Insurtech, cinque startup che hanno successo grazie al peer-to-peer

Si affacciano anche nel settore assicurativo i modelli di condivisione tra pari, e non mancano i casi di successo di nuove imprese internazionali. L’obiettivo di questi modelli? Aumentare la fiducia tra le aziende assicurative e i loro clienti

Pubblicato il 14 Feb 2017

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Il concetto di P2P (peer-to-peer, tradotto da pari a pari) nasce nel mondo informatico per definire un modello di rete in cui non esistono gerarchie. La maggior parte di noi lo conosce grazie al successo che hanno avuto, non molto tempo fa, i portali di file sharing (condivisione di file), principalmente utilizzati per scambiare musica in rete. Oggi questo modello può essere applicato alle assicurazioni, con lo stesso spirito dei P2P tradizionali: mettere sullo stesso piano chi compra e chi acquista.

L’aspetto che accomuna la maggior parte delle piattaforme P2P assicurative è la volontà di aiutare le persone ad avere una copertura contro i rischi a cui si va incontro nella vita, eliminando la mancanza di trasparenza lamentata spesso dai clienti. Nei modelli “da pari a pari” la fiducia si ristabilisce per mezzo della creazione in comunione di un fondo di solidarietà che, sulla base di determinate condizioni, può essere restituito sottoforma di dividendo a tutti i partecipanti.

Le principali startup assicurative che hanno fatto proprio il modello P2P sono europee: Friendsurance (D), Guevara (UK), Inspeer (FR). Hanno seguito poi la cinese TongJuBao e la newyorkese Lemonade. Ognuna delle quali ha sviluppato un proprio modello.

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