RISCHI CATASTROFI

Cos’è la polizza CatNat, perché è obbligatoria e quanto è importante l’educazione assicurativa per le PMI



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L’introduzione dell’obbligatorietà della polizza CatNat per le imprese italiane rappresenta un cambiamento strutturale che può accelerare l’inclusione assicurativa tra le PMI. Ecco quando è stata introdotta e cosa impone alle imprese

Pubblicato il 17 ott 2025

Simone Ranucci Brandimarte

Presidente Italian Insurtech Association



Polizza CatNat
Polizza CatNat

Con l’introduzione dell’obbligatorietà della polizza CatNat per le imprese italiane siamo davanti a una fase decisiva, che va ben oltre il mero adempimento normativo. È un cambiamento strutturale che può accelerare l’inclusione assicurativatra le PMI, portando molti soggetti che finora non utilizzavano coperture contro eventi estremi ad adottarle, favorendo una protezione diffusa del tessuto economico e aumentando la resilienza nei confronti dei danni causati da calamità naturali.

Cos’è CatNat

L’obbligatorietà della copertura CatNat è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023, art. 1, commi 101-111), che impone alle imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, una polizza assicurativa a copertura dei danni diretti ai beni materiali causati da calamità naturali, inclusi sismi, alluvioni, frane e inondazioni.

La norma prevede inoltre che, in assenza di tale copertura, le imprese non potranno beneficiare di contributi, agevolazioni o altri aiuti pubblici destinati al ristoro dei danni provocati da eventi calamitosi. Si tratta, quindi, non solo di un obbligo normativo, ma di una condizione necessaria per accedere a eventuali misure di sostegno future, rendendo la polizza CatNat un elemento imprescindibile di responsabilità d’impresa e di tutela del patrimonio produttivo.

Perché CatNat è diventata obbligatoria

Secondo il Rapporto IVASS 2024 sui rischi catastrofali, l’Italia registra un protection gap stimato in oltre 90 miliardi di euro e ciò significa che la gran parte delle perdite derivanti da calamità naturali rimane a carico diretto di imprese e cittadini. L’obbligo CatNat rappresenta quindi una misura di insurance inclusion che contribuisce a ridurre questo divario, portando nel mercato assicurativo anche soggetti tradizionalmente esclusi, come microimprese e realtà produttive di territori più fragili.

La normativa spinge le imprese a fare i conti con i rischi concreti: dall’alluvione al terremoto, dalle frane alle inondazioni. Per molte PMI questo significa muoversi in territori nuovi: capire la differenza tra beni assicurabili, valutare macchinari, attrezzature, scoperti e massimali, comprendere come si calcola il premio. In questo processo diventa più forte la spinta a cercare consulenza, a confrontare preventivi, a mettere a fuoco quanto realmente costa proteggere il patrimonio aziendale. Secondo indagini condotte da simulatori assicurativi presenti online è evidente come i costi di una polizza CatNat per una piccola impresa non siano necessariamente proibitivi: ad esempio, per un ristorante il premio può oscillare fra 340 e 470 euro l’anno, per un’autofficina fra 359 e 551 euro, per un hotel oltre i 1.000 euro nelle aree a maggiore rischio.

Una nuova opportunità per l’industria assicurativa

L’obbligo della polizza CatNat rappresenta un’occasione strategica per il settore assicurativo: per la prima volta, milioni di imprese che finora non avevano alcuna copertura contro i rischi catastrofali entreranno nel perimetro assicurativo. Questo apre al mercato la possibilità di instaurare un dialogo nuovo con un segmento di clientela storicamente poco presidiato, offrendo non solo la copertura obbligatoria, ma anche soluzioni complementari di protezione, prevenzione e continuità operativa. L’obiettivo non è solo “vendere una polizza”, ma costruire relazioni durature fondate su consulenza, fiducia e valore aggiunto.

L’esigenza di tariffe sostenibili e canali digitali efficaci

Perché questa opportunità si traduca in una reale diffusione della copertura CatNat, sarà indispensabile combinare tariffe accessibili e processi digitali semplici. Le PMI non hanno bisogno solo di un prezzo competitivo, ma di soluzioni trasparenti, intuitive e facilmente sottoscrivibili, in grado di ridurre la complessità e aumentare la fiducia nel sistema assicurativo. La digitalizzazione, se ben applicata, può rendere l’esperienza d’acquisto più rapida, chiara e personalizzata, facilitando l’adesione e ampliando la platea delle imprese assicurate.

L’educazione prima di tutto: serve una vera cultura del rischio

Perché CatNat non resti solo un obbligo da rispettare ma diventi il punto di partenza di una vera cultura del rischio, è necessario agire su più fronti. Servono campagne di informazione chiare e concrete, che spieghino nel linguaggio delle PMI cosa copre la polizza, come varia in base al territorio e quali vantaggi produce in termini di continuità produttiva.
Parallelamente, le istituzioni devono rendere l’accesso più semplice, con regole uniformi, incentivi per chi fa prevenzione e strumenti digitali di confronto trasparente tra le offerte.
Infine, la formazione deve diventare un pilastro per tutto l’ecosistema assicurativo: solo diffondendo conoscenza e competenze lungo la filiera sarà possibile trasformare l’obbligatorietà in inclusione e costruire un mercato più consapevole, resiliente e capace di sostenere la crescita del sistema produttivo nazionale.

Tecnologia e Insurtech al servizio della protezione delle PMI

La tecnologia è la leva che può rendere sostenibile e scalabile l’attuazione della norma. Le piattaforme insurtech permettono oggi di analizzare il rischio in modo predittivo, personalizzare le offerte in base al territorio e ridurre tempi e costi di gestione. Attraverso strumenti digitali di simulazione, raccolta dati e monitoraggio, le imprese possono comprendere meglio la propria esposizione e scegliere coperture adeguate. L’innovazione insurtech non è solo un supporto tecnico, ma un abilitatore di inclusione: consente di avvicinare le PMI al mondo assicurativo e di rendere la CatNat non un obbligo amministrativo, ma un passo verso un nuovo modello di impresa più consapevole e resiliente.

L’obbligatorietà della copertura CatNat può quindi diventare un motore di consapevolezza collettiva, un’occasione per diffondere conoscenze di base sulla gestione del rischio e per avvicinare le PMI a una logica assicurativa più evoluta e partecipativa. Solo attraverso una comunicazione chiara e percorsi formativi mirati sarà possibile trasformare un adempimento normativo in un cambiamento strutturale di mentalità. Solo un’impresa consapevole può poi valutare estensioni di protezione più ampie, scegliendo con criterio le coperture aggiuntive realmente utili. Come Italian Insurtech Association rivolgiamo un ringraziamento ad ANIA, ideatrice di questa misura e motore propulsivo del cambiamento, per aver posto le basi di una trasformazione che può rafforzare in modo strutturale la cultura assicurativa del Paese.

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