TECNOLOGIA SOILIDALE

Tu chiamale, se vuoi, discriminazioni…

Ecco due recenti casi in cui brilla la mancanza di accessibilità: lo spot del Ministero della salute per un corretto uso della mascherina esclude i non vedenti, mentre il Miur nel finanziamento per i dispositivi digitali ha “dimenticato” le scuole paritarie. Neanche il Covid riesce a spazzare pregiudizi e disattenzioni

Pubblicato il 06 Nov 2020

Covid-19, mascherina
Il governo non brilla per “accessibilità”, sotto ogni punto di vista. Ecco due recenti esempi illuminanti.

1. Spot del ministero della salute.

Dal 27 ottobre il Ministero della salute sta diffondendo uno spot che spiega come usare correttamente la mascherina.  Peccato che questo spot sia totalmente inaccessibile alle persone con disabilità visiva.
Infatti nel video compaiono una serie di raccomandazioni ai cittadini, solo scritte. Non vi sono informazioni sonore e dunque è impossibile per chi non vede o non vede bene venire a conoscenza dei consigli proposti.
A prima firma Giusy Versace, abbiamo presentato una interpellanza urgente al premier e al ministro della salute.
 

2. Decreto ministero istruzione: 85 milioni per l’acquisto di dispositivi digitali.

Per sostenere la didattica a distanza, il 2 novembre il ministero dell’Università (Miur) ha stanziato 85 milioni destinati all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali individuali, da concedere in comodato d’uso agli studenti meno abbienti.
I fondi (art. 2) sono “assegnati a istituzioni scolastiche statali”. Perché sono esclusi gli studenti meno abbienti delle scuole paritarie? Il pregiudizio contro queste scuole, che non sono solo “scuole per ricchi” e fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale scolastico (legge 62 del 2000) non muore mai. Neanche al tempo del Covid. Porrò il tema in commissione cultura alla Camera.
Sono due episodi forse “minori” ma sono indicativi di disattenzione e di pregiudizio. Di entrambe le cose faremmo volentieri a meno. Oggi e sempre.

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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