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L’intelligenza artificiale sta ingoiando il venture capital: ora è il momento della Physical AI



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In Silicon Valley il 93% degli investimenti in scaleup vanno all’AI. E dopo la Generative, la nuova grande ondata è quella Physical AI: dalla macchina che pensa alla macchina che agisce

Pubblicato il 16 set 2025



Physical AI
Physical AI

La Silicon Valley continua a dettare il ritmo dell’innovazione mondiale.

Nel 2025 gli investimenti in scaleup hanno toccato quota 111 miliardi di dollari: di questi, ben 103,5 miliardi – il 93% del totale – sono andati all’AI. In pratica, oggi in Silicon Valley dire VC investments significa parlare di AI. Per ogni dollaro investito in tecnologia, 93 centesimi finiscono nell’AI.

La Silicon Valley sta puntando tutto sull’AI

L’AI sta letteralmente ingoiando il venture capital. Questi sono solo alcuni dei dati dell’ultimo Report “Physical AI. Shaping the Market of the New Possible” presentato da Mind the Bridge allo Scaleup Summit che si svolge a San Francisco questa settimana.

Non è certo se si tratti di una bolla o se sia invece una tendenza globale di lungo periodo. Una cosa però è sicura: la Silicon Valley sta scommettendo tutto sull’AI. 

Le ondate dell’intelligenza artificiale

E, se lo fa il principale casinò del mondo, è alquanto difficile che succeda qualcosa di diverso. Ma, dentro, l’AI ci sono diverse “ondate”.

La prima grande ondata è stata la Generative AI, che, dopo i round miliardari di OpenAI, Anthropic e Inflection AI nel 2023, ha visto una concentrazione senza precedenti di capitali intorno a pochi foundational model players. Nel 2025, OpenAI (40 miliardi) e Anthropic (13 miliardi) hanno catalizzato la maggior parte dei quasi 66 miliardi investiti nel settore.

Il 2024, con numeri più bassi, non ha segnato un rallentamento: è stato piuttosto una pausa fisiologica dopo i mega-rounds, con i player impegnati a scalare le proprie operazioni e a distribuire il capitale già raccolto in attesa della prossima grande ondata.

Il momento della Physical AI

E la nuova grande ondata ha già un nome: Physical AI. I robot che possono “pensare”, invece di limitarsi a eseguire comandi pre-programmati, stanno diventando realtà. L’ambizione è chiara: portare l’intelligenza artificiale fuori dagli schermi e dentro il mondo fisico. 

Nel 2025, le scaleup del settore hanno già raccolto oltre 16 miliardi di dollari in appena nove mesi. Guidano la corsa il maxi-investimento di Meta in Scale AI, specializzata in training data per applicazioni reali in autonomous mobility, AR/VR e robotics, e i round di Figure AI (675 milioni per humanoid robotics) e Neuralink (650 milioni per i brain computer interfaces).

Questo nuova ondata, che scaturisce dalla convergenza tra Generative AI, autonomous agents e mondo reale, apre a un ventaglio quasi illimitato di applicazioni industriali. Con decine di miliardi di dollari già confluiti nel settore, la Physical AI porta con sé la promessa di rivoluzionare la manifattura. Se il trend continuerà (come credo), la Silicon Valley potrebbe trovarsi al centro di nuova rivoluzione: dal pensiero delle macchine (Generative AI) all’azione delle macchine (Physical AI).

Ancora una volta, la Silicon Valley si conferma come l’epicentro indiscusso dell’innovazione globale. Nel corso dell’ultimo secolo, a partire dai primi investimenti legati alla difesa negli anni Trenta e Quaranta, la Silicon Valley è stata difatti la culla di alcune delle più rivoluzionarie trasformazioni tecnologiche al mondo che hanno trasformato l’economia globale: dai circuiti integrati e i personal computer fino a internet, al mobile, al cloud computing e ai social media.

Per maggiori approfondimenti su Silicon Valley e Physical AI rimando  ai report di Mind the Bridge (qui il link per il free download).

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