Una perdita d’acqua in un appartamento non è quasi mai un evento gradito, sia per i danni che per le spese di riparazione da sostenere. Eppure, in qualche caso, può trasformarsi in una situazione provvidenziale.
Lo sa bene Luca Degli Esposti, un esperto di comunicazione web, grafica e user experience che prendendo spunto da questo piccolo guaio accaduto alla sua casa qualche anno fa ha creato una startup in ambito Internet of things, Iooota, per rendere le abitazioni più intelligenti, gestirle in modo più facile e prevenire problemi come quello capitato a lui. La società, lo scorso luglio, è stata una delle vincitrici dei Digital360 Awards, in cui ha trionfato nella categoria dei progetti digitali per le assicurazioni.
Degli Esposti, emiliano, 33 anni, ha avuto l’idea a marzo 2014. In un anno e mezzo ha raccolto il team – la startup ha sette componenti, di età compresa tra i 30 e i 37 anni – e si è messo alla ricerca di finanziamenti per avviare la società. A ottobre 2015, nello stesso mese in cui l’azienda è stata inserita nel Registro delle startup innovative, Iooota ha ottenuto un seed di 450mila euro da parte di due grandi gruppi industriali italiani. I nomi delle imprese finanziatrici non sono noti, ma – fanno sapere dalla startup – si tratta di una attiva nel settore tlc con 200 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato nel 2014 e un’altra che si occupa di business intelligence, ha 500 dipendenti e 58 milioni di giro d’affari nel 2015.
“Avevo avuto spesso a che fare con strumenti online e mobile che monitoravano il modo in cui gli utenti utilizzavano determinati prodotti”,
racconta a EconomyUp Degli Esposti. “Quindi mi sono chiesto: e se si facesse un sistema che analizza il modo in cui le persone utilizzano prodotti e servizi all’interno di una casa e poi rivende i dati alle aziende interessate?”.
Da quell’intuizione, oltre che dalla già menzionata perdita d’acqua, è nata la prima creazione di Iooota, Jarvis, una piattaforma che collega e gestisce tutti gli oggetti connessi in casa e in ufficio, dagli elettrodomestici ai contatori, anche se di marche diverse. Con questo dispositivo, che dallo scorso novembre è stato testato con circa 200 kit nell’ambito di un esperimento pilota, l’utente può controllare da qualunque posto diversi parametri dell’abitazione: il risparmio energetico, i consumi, la sicurezza delle persone e degli spazi.
“Oltre a essere un dispositivo che integra le funzioni di domotica tradizionale – per esempio, se esco di casa e mi sono dimenticato le luci accese, posso entrare nel pannello e spegnerle a distanza – Jarvis agisce anche direttamente intervendo in situazioni che possono accadere per distrazione o fretta”, spiega il ceo di Iooota. “In questo caso, spegnerebbe le luci rimaste accese e invierebbe una notifica all’utente con l’operazione fatta. Con questo sistema, si chatta in tempo reale con la propria abitazione e si possono ricevere dei feedback”.
In base a questo meccanismo di comunicazione, il sistema, che andrà a breve sul mercato, può riconoscere in tempo eventuali movimenti sospetti nell’abitazione o incidenti come fughe di gas, allagamenti e incendi. Quindi, la perdita d’acqua che ha portato Degli Esposti a concepire questo device, non si sarebbe verificata.
“In più, ed è questo il vantaggio per le aziende, registra tutti i dati aggregati degli utenti: consumi, abitudini, profili particolari”, continua il ceo. “Così, senza violare alcuna norma di privacy, le aziende di multiutility, tlc, assicurazioni o altri settori, servendosi di queste informazioni possono profilare meglio i propri clienti e proporre soluzioni personalizzate e più efficaci”.
In Iooota c’è anche un po’ di Silicon Valley. Nel 2014, la startup è stata selezionata per partecipare al Technology Venture Launch Program (TVLP), un programma supportato dall’Istituto italiano di imprenditorialità, che consisteva nel passare due mesi in California a contatto con imprenditori e mentor del posto per studiare imprenditorialità e lavorare allo sviluppo del prodotto. Al viaggio hanno partecipato il ceo e il cto, Roberto Pierpaoli. Ed è qui che i due hanno creato il primo prototipo di quello che sarebbe diventato Jarvis.
“È stata un’esperienza che ci ha insegnato molto. Abbiamo visto con i nostri occhi come lì tutto – risorse, numeri, timing – sia maggiore, più veloce e più organizzato. Mentre qui si fa molta più fatica”, conclude Degli Esposti. “Infatti, sia io che il team non escludiamo di ritornarci quando la nostra startup sarà un po’ più cresciuta”.
GUARDA L’INTERVISTA AL CEO DI JARVIS, LUCA DEGLI ESPOSTI, IN OCCASIONE DEI DIGITAL360 AWARDS