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Ecco il solare Made in Italy che piace agli Usa
È vicino alla registrazione negli Stati Uniti il brevetto italiano di una tecnologia sviluppata da Ephestus, progetto finanziato dalla Comunità europea, per l’assorbimento efficiente delle radiazioni solari. Potrebbe avere implicazioni nelle industrie del settore, ma anche nell’automotive, nell’aerospazio e nelle centrali geotermiche
di Valentina Maresca
Pubblicato il 24 Feb 2016

La registrazione è vicina all’ufficializzazione negli Usa ma ancora pending in Europa. “E’ questione di tempo – continua Trucchi – Gli americani sono stati più veloci nella procedura di valutazione. In ogni caso, il prodotto, che si chiama ST2G “Solar Thermionic Thermoelectric Generator”, si rivolge ad un mercato globale. Sono già interessate industrie italiane ed europee afflitte da seri problemi finanziari e che perciò non hanno la liquidità per acquistare proprietà intellettuale”. L’avventura italiana sul solare non finisce di certo qui, visto che ad Ephestus è seguito Prometheus, altro progetto europeo dall’anima tutta italiana. “Se il progetto Efesto riguardava i materiali ceramici, il progetto Prometeo tratta il black diamond, ottenuto mediante appositi trattamenti – specifica Trucchi – Si tratta di un materiale con le eccellenti proprietà fisiche del diamante ma con una eccezionale capacità di assorbire la radiazione solare e trasformarla direttamente in carica elettrica”.
Prometheus, sempre coordinato da Trucchi, fa parte dei progetti FET, quelli più scientificamente avanzati, e ha un finanziamento pari a 2 milioni 995mila euro. In corso, terminerà a fine aprile 2016, ma fattivamente le attività continueranno fino a giugno 2016. “Sia per Ephestus che per Prometheus abbiamo preparato delle nuove proposte di progetto europeo per maturare ulteriormente le due tecnologie”, ha chiarito Trucchi dopo aver illustrato entrambi nell’ambito dell’ennesimo aperitech organizzato da Roma Ricerche, che nella cornice del Tecnopolo di Roma, area ad alta concentrazione di imprese, mette in contatto le realtà produttive con quelle della ricerca per facilitare la sinergia utile al processo di ottimizzazione industriale.
“Il confronto tra ricercatori ed imprenditori è fondamentale per lo sviluppo dei rispettivi ambiti – dichiara Lino Fiorentino, direttore generale di Roma Ricerche, Consorzio che annovera tra i propri soci anche il CNR ed il Polo Tecnologico Industriale Romano – Noi favoriamo anche l’aggregazione di imprese per permettere loro di accedere ai finanziamenti rivolti a progetti innovativi”. Da pochi mesi, infatti, è cominciato ‘Horizon 2020’, 8° Programma Quadro della Ue che destina quasi 80 miliardi di euro a innovazione e ricerca. “Si tratta di una grande opportunità di crescita per il nostro sistema economico e per tutto il territorio in generale che ci vede in prima linea per supportare le imprese”, conclude Fiorentino.