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L’anno d’oro di Tesla: dopo il sorpasso di Toyota, arriva il primo profitto

Per il quarto trimestre consecutivo la casa automobilistica di Musk, che è anche la N.1 per valore di mercato nel mondo, ha registrato profitti: l’utile netto è a 104 milioni di euro, nonostante il fatturato sia sceso sotto i 6 miliardi. Ma a settembre un improvviso calo in Borsa. La ragione? La guerra dei camion elettrici

Pubblicato il 09 Set 2020

Tesla in Texas

Il 2020 diventa l’anno migliore per Tesla, con il primo profitto annuale e l’annuncio di una nuova fabbrica in Texas che produrrà camioncini elettrici. Anche se, a settembre, è arrivato lo scivolone: i titoli del colosso delle auto elettriche sono scesi fino al 21% in un giorno dopo che General Motors, la grande casa automobilistica di Detroit, ha annunciato l’acquisizione dell’11% del capitale (pari a 2 miliardi di dollari) in Nikola Corporation, società che produce camion elettrici, nonché agguerrita concorrente della stessa Tesla.

Fino a quel momento la stella di Tesla aveva incessantemente brillato. Evidentemente la valutazione dell’azienda a 300 miliardi di dollari non è ingiustificata come sostengono alcuni: per il quarto trimestre consecutivo la casa automobilistica che produce auto elettriche ha registrato profitti, con ricavi oltre i 100 milioni di dollari, nonostante il fatturato sia sceso sotto i 6 miliardi. Un dato particolarmente significativo per la società fondata e guidata da Elon Musk che risulta perennemente in perdita ma che, a luglio 2020, aveva sorpassato Toyota come maggiore produttrice di auto al mondo per valore di mercato, con 205 miliardi di dollari contro i 200 della casa giapponese (oggi siamo appunto intorno ai 300).

Tesla scavalca Toyota: l’ascesa della casa automobilistica che vale più al mondo

L’azienda ha battuto le attese di bilancio e, nell’anno del coronavirus, ha riportato un profitto per il quarto trimestre consecutivo nettamente oltre ogni stima: un utile netto di 104 milioni di euro, che ha attribuito a un “miglioramento operativo fondamentale”. Il fatturato è sceso del 4,9% rispetto ai 6,04 miliardi di dollari dello stesso trimestre 2019, ma ha comunque battuto le stime di 5,15 miliardi di dollari.

Il prezzo delle azioni di Tesla è salito del 5% in conseguenza delle buone notizie. Ora il titolo può puntare all’inclusione nell’indice S&P 500, cosa che probabilmente aumenterebbe la quota di investitori istituzionali desiderosi di scommettere sull’azienda.

“Non sono mai stato più ottimista o entusiasta del futuro di Tesla”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Tesla commentando i risultati in una conference call con gli investitori. E tutto questo in piena era Covid-19, con un Musk polemico e negazionista. Durante la pandemia il miliardario ha condiviso informazioni false o fuorvianti e si è opposto alle restrizioni imposte dai responsabili della salute pubblica della California settentrionale per tutelare la salute, che hanno colpito l’unica fabbrica di automobili della società negli Stati Uniti. Musk è arrivato a definire queste misure “fasciste” e chiesto al governo di “ridare alla gente la sua dannata libertà”. Purtroppo gli Usa restano tra i Paesi più pesantemente colpiti dal virus.

Tesla e la nuova fabbrica in Texas

Nonostante le lamentale contro il governo, Musk ha deciso di aprire un’altra fabbrica in territorio statunitense. Contestualmente all’annuncio dei risultati finanziari, ha comunicato che costruirà la prossima fabbrica nella contea di Travis, Texas, vicino ad Austin. Lo stabilimento produrrà il pick-up dell’azienda, che chiama un “cybercamion“. Produrrà inoltre un “semi-camion”, ha detto Musk, oltre ai due modelli per il mass market, la Model 3 e Model Y, per i clienti della costa est del Paese.

“Il Gigafactory Texas di Tesla farà in modo che l’economia del Texas resti la più forte della nazione e crei migliaia di posti di lavoro per i texani laboriosi”, ha dichiarato il governatore dello stato, Greg Abbott.  Il Texas era in competizione con Tulsa, Oklahoma, per avere la sede di Tesla. Funzionari della contea di Travis hanno votato questo mese per concedere all’azienda almeno 14,7 milioni di dollari in agevolazioni fiscali. Musk ha detto che il sito della fabbrica, che si trova sul fiume Colorado, sarà un “paradiso ecologico aperto al pubblico”.

Ma qui si apre un nuovo fronte.

La guerra dei camion elettrici

Il crollo in Borsa di Tesla è avvenuto dopo che, a settembre 2020,General Motors, la grande casa automobilistica di Detroit, ha acquisito l’11% del capitale (pari a 2 miliardi di dollari) in Nikola, società che produce camion elettrici, ed ha annunciato che sarà partner della startup per la produzione del pickup Badger, a cui fornirà la batteria Ultium. Risultato: i titoli del colosso delle auto elettriche hanno aperto in calo del 16% all’avvio degli scambi e a fine giornata la discesa è arrivata al 21%. Tra le ragioni della cattiva performance proprio la mossa di GM, che ha scelto di allearsi con un competitor dalla società di Elon Musk.

Il furgoncino Badger dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2022. La collaborazione prevede inoltre che GM diventi il fornitore esclusivo di Nikola, al di fuori dell’Europa, per le pile a combustibile per i suoi camion.

Ma non c’è solo Nikola Corporation. La concorrenza ai cybercamion di Tesla è rappresentata anche dai suv e i pickup elettrici di Rivian, startup statunitense specializzata nello sviluppo di veicoli, prodotti e servizi per  il trasporto sostenibile. Già finanziata da Amazon, Ford Motor e dal fondo Blackrock, questa estate ha ricevuto 2,5 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) da diversi investitori interessati al progetto. L’operazione è stata condotta dalla T.Rowe Price e tra i sostenitori figura il Soros Fund Management di proprietà del miliardario di origine ungherese George Soros. (L.M.)

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