La storia
Qurami, l’app che piace a Comuni italiani e…. Posta inglese
Roberto Macina, 30 anni, ha “creato” la sua startup per virtualizzare le code mentre era in fila alla segreteria dell’Università. Che oggi la usa. Così come gli uffici comunali romani. Da gennaio lo farà anche la Royal Mail. Il sistema ha attirato l’attenzione di un istituto di credito, che sta valutando come entrare in società
di Ferdinando Cotugno
Pubblicato il 03 Dic 2014

Roberto Macina, che oggi ha 30 anni ed è il ceo dell’azienda, era un laureando in ingegneria in attesa di un documento alla segreteria studenti dell’Università Roma III. La sua startup è nata da una domanda: «Possibile che non esista un’app per evitarmi questa inutile noia?». È possibile, quell’app non esisteva e lui l’ha creata. Era il 2011: oggi Qurami è arrivata a 150 mila download e 60 mila file saltate, anzi «virtualizzate». Nel 2013, TechCrunch l’ha inserita tra le 40 startup italiane più promettenti.
► Roberto Macina ha partecipato alla puntata del 2 dicembre di EconomyUp. Clicca qui per rivederla
L’app è gratuita per l’utente, gli permette di prendere il numeretto digitale e gli offre in tempo reale due informazioni: quante persone ci sono in coda prima di lui e qual è il tempo di attesa stimato. Così può fare altro in attesa che la fila si smaltisca. Qurami prende una revenue da chi offre questo servizio ai suoi clienti, a seconda della quantità di punti in cui è installato. I primi clienti di Qurami sono state le segreterie studenti delle università di Roma: Sapienza, Tor Vergata, Roma III e Luiss: «Era il mondo che conoscevamo meglio e ci serviva per dimostrare al mondo che la nostra idea funzionava». Poi sono arrivate la Camera di Commercio di Milano, i Comuni di Firenze e Trieste e tutti gli uffici pubblici di Roma, municipi compresi. In tutto sono 35 le strutture che offrono questo servizio ammazza-file.
Qurami nasce scalabile e col desiderio di avere un respiro internazionale, fin dal nome: «Cercavamo un gioco di parole con fila e coda, ma tutti i

L’intraprendenza invece ce l’ha messa Macina, cercando per Qurami un cliente così grande da far paura: la Royal Mail inglese, con i suoi 12 mila uffici postali. «Ho semplicemente mandato un’email via Linkedin al branch manager di Post Office e così è nata la trattativa». Il risultato? Dal 20 gennaio parte la sperimentazione di questa app italiana in 10 uffici postali inglesi.
Una bella soddisfazione per i ragazzi di Qurami e una vetrina importante per tutta l’innovazione italiana. Qurami, inoltre, ha attraversato l’oceano e conquistato BAC – Banca Costarica e Cable & Wireless di Panama. I prossimo obiettivi? Entrare nel mondo del servizio clienti di negozi e banche ma soprattutto stringere l’accordo in apparenza più ovvio per un sistema di razionalizzazione delle code, ma in realtà il più complesso: Poste italiane. La trattativa c’è, forse sarà ancora lunga. Ma se c’è una cosa che Roberto Macina e il suo team sanno come fare è aspettare.