milioni di dollari – con un sostegno decisivo di Primo Ventures SGR, il fondo italiano guidato da Gianluca Dettori – mentre Privitera, salito a bordo nel 2016, ha giocato un ruolo chiave nella crescita e nell’internazionalizzazione. In particolare, la startup è stata resa una dual company, con doppia sede in Italia e a San Francisco.

Le tecnologie proprietarie, sviluppate a Modena, includono il sistema automatizzato per la promozione degli eventi e le applicazioni di AI e ML che suggeriscono agli utenti gli appuntamenti più in linea con i loro gusti. Lo stesso sistema di intelligenza artificiale per il matching tra persone e eventi è stato usato per sviluppare il software che mette insieme inserzionisti e utenti per fare promozione con lo stesso criterio del matching di domande e offerte simili.

Oggi Evensi elabora più di 200.000 eventi al giorno. La sua community è distribuita in quasi tutti i Paesi, con più di 10 milioni di organizzatori e 60 milioni di persone che cercano eventi.

Evensi in SIlicon Valley

Perché la dual company italo-americana

«Penso che dipenda molto dalla tipologia di startup che si sta costruendo e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere», risponde Grassi alla domanda sulle ragioni della dual company. «Per prodotti B2C, per esempio, che necessitano di ingenti fondi prima di avere un ritorno tangibile in termini di fatturato, probabilmente gli Stati Uniti sono la soluzione migliore. Aumenta la competizione, ma anche l’accesso ai capitali e a realtà che comprendono a fondo una visione a lungo termine. È un percorso che ti porta ad accelerare tantissimo, nel bene e nel male».

«Volevo il mindset aziendale, tecnico, operativo e culturale della Silicon Valley», è la risposta di Privitera, che vive negli Stati Uniti dal 2002. «Per me l’apertura di un’azienda deve essere una commodity. E negli Usa crei una società, apri un conto in banca aziendale e una partita Iva direttamente dal tuo computer e con una spesa che al massimo arriva a 900 dollari».

Non è detto che negli Usa sia più semplice trovare i finanziamenti, ma l’ecosistema offre una liquidità eccezionale: in questo momento esatto, ricorda l’imprenditore veneziano, «vale 160 miliardi di dollari in venture capital, di cui 100 miliardi sono in Silicon Valley. La concorrenza è serrata, ma le persone sono più propense a ragionare in termini di business, KPI, rischio».

Perché mantenere una sede anche in Italia

L’idea di Evensi è nata però in Italia, da un team di creativi e di imprenditori italiani, e la sua tecnologia è stata sviluppata in Emilia-Romagna. «Il valore di rimanere in Italia risiede nelle persone», ci ha detto Grassi. «Il livello tecnico è mediamente elevato e c’è la possibilità di creare team che durano nel tempo, all’interno dei quali si sviluppa un grande senso di appartenenza e amicizia. Evensi sarebbe fallita almeno cinque volte se non avessimo avuto una squadra così coesa da resistere attraverso tante tempeste. Continuare a investire sul nostro team a Modena nel corso del tempo penso che sia stato uno dei motivi principali del nostro successo».

«La genialità e la preparazione tecnica italiane non sono seconde a nessuno» aggiunge Privitera. «Events.com ha tenuto il nostro team di ingegneri, sono orgoglioso di dirlo. Però si tratta di ingegneri che si sono fatti le ossa con un costante scambio di competenze e di cultura con gli ingegneri della Silicon Valley. L’engineer californiano ha una marcia in più non perché è più intelligente, ma per la quantità, la vastità e la complessità dei progetti su cui costruisce la sua esperienza, lavorando in un ecosistema di cui fanno parte aziende del calibro di Facebook o Google e forgiando grandi capacità di esecuzione».

Il futuro di Evensi come parte di Events.com

Anche come parte di Events.com Evensi continuerà a tenere a Modena l’attività di ricerca e sviluppo, con a capo lo storico fondatore Yuri Grassi, fortemente legato all’ecosistema italiano delle startup. Anzi, Events.com sta ampliando l’organico di figure tecniche e manageriali da inserire nella sede storica emiliana.

«Ora si apre un periodo di fermento e pieno cambiamenti», annuncia Grassi. Nel nuovo ruolo di Head of Consumer Product di Events.com, il co-founder è infatti impegnato nella creazione della nuova piattaforma di Events.com e di una nuova app che vedranno la luce nel 2023 e offriranno un’esperienza completamente rinnovata. Verranno abbinati in modo fluido i business della search, del matching, della promozione e della vendita dei biglietti come era fin dall’inizio nei piani di sviluppo dei fondatori di Evensi. «Il mio obiettivo primario negli anni a venire sarà quello di costruire la migliore esperienza possibile per chi cerca eventi, mantenendo al contempo la gestione del team in Italia», spiega Grassi.

In parallelo, con Junto Innovation Hub Grassi sta anche supportando nuove società e talenti nel loro processo di crescita: «Credo fortemente nella necessità di formare persone sul territorio – afferma Grassi -, e per questo stiamo investendo per la creazione di una tech academy che possa contribuire a ritagliare per Modena e l’Emilia-Romagna un ruolo rilevante nell’ecosistema innovativo europeo e mondiale».

In Silicon Valley, intanto, Privitera ha assunto il ruolo di Executive vice president of Corporate development di Events.com. Ma non trascura la sua anima di imprenditore seriale: Evensi è la sesta startup che crea da zero. Privitera ha anche supportato il founding team di quasi altre 10 aziende e continua a svolgere l’attività di advisor operativo per le startup che vogliono scalare. In più ha creato alcuni fondi di investimento “democratici”, ovvero aperti a chiunque, al di fuori dell’élite della Silicon Valley, sia pronto a scommettere nell’innovazione. L’avventura più recente? Il suo primo venture capital, e tra i primi al mondo, che investe in tecnologie della musica, dell’intrattenimento e del vasto mondo dei creators media.

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Patrizia Licata
Patrizia Licata

Giornalista professionista freelance. Laureata in Lettere, specializzata sui temi dell'hitech e della digital economy, dell'energia e dell'automotive. Scrivo dal 2007 anche per CorCom, parte del gruppo Digital360

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