Regolamentazione

Sharing economy, a Firenze Airbnb paga le tasse al Comune

Il colosso degli affitti online riscuoterà l’imposta di soggiorno e la verserà al Comune tramite il meccanismo “collect and remit” già sperimentato in Francia. Il capoluogo toscano è apripista in Italia in questa soluzione, che dovrebbe portare nelle casse comunali 10 milioni di euro. Prima però serve una legge regionale

Pubblicato il 27 Gen 2016

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Airbnb pagherà le tasse al Comune di Firenze, che fa così da apripista in Italia per la regolamentazione della sharing economy. Dopo una lunga battaglia ingaggiata dagli albergatori del capoluogo toscano, è stato raggiunto l’accordo tra il municipio e il colosso delle locazioni turistiche che mette a disposizione online vari tipi di locali per affitti temporanei e che solo in città gestisce 7.500 appartamenti con un indotto stimato in centinaia di milioni di euro l’anno. Airbnb si dice pronto a riscuotere per conto del Comune la tassa di soggiorno, che oggi è un “optional” per chi affitta una casa sul portale.

L’annuncio è stato dato dal sindaco Dario Nardella nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme all’assessore alle attività produttive, Giovanni Bettarini, e al responsabile Italia di Airbnb Matteo Stifanelli. Il sito, ha detto Nardella “ha censito circa 7.500 operatori attivi sul territorio del Comune. Stando così le cose, dalla riscossione della tassa di soggiorno applicata a questi soggetti potremmo trarre almeno 10 milioni di euro”.

Gli utenti del portale pagheranno la tassa di soggiorno già al momento di prenotare il soggiorno e l’azienda girerà periodicamente al Comune il totale raccolto. A Firenze la tassa di soggiorno sugli affitti tramite Airbnb sarà di 2,50 euro a notte a testa, per un massimo di 7 notti (equivalente della tariffa per un hotel due stelle). “Airbnb – ha spiegato l’assessore Giovanni Bettarini – si impegna a fare da collettore dell’imposta e ne gestirà direttamente la riscossione non appena si definiranno alcuni aspetti della normativa regionale. Siamo i primi in Italia a farlo”. “Il meccanismo si chiama collect and remit, come a Parigi: noi incassiamo e poi versiamo al Comune” ha aggiunto il country manager di Airbnb Matteo Stiffanelli.

Bisognerà però attendere prima la nuova legge regionale che equipari le locazioni turistiche alle attività alberghiere. Solo allora, verosimilmente dopo l’estate, potrà scattare l’operazione.

Tre gli obiettivi della collaborazione contenuti nell’accordo: semplicità e chiarezza per la tassa di soggiorno, informazione agli “host” sulle regole della home sharing, promozione di un turismo responsabile. Attraverso la piattaforma Airbnb saranno inoltre fornite informazioni ai visitatori su come essere “buoni ospiti” di Firenze. In base all’accordo, il Comune di Firenze si impegna, tra le altre cose, a promuovere il rispetto delle norme, rendendole chiare e facili da applicare.

Fondata nell’agosto del 2008, con sede principale a San Francisco, in California, Airbnb è un portale sul quale le persone possono pubblicare, scoprire e prenotare alloggi in tutto il mondo, sia dal proprio computer che da cellulari o tablet.

Che si tratti di un appartamento per una notte, di un castello per una settimana o di una villa per un mese, Airbnb mette in contatto le persone in più di 34.000 città e 190 paesi. A giugno 2015 Airbnb è stata valutata 24 miliardi di dollari, più di Marriot, una delle catene alberghiere più importanti al mondo. (L.M.)

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