ECOSISTEMA

Kineton: così una scaleup campana si muove nell’ecosistema dell’automotive a Torino

Dalla sua nascita nel 2017, Kineton ha aperto una sede nel capoluogo piemontese: qui i tecnici lavorano a test di simulazione da remoto e a prove su vetture reali. A Torino fanno capo anche le attività nella Motor Valley emiliano-romagnola

Pubblicato il 15 Dic 2020

La sede torinese di Kineton

A Torino una scaleup campana, Kineton, sta sperimentando nuove tecnologie per l’auto del futuro. Fondata a Napoli nel 2017, da subito la società di ingegneria, che sta realizzando una sua microcar elettrica e connessa, si è resa conto di non poter ignorare la metropoli dove è nata la Fiat e dove si è creato un consistente indotto nel comparto automobilistico. Né poteva trascurare la Motor Valley italiana, il distretto industriale dell’Emilia-Romagna che è culla di prestigiosi marchi automobilistici e motociclistici quali Ferrari e Maserati. Oggi questi nomi sono alcuni dei clienti di Kineton e, sia che si trovino in terra emiliano-romagnola, sia che operino nel torinese, fanno capo alla sede dell’azienda situata nel complesso Mirafiori 2.

Solo tre anni fa il team della società partenopea riceveva i primi clienti in un ufficio di meno di 20 mq, un piccolo spazio in coworking. Adesso dispone di 350 mq: un open space dedicato alla Academy (luogo per la formazione di nuove risorse), una parte dedicata ai laboratori HIL (più avanti spiegheremo di cosa si tratta), il resto riservato alle postazioni dei dipendenti, più un’area relax per la pausa pranzo e i momenti di svago, con biliardino d’ordinanza come si addice alle giovani realtà innovative. Complessivamente la sede di Torino di Kineton ospita una cinquantina di dipendenti. Tra clienti nell’area piemontese FCA, CNH industrial (Iveco, vetture agricole), Giugiaro (Gruppo Volkswagen); nell’area emiliana Ferrari, Maserati, Lamborghini e altri fornitori di componentistica.

“A Torino abbiamo anche un laboratorio per i test su veicoli marcianti” spiega Giuseppe Selva, Technical Manager di Kineton.

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È importante, perché in sostanza il lavoro dei tecnici a Torino si divide tra una parte “virtuale”, ovvero simulazioni eseguite da remoto (si chiamano “gemelli digitali”) e test sulla vettura fisica, quella fatta di lamiere, motore, cavi e pneumatici. Per quanto riguarda invece la sperimentazione virtuale, Kineton si occupa più precisamente di Hardware in the Loop.

Che cos’è l’Hardware in the Loop

Tradizionalmente le auto connesse vengono collaudate in laboratorio, allo stesso modo di uno smartphone. Con il termine Hardware In the Loop si indicano le tecniche di verifica di unità di controllo elettronico, le quali vengono collegate ad appositi banchi che riproducono il sistema elettrico ed elettronico del sistema a cui sono destinate. Si tratta a tutti gli effetti di una simulazione. “È come se avessimo un gemello digitale della vettura” spiega Giuseppe Selva. “A monte si può decidere di svolgere il test in laboratorio o sulla vettura reale. Ma in laboratorio è chiaramente possibile raggiungere velocità elevate, così come determinate temperature, pressioni e pendenze che non sono consigliabili come sperimentazione su strada”.

“In sede a Torino – prosegue Selva – abbiamo 3 sistemi HIL per i motori diesel e benzina, ed è in arrivo un quarto simulatore per applicazioni ibride. È tutto configurabile da remoto da un solo pc. Sono i clienti a decidere quale tipo di test vogliono eseguire: alcuni preferiscono il simulatore, per esempio per poter eseguire la stessa manovra 24 ore al giorno 7 giorni su 7. In entrambi i casi ci sono i pro e i contro: avere a disposizione ambedue gli strumenti permette di coprire il 100% dei test da eseguire”.

Certificazioni e validazioni

Nella sede di Torino di Kineton si lavora anche su certificazioni e validazioni. “Sono due aspetti distinti ma che, per così dire, guardano nella stessa direzione” spiega Bruno D’Angelo, altro Technical Manager di Kineton.

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“Un car manufacturer deve rispettare determinati parametri: per esempio le emissioni devono essere sotto una certa soglia, tutte le parti della vettura devono risultare sicure e affidabili, etc. Per arrivarci, serve un lavoro a monte dal punto di vista della validazione. Occorre estrarre una serie di prove che garantiscano che il prodotto è compliant. Noi – prosegue l’esperto – ci occupiamo dell’aspetto diagnostico, di quello funzionale e di comunicazione. Per certificare che il veicolo è sicuro dal punto di vista elettrico ed elettronico, è necessario effettuare una serie di test diagnostici”.

Per quanto riguarda la validazione, questa consiste sostanzialmente nell’imporre una causa, verificarne l’effetto e stabilire se può essere certificato. “Pensiamo ai sistemi Adas di supporto alla guida” prosegue Bruno D’Angelo. “Tra questi ci sono la frenata di emergenza, utile quando un pedone spunta fuori all’improvviso davanti a una macchina, o il riconoscimento di un veicolo nell’angolo cieco. Se si rompe il sensore anteriore che visualizza il pedone, devo poter avvisare l’utente che è avvenuta questa rottura e quindi poterlo avvertire di stare più attento”.

A Torino si lavora a tutto questo. Intanto a Milano è stata appena aperta una nuova sede per un diverso tipo di clientela: società del mondo dei media, quali Sky, Discovery, Mediaset, Sportitalia, RTL, che si rivolgono a Kineton per le attività relative a broadband, telco, fibra, test router e dispositivi mobile. L’azienda è in espansione, vedremo cosa succederà nel 2021.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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