Incubatori e acceleratori italiani: non più solo “fabbriche” di startup ma anche investitori

Sono quasi 300 le startup partecipate da incubatori e acceleratori, che stanno arricchendo il loro ruolo di sostegno alle nuove imprese innovative. Il curatore del report sull’impatto sociale di queste realtà e il segretario di Italia Startup ne spiegano in questo intervento l’importanza. Anche sul fronte legislativo…

Pubblicato il 08 Feb 2019

Venture Client

Sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di incubatori e acceleratori italiani. Gli incubatori e gli acceleratori si confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205 (sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e acceleratori sono tra i fondatori.

Più della metà degli incubatori supporta organizzazioni a significativo impatto sociale. In particolare il settore più rappresentato da queste imprese è quello della salute e del benessere, seguito dal settore della cultura, delle arti e dell’artigianato.

Si conferma il dato del 41,1 % delle startup incubate che operano in servizi di informazione e comunicazione. Il secondo settore più rappresentato rimane quello legato ad attività professionali, scientifiche e tecniche, con il 26,4% del totale.

Sono questi alcuni degli highlights del report 2018 sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani – giunto quest’anno alla seconda edizione – elaborato dal Social Innovation Monitor (SIM) – un team di ricercatori e professori di diverse università accumunati dall’interesse per l’innovazione e l’imprenditorialità a significativo impatto sociale con base presso il Politecnico di Torino. Lo studio è stato svolto con la collaborazione di Italia Startup ed il supporto di Make a Cube3, Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, Iren, SocialFare e SIT – Social innovation teams.

La ricerca ha identificato in Italia 171 incubatori e acceleratori. Quasi il 60% si trova in Italia Settentrionale.

La Lombardia è la regione che ospita il maggior numero di incubatori, con il 25,3% del totale, seguita dall’Emilia Romagna, con il 10,6%, e la Toscana con l’8,8%. L’area meridionale, quella insulare ed i territori del Nord-Est rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di incubatori.

Per quanto riguarda la natura giuridica il 64,2% è di natura privata, il 13,9% ha natura pubblica e il 21% ha natura ibrida.

Negli ultimi anni stanno nascendo numerosi incubatori di natura privata e la ricerca ha verificato che gli incubatori considerano molto rilevante offrire servizi di accompagnamento manageriale, spazi fisici, supporto alla ricerca di finanziamenti, supporto nello sviluppo di relazioni, formazione imprenditoriale e manageriale.

Il report stima che nel 2017 siano stati incubati 1344 team imprenditoriali e 2435 startup

e che il fatturato medio degli incubatori italiani sia di 1,30 Milioni di euro, per un totale di 222 Milioni di Euro, in crescita rispetto allo scorso anno.

Dalla ricerca emerge un quadro molto diversificato e in evoluzione. Aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e aumentano gli incubatori che affiancano alle attività di sola accelerazione anche attività di selezione e di investimento nell’equity delle startup. Investimenti importanti, anche perché nella fase seed – molto rischiosa – è difficile trovare altri investitori interessati.

Italia Startup, l’Associazione italiana delle startup che è partner del Report per il secondo anno consecutivo, ritiene che la ricerca arrivi in un momento quanto mai opportuno per la stessa Associazione oltre che per l’ecosistema startup italiano, perché da un lato accompagna il percorso del neocostituito tavolo associativo dedicato ai centri di innovazione italiani e dall’altro fornisce elementi a supporto del Legislatore, avendo riscontrato che c’è la volontà politica di sostenere anche la fase pre-seed e seed delle startup innovative italiane.

Nella tavola rotonda che si è tenuta durante il Convegno di presentazione delle ricerca, sono emersi spunti interessanti che saranno considerati per la prossima edizione del report. Ad esempio si è riflettuto sugli effettivi ritorni delle attività svolte dagli acceleratori e incubatori italiani in termini di crescita/consolidamento delle startup, sul numero di exit di queste imprese, sui posti di lavoro creati, sull’efficacia dei provvedimenti del Legislatore in questo ambito (incubatori certificati, supporto alla fase seed, ecc) e dell’opportunità di un benchmark con altri sistemi europei.

L’obiettivo del team di ricerca, di Italia Startup e degli altri partner è di far diventare sempre di più il report un punto di riferimento e uno strumento utile alla mappatura del ruolo/impatto degli acceleratori e incubatori italiani, come centri di supporto alle startup innovative .

Sul sito https://www.socialinnovationmonitor.com è possibile scaricare il report della ricerca.

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Paolo Landoni
Paolo Landoni

Professore Associato di Innovazione e Imprenditorialità al Politecnico di Torino, è fondatore e coordinatore dei Social Innovation Monitor che, tra l'altro, elaborano il report sull'impatto degli acceleratori e incubatori.

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