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Perché Alibaba ora fa paura alle banche: 600 milioni di utenti e 345 miliardi di dollari gestiti

Ant Financial, il braccio finanziario del colosso cinese, è diventato il più grande gestore al mondo di ricchezza privata. La società sta per chiudere un round da 10 miliardi di dollari, con una valutazione di 160 miliardi. Il gruppo di Jack Ma sarebbe inoltre pronto a sbarcare anche nel mondo assicurativo

Pubblicato il 24 Mag 2018

Ant Financial

C’è una nuova minaccia che insidia il mondo delle banche. Arriva dalla Cina e potrebbe avere un impatto significativo sul mondo della consulenza finanziaria (e non solo).  Ant Financial – braccio finanziario del colosso dell’ecommerce cinese Alibaba – avrebbe reso noto i numeri (da capogiro) relativi al business generato dall’attività di gestione patrimoniale del gruppo. Secondo quanto rivelato dal Financial Times, il gruppo cinese avrebbe prodotto un documento, destinato esclusivamente agli investitori nell’ambito di una raccolta fondi da 10 miliardi di dollari, in cui vengono svelati numeri significativi. A cominciare dagli utenti che utilizzano i servizi della piattaforma fintech cinese che, stando al documento, avrebbero superato i 600 milioni. E in più, dato ancor più significativo, sarebbe stato diffuso per la prima volta l’ammontare del patrimonio gestito dalla società di proprietà di Jack Ma: 345 miliardi di dollari.

Fintech, tutto quel che fa Alibaba in Cina con Ant

«Ant Financial Services è una tecnologia in grado di stravolgere l’industria dei servizi finanziari, oltre a mostrare una capacità di crescita significativa in poco tempo», reciterebbe il documento. In più, se l’attività di fundraising dovesse chiudersi centrando l’obiettivo dei 10 miliardi di dollari, il valore di Ant Financial schizzerebbe a 160 miliardi. E secondo gli investitori la raccolta starebbe addirittura superando le attese. Che cosa dovremmo aspettarci dopo questa operazione? Di sicuro un’espansione a livello internazionale, ma anche un possibile ingresso in altri settori industriali. Il quotidiano finanziario britannico ne cita tre: assicurazioni, finanziamenti per automobili, supply chain.

In tutto ciò non manca però il rovescio della medaglia, perché su Ant Financial starebbero puntando i riflettori i regolatori di Pechino, attenti a salvaguardare l’interesse degli istituti di credito pubblici. Un passaggio del documento reciterebbe così: «nel corso dell’ultimo anno, i regolatori hanno dato molta enfasi all’aumento delle iniziative nel mondo del fintech. AFS (Ant Financial Services) essendo il player più grande in questo settore, è probabile che sia esposto, in futuro, a qualche trasformazione del modello di business».

Tuttavia, al di là degli ostacoli e in relazione alle possibili strategia espansive del gruppo, una nota conclusiva del documento ha sottolineato come la crescita di Ant Financial potrebbe mettere in ginocchio non solo le banche cinesi ma anche compagnie internazionali come Mastercard e Visa. Intanto i vertici aziendali hanno preferito non lasciare nessun commento sull’argomento, come ha tenuto a precisare il Financial Times. (F.M.)

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