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Gli unicorni italiani? Fanno arricchire gli investitori stranieri

Un’analisi di Stefano Peroncini, venture capitalist e membro di Fare Venture, mette in evidenza come i principali casi di successo imprenditoriale innovativo italiano (Ynap e Octo Telematics) siano stati supportati principalmente da venture capital internazionali

Pubblicato il 31 Gen 2018

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Gli unicorni italiani – le startup cresciute a tal punto da raggiungere una valutazione di mercato superiore al miliardo di euro – farebbero guadagnare soltanto i venture capital stranieri. A pensarla così è Stefano Peroncini, venture capitalist e membro del comitato di investimento di Fare Venture, che sul sito Startupbusiness.it ha voluto spiegare il suo pensiero. A supporto della sua analisi Peroncini prende in esame i casi di Ynap (Yoox Net-a-Porter) e Octo Telematics, due realtà imprenditoriali nate in Italia, ma finite nel mirino di investitori internazionali.

“Ynap (Yoox Net a Porter, ndr) e Octo Telematics sono i due casi più eclatanti e recenti”. Scrive Peroncini. “Entrambe le società hanno avuto la caratteristica di avere avuto imprenditori visionari e tenaci, che hanno mantenuto negli anni il focus su ciò che avevano in mente e senza troppe “sbavature” e che hanno avuto (o avrebbero potuto avere) nel capitale della prima ora i fondi di investimento nazionali… Purtroppo per noi queste società, quando hanno avuto bisogno di capitali (e aggiungo, venture capitalist) più importanti per lo sviluppo hanno dovuto appoggiarsi su operatori stranieri o comunque far da sé”.

A 15 anni dalla sua nascita nel 2002 a Roma, Octo Telematics è oggi leader indiscusso nella fornitura di servizi e sistemi telematici per il mercato dell’assicurazione e dell’auto, attraverso la “Clear Box” installata su oltre 4 milioni di veicoli in tutto il mondo con cui controlla oltre il 45% del mercato mondiale. Ha annunciato da pochi giorni di avere tracciato una roadmap per la quotazione in Borsa. Oggi l’azienda viaggia a una media di 8 mila nuovi clienti al giorno per un bacino totale che è salito a 5,5 milioni di utenti connessi e più di 60 partner assicurativi.

Altro caso di successo è quello di Yoox, ad oggi il più clamoroso tra le internet company nostrane. Il gruppo del lusso Richmont ha fatto pochi giorni fa un’offerta di acquisto di tutte le quote di Ynap che valorizza la società circa 5,3miliardi di euro. In meno di un anno dalla fondazione l’e-commerce di Yoox diventa un punto di riferimento per i negozi che vogliono vendere capi invenduti e per i clienti che desiderano risparmiare su un abbigliamento di qualità.

Sul versante degli investimenti però, in totale Yoox ha raccolto 25 milioni di euro, tutto sommato una cifra davvero contenuta, ma grazie anche ai quali è diventata il vero Unicorno italiano. Oltre agli investimenti di Elserino Piol, Michele Appendino e Fausto Boni erano nel capitale al momento della quotazione nel 2009 i fondi Balderton Capital (inglese, anche se a trazione di manager italiani) e Nestor 2000 (belga) e l’industriale visionario Renzo Rosso. Quindi, ancora una volta, dove erano tutti gli altri nostri fondi VC?

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Stefano Peroncini
Stefano Peroncini

Venture Capitalist e Serial Entrepreneur. CEO di EUREKA! Venture SGR e membro del Comitato di Investimento di FARE Venture (Fund of Funds da 80Ml€ di Lazio Innova). È stato fondatore e CEO di Quantica SGR, fondo che ha investito nella startup biotech EOS, ceduta all’americana Clovis Oncology per 470ml$

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