Disruption
Food delivery, ora a Milano c’è anche Uber
UberEATS, il servizio di consegna di cibo a domicilio dell’azienda californiana, è stato lanciato in Italia. Servirà oltre cento ristoranti con ordinazioni via app e consegna gratuita in bici o scooter. Carlo Tursi (General Manager Italia): «Partiamo da Milano ma ci auguriamo di arrivare presto anche in altre città italiane»
di Redazione EconomyUp
Pubblicato il 26 Ott 2016

A consegnare i pasti, inizialmente senza costi aggiuntivi né un limite minimo di ordini, non saranno auto ma fattorini in bici o in scooter. Si parte da Milano proprio la città in cui, a causa di un’ordinanza del Tribunale, è stato sospeso da ormai più di un anno il servizio UberPOP (che consentiva a chiunque di dare passaggi in auto utilizzando l’app della società californiana).
«Considerato il successo riscosso nelle altre città europee, ci aspettiamo che Milano risponda con altrettanto entusiasmo – ha commentato Tursi – al momento il servizio sarà attivo solo nel capoluogo lombardo ma ci auguriamo di poter arrivare presto anche in altre città italiane».
D’altronde Milano è ormai da tempo la capitale del food delivery in Italia, grazie alla presenza tra gli altri di servizi come Just Eat, Deliveroo, Foodora, Amazon. È ipotizzabile che l’esordio di UberEats a Milano non passerà inosservato, considerato i momenti di tensione vissuti negli ultimi giorni dal settore in Italia, a seguito dello sciopero dei corrieri di Foodora in protesta per ottenere condizioni economiche e lavorative migliori.
Su questo fronte UberEATS dovrebbe proporre un modello diverso rispetto ai concorrenti: il rapporto di lavoro viene instaurato tra corriere e ristoratore, mentre Uber mette a disposizione la piattaforma e trattiene una percentuale sull’ordine dal ristorante. Il fattorino dal canto suo non avrà vincoli di orari né chilometri da percorrere e non sarà riconoscibile per la strada, non è previsto infatti l’utilizzo di una divisa brandizzata. Si parte con un centinaio di ristoranti cittadini.
Uber Eats è nata a Los Angeles nel 2014 come progetto sperimentale. Ora è disponibile in 13 paesi e 44 città nel mondo tra cui Londra, Amsterdam, Dubai e Tokyo.