Disequilibri
Startup, tre su quattro sono acquisite da aziende Usa
Le company americane comprano startup in rapporto di 4 a 1 rispetto alle europee. Le prime quindici al mondo per numero di acquisizioni sono tutte statunitensi, undici in Silicon Valley. In Europa il Regno Unito è il paese numero 1, Italia al decimo posto. Sono i dati del rapporto di Mind The Bridge e Crunch Base presentati all’European Innovation Day. Qui tutti i numeri
di Luciana Maci
12 Set 2016

La ricerca si basa su un database di circa 6mila acquisizioni di startup eseguite da società statunitensi ed europee a partire dal 2012.
In questo arco di tempo le aziende americane hanno completato l’82% dei deal, mentre quelle europee ne hanno portati a termine solo il 18%. In altre parole tre su quattro startup sono state acquistate da compagnie degli Stati Uniti. In particolare il 21% di questi deal è stato concluso da società attive nella Silicon Valley.

Tra i 15 maggiori acquirenti ci sono 11 aziende della valle californiana e nessuna europea. La prima è Google che ha acquistato da sola più startup di quelle che sono state comprate dalle quindici aziende europee più attive. La prima con sede in Europa, la tedesca SAP, è al 33esimo posto nella classifica. In media le “magnifiche 15” basate negli Usa acquistano sei volte più startup delle maggiori compagnie europee.
Scendendo nei dettagli emerge che le compagnie statunitensi acquisiscono un numero di startup 4 volte più alto di quelle europee. Nel periodo di tempo preso in esame hanno infatti portato a termine 4.880 deal su 5925, investendo un totale di 504 miliardi di dollari sulle transazioni rese pubbliche. La Silicon Valley da sola ha fatto registrare 1264 deal (il 21% di tutti I deal transatlantici e il 26% di quelli negli Usa) per un ammontare di 118 miliardi di dollari, più dell’intera Europa.
Il vecchio continente ha messo insieme 1045 deal, il 18% del totale, per una cifra pari a 57 miliardi di dollari.
L’ammontare medio delle acquisizioni negli Usa è di 110 milioni di dollari, praticamente il doppio di quello delle società europee, che è pari a circa 60 milioni di dollari.
Le aziende Usa acquistano in prevalenza startup statunitensi (4300 su 4900, ovvero questo avviene nell’88% dei casi). Più (forzatamente?) esterofile le società europee, che acquistano in Europa il 68% delle startup (700 su 1045). Da notare che le startup europee sono un terzo delle startup acquistate da aziende europee, ma si prendono il 59% del capitale complessivamente investito. Questi dati, si legge nel rapporto, da una parte dimostrano che esiste ancora un divario da colmare nella capacità dell’ecosistema europeo delle startup di produrre exit; dall’altra svela che le startup americane sono più costose delle loro controparti europee.

La ricerca introduce la “exits/acquisition ratio” che mette in rapporto il numero di exit con quello di acquisizioni. Non tutti gli ecosistemi hanno trovato un equilibrio tra vendite e acquisti. Per esempio gli Usa sono caratterizzati da un certo equilibrio, con una percentuale pari a 0,95, mentre l’Europa è in negativo (1,2), ovvero il numero complessivo delle startup vendute è più elevato di quelle che sono state acquistate da società della regione. La situazione è evidente in Paesi come l’Italia, ma anche in Spagna e Benelux.
Guardando ai dati città per città, si vede che New York, Chicago e alcune municipalità della Silicon Valley (inclusi Mountain View, Sunnyvale e San Jose) sono in generale acquirenti di startup, invece San Francisco, Seattle e Palo Alto sono “venditori”.
Prendendo in esame i singoli Paesi, gli Usa naturalmente guidano la classifica con 4.654 exit (79% del totale). Al secondo posto il Regno Unito con 532 acquisizioni di startup, più di Germania, Francia, Benelux, Spagna e Italia messi insieme. La classifica è simile se si guarda ai Paesi di chi acquista: Uk è al top con 471 transazioni, seguito dalla Germania (139) e dalla Francia (120).
“È opinione comune che le acquisizioni abbiano giocato un ruolo centrale per il successo della Silicon Valley – dice Alberto Onetti, presidente di Mind The Bridge – e che comprare startup sia uno dei modi più rapidi per le aziende per riuscire ad abbracciare la disruption e continuare ad innovare. Lo scopo di questo report era verificare se questa opinione fosse vera. Ora i numeri parlano da soli”.