Turismo e coronavirus, che cosa serve nei prossimi mesi per sostenere un’industria che rischia la sopravvivenza

Il coronavirus ha messo in ginocchio il turismo,industria che vale 232 miliardi l’anno. Ecco una strategia per le diverse fasi della crisi, dall’attuale emergenza fino al prossimo autunno, per interventi in ambito finanziario e industriale. Senza dimenticare la riqualificazione delle risorse umane e la digitalizzazione

Pubblicato il 08 Apr 2020

Startup del travel (Photo by Frank Vessia on Unsplash)

Turismo e coronavirus: un’industria strategica per l’economia italiana è a rischio sopravvivenza. Con una pagina a pagamento sul Corriere della Sera di mercoledì 8 aprile una serie di operatori del settore lanciano lanciato il Manifesto per il Turismo Italiano con una petizione su Change.org, #Ripartiamodallitalia, per farsi sentire dal governo italiano e dalle istituzioni europee. 

L’industria del turismo, che genera una valore di circa 232 miliardi l’anno, è in ginocchio. Servono sostegni immediati per le imprese e le startup del turismo, che possono rappresentare il futuro di tutta l’industria con le loro soluzioni innovative utili per affrontare il dopo pandemia. Ecco la lettera aperta di Stefano Ceci, già presidente dell’Associazione Startup Turismo, che propone una possibile strategia di intervento

Il Covid-19 presenterà il conto più salato proprio alle economie delle relazioni: tra queste, il turismo.

Una possibile strategia di intervento dovrebbe riguardare, al contempo, tre ambiti:
1. finanziario, provvedendo alla liquidità delle imprese per i prossimi 12/18 mesi;
2. industriale, per attrarre e favorire investimenti che intervengono sull’innovazione e sulla qualità dell’offerta;
3. risorse umane, per alimentare la cultura dell’ospitalità e formare al meglio il personale delle imprese.

Una unità di crisi per Turismo e coronavirus

Lo Stato, le Regioni e le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori potrebbero istituire una unità di crisi (Comitato Permanente per il Turismo?) e mettere a punto uno specifico piano di intervento e di norme determinandone tempi e modalità di attuazione. Diversi fattori di carattere sanitario, psicologico, sociale ed economico incideranno sulle future scelte e sarebbe opportuno che il settore turistico del nostro Paese si preparasse a prendere, mese per mese, le necessarie decisioni all’interno di una strategia condivisa e ben definita, monitorata e governata.

In questo momento – per le informazioni e i dati che si hanno a disposizione – non è possibile stabilire una data di riapertura delle attività turistiche e, per quanto ne sappiamo, appare evidente che dovremo convivere con Covid-19. Se, tale convivenza sarà ben presto possibile in molti settori economici del Paese, non altrettanto lo sarà per il Turismo dove contatto umano e relazione fra ospite e ospitante presuppongono prossimità, convivialità, vicinanza.

Allo stesso modo, una volta ripresa l’attività, come sarà la reazione della domanda sia in termini quantitativi che qualitativi? A quali cambiamenti delle fenomenologie di viaggio e vacanza assisteremo, con quali budget a causa della crisi economica?

Turismo e coronavirus, come evitare i fallimenti

Il decreto di Marzo 2020 ha previsto una serie di misure a tutela dei lavoratori e a favore delle imprese in relazione alle scadenze fiscali e finanziarie. Nel prossimo decreto di Aprile 2020 si completi l’intervento integrando tali misure per ricomprendere al meglio le specifiche esigenze del settore turistico come ad esempio: gli ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali (assunti e non); i versamenti fiscali e contributivi inclusi IMU e Tari; le misure di sostegno finanziario estese a tutte le imprese turistiche senza alcun limite di tipologia e dimensione.

Sempre nel decreto di Aprile 2020 sarebbe opportuno introdurre la moratoria sulle locazioni delle strutture turistiche ricettive al fine di consentire ai gestori di disporre di maggiori risorse utili alla ripresa. Lo Stato potrebbe intervenire rimborsando parzialmente (20%) il proprietario dell’immobile turistico locato con contratto regolarmente registrato.

Se, con i decreti di Marzo e Aprile 2020, lo Stato avrà concorso a interrompere il flusso periodico dei costi finanziari, fiscali e del personale delle imprese turistiche, si saranno create le condizioni per attraversare la notte (per quanto lunga potrà essere) evitando chiusure e fallimenti.

A tali misure occorrerebbe aggiungere una linea di finanziamento utile a promuovere, in accordo con le Regioni, un piano di (auto) formazione delle risorse umane e di ricerca e sviluppo per l’innovazione e la crescita della qualità dei servizi turistici e culturali. Utilizziamo il tempo a disposizione, i servizi turistici subiranno significative trasformazioni.

Fase 2: voucher e bonus per la liquidità delle imprese

Nel decreto di Maggio 2020, se le condizioni sanitarie saranno migliorate e le riaperture potranno essere programmate, sarà possibile affrontare, più specificatamente, il tema della liquidità delle imprese. Alle risorse che sono già state destinate attraverso i finanziamenti garantiti dallo Stato, si potrebbero aggiungere quelle dedicate a co-finanziare -per esempio al 30%- l’acquisto di Voucher prepagati che danno diritto all’erogazione di servizi quali: pernottamenti, pasti, noleggi, biglietti, pacchetti turistici, etc.

In alternativa, si potrebbe considerare l’introduzione di un Bonus Vacanze per l’acquisto di beni e servizi turistici il cui funzionamento (erogazione e gestione) potrebbe essere ispirato all’esperienza del Bonus Cultura (App18). La terza alternativa ipotesi potrebbe essere rappresentata dall’introduzione del Tax Credit Vacanze permettendo lo sconto fiscale per l’acquisto di beni e servizi turistici.

Riqualificare e digitalizzare le imprese turistiche e culturali

Una volta riavviata l’attività, in un decreto autunnale -nella speranza che la situazione Covid-19 volga verso soluzione- si dovrebbe intervenire a sostegno dell’attrazione e programmazione degli investimenti per la riqualificazione alberghiera e per la digitalizzazione delle imprese turistiche e culturali stanziando ulteriori -e ben più significative- risorse a valere sul Tax Credit Ristrutturazione e sul Tax Credit Digitalizzazione (Legge 29 luglio 2014, n. 106) alzando i plafond delle spese ammissibili e i parametri del credito di imposta.

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Stefano Ceci
Stefano Ceci

Stefano Ceci, Innovation Manager, Adjunct Professor IULM, già Presidente dell’Associazione Startup Turismo

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