8 marzo di fatto

Imprese rosa, storie di donne che fanno innovazione

L’imprendintorialità femminile si distingue per ricerca e coraggio. EconomyUp.it ha raccontato molte storie di donne che hanno fondato startup e sviluppato nuovi modi di fare Made in Italy. Ecco chi sono e perché possono essere un esempio e un modello per tutti

Pubblicato il 07 Mar 2014

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A scuola sono mediamente più brave dei maschi. Le aziende guidate da donne raggiungono, in genere, ottimi risultati. E poi competitività, senso del dovere, precisione e astuzia sono caratteristiche tipicamente femminili che permettono al gentil sesso di raggiungere mete e obiettivi molto alti. Non è un caso che il genio femminile si sia sempre distinto nel mondo economico come in quello letterario e artistico.

L’Italia è un Paese ricco di donne di talento: alcune finiscono sotto i riflettori perché ricevono premi e riconoscimenti, altre preferiscono vivere dietro le quinte, più rifilate, facendo associare i loro successi più al posto in cui lavorano che alle proprie doti personali.

EconomyUp.it ha raccontato molte storie di donne che si sono distinte nei settori delle startup, del made in Italy e dell’innovazione. In occasione della Festa della Donna vogliamo riproporvi alcuni di questi ritratti perché crediamo che la loro storia possa servire da esempio e da stimolo per i giovani italiani.

Benedetta Bruzziches. A 28 anni la stilista di Caprarola (Viterbo) dirige un brand di borse che porta il suo nome e ha fondato un’azienda che dà lavoro a un intero paese. Parole d’ordine per lei sono artigianato e visione alternativa della moda. “La mia missione è fare una piccola rivoluzione culturale che contribuisca a cambiare la sensibilità e a ricostruire attraverso la moda la nostra identità di artigiani. Io, con le mani, ho sempre realizzato tutto ciò che ho sognato e immaginato. Lo possono fare tutti”.

Selene Biffi. Ha fondato la prima startup a 22 anni con un fondo di 150 euro. Poi è volata in Afghanistan per cambiare Kabul cantando storie e fare innovazione sociale in un contsto di emergenza. Come? “Creando una scuola basata sullo story telling, creando posti di lavoro e promuovendo il patrimonio locale”. Così ha vinto il premio Rolex e ha conquistato la fiducia di Renzo Rosso che ha finanziato i suoi progetti.


Erica Palmerini. È il volto italiano dell’innovazione, la donna che ha vinto l’Oscar della tecnologia. Docente di diritto privato al Sant’Anna di Pisa, si è aggiudicata il World Technology Award con RoboLaw, progetto che studia le implicazioni giuridiche, etiche e sociali delle tecnologie robotiche emergenti. “Un buon risultato ma l’Italia è ancora restia all’innovazione” dice


Barbara Labate. È la founder di Risparmio Super, il sito che confronta i prezzi dei supermercati aiutando i consumatori a risparmiare tempo e denaro e le aziende a confrontare i prezzi dei concorrenti e le abitudini dei clienti. La sua app ha fatto boom di download sull’AppStore. “Ho fatto boom grazie alla crisi perché il risparmio è un imperativo delle famiglie italiane” racconta


Mariarita Costanza. È il volto del Sud che fa innovazione. In Puglia ha creato Macnil, azienda che dopo le tecnologie per la localizzazione satellitare, sta ora puntando sulla telemedicina con il primo defibrillatore mobile al mondo telecontrollato e localizzato. E c’è chi l’ha definita Silicon Valley pugliese, che sa incoraggiare idee e giovani talenti destinati ad un sicuro esodo oltre i confini regionali o all’estero.


Mary Palomba. Lei ha scommesso sull’e-commerce e ha vinto. La founder di Maison Academia, la piattaforma che permette agli stilisti emergenti di commercializzare online i propri capi, infatti, ha vinto il premio organizzato da Wind Business Factor e ha ottenuto 500mila euro dalla Finanziaria Laziale di Sviluppo.Ora il suo obiettivo è promuovere il tricolore in un mercato internazionale che vale 300 miliardi di dollari


Sara Giunti. Giovane stilista romana, ha mostrato a tutti come unire il mondo della moda a quello della farmaceuitca. Ha fondato l’ED, la startup creatrice di borse con led e con attacchi USB per ricaricare smartphone, tablet e fotocamere digitali. Un’idea a metà strada tra fashion e tecnologia, promossa e finanziata da Final Spa


Mara Branzanti. Un vero e proprio talento made in Italy. Studentessa di Geomatica alla Sapienza di Roma, è la ricercatrice premiata da Google. Ha vinto, infatti, il Google Summer of Code, concorso per studenti sviluppatori: ora è al lavoro su un software destinato a Galileo, grande progetto della Ue per la navigazione satellitare.

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