Fintech Unicredit, ecco le 4 startup vincitrici

Quokky, Social Bullguard, Quanteye e Wallet Saver. Ovvero, un’app per pagare bollette, un sistema per gestire i clienti sui social, un algoritmo per gli investimenti e un comparatore di tariffe. Sono le nuove imprese che entrano nell’acceleratore della banca

Pubblicato il 25 Set 2014

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Un’app per pagare le bollette, un sistema per aiutare le aziende a gestire i clienti sui social network, un algoritmo per selezionare investimenti finanziari e un’altra app, per comparare, in modo intelligente, tariffe telefoniche.

Unicredit ha scelto le quattro startup per le quali la banca diventerà, come ha detto il vice direttore generale Paolo Fiorentino durante la presentazione nel quartier generale di Milano, “una cavia interessata”. Entreranno nel Fintech Accelerator di Corso Sempione, riceveranno attività formative e di mentoring ma soprattutto potranno mettersi alla prova con il network e i problemi concreti di una realtà grande e importante come Unicredit.

Alla chiamata a partecipare, lanciata a febbraio 2014 e chiusa a fine giugno, avevano risposto 120 startup. Dopo il passaggio di selezione dei progetti e i pitch, ecco le quattro giovani aziende che saranno le prime a sfruttare la voglia del settore bancario di innovarsi: Quanteye e Social Bullguard, nate proprio in Lombardia, la romana Wallet Saver e i friuliani di Quokky.

Partiamo da Quokky. Nelle parole del co-fondatore, Filippo Veronese, l’ambizione è diventare “l’Amazon delle bollette”, un aggregatore che permette di pagare servizi e prodotti attraverso un unico strumento, l’app Quokky, e con un solo click. L’app è già presente sugli store digitali, e al momento è in trattativa con una ventina di aziende multiutility e con la pubblica amministrazione per diventare un hub unico sul quale l’utente può ricevere le bollette, controllare le scadenze, pagarle, archiviarle e conservare le ricevute. Potrebbe essere una concreta rivoluzione nelle abitudini di tante persone, nei piani dei fondatori la maggior parte degli accordi dovrebbe diventare operativa entro la primavera del 2015.

Social Bullguard si rivolge invece alle aziende, e vuole affiancarle in un compito che diventa sempre più delicato: gestire i rapporti con i clienti attraverso i social network. Il logo è un cane: “Lo abbiamo scelto” spiega il co-fondatore Gianluca Treu “perché anche noi vogliamo essere un po’ cane da guardia per le aziende per tutto quello che succede sui social e le riguarda”. Ci sono già diversi strumenti per la gestione di questa attività, in cosa è diversa Social Bullguard? In pratica non solo permette di monitorare e individuare le discussioni che coinvolgono l’azienda sui social, ma anche di indirizzare questi contenuti al reparto aziendale di competenza, che è in grado di mettersi direttamente in contatto con l’utente per risolvere problemi o rispondere alle critiche specifiche.

Molto più strettamente fintech invece il prodotto di Quanteye, che è un algoritmo che permette di valutare in modo mirato e automatico l’opportunità e il rischio degli investimenti finanziari. Al momento l’azienda è attiva nel b-t-b e quindi lavora solo con grandi aziende, ma la sua prossima evoluzione, che dovrebbe completarsi nell’arco del 2015 all’interno dell’Accelerator Fintech di Unicredit, è di aprire un portale indirizzato ai singoli risparmiatori, che potranno collegarsi sul sito, inserire parametri di riferimento (reddito, aspettative, propensione al rischio) e trovare i migliori investimenti per il proprio profilo. Il portale di Quanteye sarà pronto nel corso del 2015.

È molto interessante e intuitivo invece il progetto di Wallet Saver: si tratta di un’applicazione che compara le tariffe telefoniche. L’idea di fondo, che rende Wallet Saver competitiva, è che l’app è in grado di valutare in tempo reale i comportamenti di consumo dell’utente dal telefono su cui è installata l’app (quanti dati usa, che tipo di chiamate fa, in che orario, quanti sms manda) e di trovare in questo modo la tariffa ideale per quel tipo di esigenze specifiche. Per ora, l’app è mirata alla telefonia mobile, ma in futuro sarà applicata anche alle tariffe dell’energia elettrica.

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