CheBanca!: “L’Italia fa scuola nell’innovazione fin-tech”

Da PostePay a GoPago, nei servizi finanziari si è fatto molto, dice Roberto Ferrari, direttore generale dell’istituto di credito, che lancia un contest per startup in collaborazione con Politecnico di Milano e PoliHub. In palio 25 mila euro e 12 mesi di incubazione

Pubblicato il 21 Feb 2014

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Roberto Ferrari, dg di CheBanca!

“Anche se è un mercato piccolo, l’Italia produce molta innovazione nel mondo dei servizi finanziari e nel retail bancario. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, nonostante siano in pochi ad accorgersene”. A dirlo è uno che gli sviluppi tecnologici nel settore finanziario-bancario li conosce bene: Roberto Ferrari, il direttore generale di CheBanca! L’occasione è il lancio di CheBanca GrandPrix – Fin-Startup Program, un’iniziativa per individuare, premiare e sostenere le startup più innovative d’Italia in ambito fin-tech.

Passata la prima fase di selezione, i dieci progetti migliori prenderanno parte al Fintech Startup Program, il programma di rafforzamento imprenditoriale del MIP-Politecnico di Milano. Al termine di questa seconda fase, saranno selezionate quattro startup che vinceranno un premio di 25 mila euro stanziato da CheBanca! e potranno essere incubati senza spese per 12 mesi all’interno di PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano, e all’interno di CheBanca! In più i vincitori potranno contare su una mentorship di 12 mesi in ambito manageriale da parte di esperti del mondo finanziario e manager dell’istituto di credito del gruppo Mediobanca.

Ma a che punto è l’innovazione, in Italia e nel mondo, riguardo ai servizi finanziari-bancari? Lo abbiamo chiesto direttamente al dg di CheBanca!

Quali sono i maggiori segnali di disruption che intravede nel nostro Paese e a livello globale?
Nell’innovazione finanziaria le idee più disruptive si sono viste all’estero. Penso soprattutto ai servizi di pagamento digitale come Paypal o alle tecnologie Nfc. L’Italia è un mercato più piccolo e più lento rispetto a quello anglosassone, anche a causa di un ecosistema meno favorevole, ma produce comunque innovazione: sta facendo e ha fatto tanto. Molti esempi sono sotto gli occhi di tutti, anche se molti non se ne rendono conto. La carta prepagata di Bancoposta, Postepay, è per esempio ancora oggi la prima prepagata al mondo. Di recente Gopago, una startup fondata da italiani attiva nei servizi di pagamento mobile, è stata rilevata da Amazon. Poi ci sono altri casi interessanti di innovazione nel mondo advisory che fanno un po’ più fatica ma denotano comunque grande vivacità. Penso a realtà come MoneyFarm e Advise Only, che offrono informazione e consulenza online nel mondo della gestione del risparmio.

Le startup che rispondono a questa call possono ambire a collaborare in futuro con CheBanca!?
Noi siamo attenti a valutare le possibilità di collaborazione che si apriranno in futuro. Se alcune di queste startup possono portare valore aggiunto a CheBanca! e ci sarà una situazione win-win di vantaggio per entrambi, saremo sicuramente pronti a confrontarci con loro per eventuali partnership.

Perché avete scelto come partner dell’iniziativa il Politecnico di Milano e Polihub?
Abbiamo scelto il Politecnico perché dal punto di vista accademico-universitario è molto avanti nel proporre programmi di incubazione e coaching alle startup in Italia, sia dal punto di vista logistico che da quello manageriale e della ricerca di venture capitalist e fondi. L’infrastruttura e l’ecosistema ci sono già e il programma di sostegno è già rodato: Polihub sta già incubando e supportando alcune startup, tra cui alcune nel mondo finanziario. Ecco perché dal nostro punto di vista sono ottimi partner. Inoltre, completano bene le caratteristiche di CheBanca!, che è un’ex startup: siamo nati sei anni fa. Per cui, noi porteremo, oltre a un premio economico, il nostro know how nello sviluppo e nella commercializzazione di servizi bancari e le strutture del Politecnico forniranno sostegno e incubazione.

Quali sono gli obiettivi di CheBanca! in termini di innovazione?
La mission con cui è nata CheBanca! è una: rinnovare il retail bancario italiano. L’obiettivo perciò è continuare a essere dei front runner dell’innovazione dei servizi finanziari in Italia. Nel concreto, significa per esempio proseguire nella ricerca di piattaforme digitali e tecnologiche che semplifichino la vita dei nostri clienti e mantengano un livello di servizio e di costi vantaggioso per chi si rivolge a noi.

A quale scopo CheBanca! si impegna su questi temi e fa questo tipo di iniziative? È anche per finalità di marketing e responsabilità sociale di impresa?
Facciamo questi progetti per centrare due obiettivi. Il primo, come detto, è legato alla voglia di continuare a essere disruptive nel modo in cui vendiamo servizi bancari e per questo vogliamo essere i primi a toccare con mano ciò che sta nascendo in questo settore. Il secondo obiettivo, che è sicuramente legato anche al marketing e alla corporate image, è sostenere l’innovazione in Italia a tutto tondo. Se l’ecosistema migliora fa del bene a tutti. Ne beneficieremmo anche noi.

(m.d.l.)

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