STARTUP INTELLIGENCE

Ecco che cos’è l’Effetto Startup (con tre pilastri utili a tutte le imprese)

La capacità di pivotare, cioè cambiare velocemente strategia di gioco. Sapere lavorare in contesti multidisciplinari. E saper creare ecosistemi con cui interagire. Sono i tre pilastri che emergono dal modello startup in questo difficile 2020. E che devono essere compresi da tutte le imprese

Pubblicato il 04 Dic 2020

Photo by Nadir sYzYgY on Unsplash

La pandemia ci sta lasciando in una situazione di grave recessione con numeri da dopoguerra, se guardiamo ai Pil mondiali, all’occupazione, alle esportazioni ma anche, purtroppo, ai morti. Per fine anno viene stimata una perdita economica mondiale di oltre i 17mila miliardi di dollari (Australian National University).

Anche per il comparto delle startup la situazione è stata difficile, lo shock nella domanda e la riduzione di liquidità si sono fatte sentire. I round di investimento hanno rallentato, un quarto delle startup si è ritrovata in red zone (con meno di tre mesi di liquidità prima del fallimento) secondo Startup Genome.

Le startup durante la pandemia

Per la Ricerca 2020 dell’Osservatorio Startup Intelligence (qui i risultati presentati mercoledì 2 dicembre) abbiamo analizzato cosa è successo alle startup durante i mesi della pandemia attraverso una survey a cui hanno risposto 213 startup hi-tech nazionali. Il 38% ha ridotto le proprie attività, il 31% ha interrotto le collaborazioni in essere con le imprese, molte hanno avuto difficoltà nella raccolta fondi, anche se una minoranza per fortuna.

Se anche per le startup non sono mancate le difficoltà nel periodo, tuttavia dai dati Mise emerge come il numero di startup nate in Italia durante il primo semestre del 2020 sia paragonabile al 2019. Negli Usa si è registrato addirittura un 40% in più di nuove startup da settembre 2019 a settembre 2020.

Il 46% ci ha dichiarato di avere ottenuto nuovi clienti e di avere ampliato il proprio network, il 44% ha dichiarato di avere accelerato lo sviluppo dei prodotti/servizi e di avere ottenuto visibilità sul mercato.

Le iniziative che abbiamo censito nel panorama startup hi-tech italiano per fronteggiare l’emergenza sanitaria da coronavirus a livello nazionale sono 256, di cui il 13% nato proprio per rispondere all’emergenza Covid. Tutti i settori sono coinvolti: eCommerce, Turismo, Sanità, Edilizia, Fintech, Technical Services, Trasporti, Ristorazione, Educazione, Fashion, per citarne alcuni. n qualche modo la crisi non ha quindi portato solo ostacoli, ma anche stimoli positivi all’attività imprenditoriale.

Che cos’è l’Effetto Startup: agilità e resilienza

Nel contesto di radicale e drammatico cambiamento, in cui le imprese tradizionali e le istituzioni sono apparse spesso disorientate, l’ecosistema startup ha mostrato alcune vie per fronteggiare la nuova quotidianità imposta. Questi dati non devono stupire. Le startup hanno nel proprio DNA la capacità di adattarsi al cambiamento e in molti casi fanno del cambiamento la propria spinta propulsiva.

È proprio questo l’”effetto startup”, che abbiamo voluto mettere in risalto ma che tuttavia non ci stupisce. Le startup sono infatti agili, resilienti, veloci, sempre attente ai segnali di mercato, abili nell’applicare le tecnologie.

Le startup a supporto dell’emergenza sanitaria

Dai risultati delle nostre Ricerche emerge infatti come il 63% delle startup ha intrapreso iniziative a supporto dell’emergenza Covid-19 sia nella fase lockdown sia nella fase 2, ma anche nel new normal. Alcune sono state ospiti durante il convegno per condividere la propria esperienza: ufirst, WeSchool, Isinnova, FrescoFrigo, Glovo e Indigo.AI.

Il 30% delle startup ha apportato variazioni al proprio modello di business durante la pandemia; le motivazioni principalmente indicate per queste variazioni nel modello di business sono legate alla volontà di generare nuove opportunità di valore. Solo una minoranza ha indicato come motivazione la pura sopravvivenza. Non solo, il 28% ha ampliato il proprio organico per fronteggiare l’incremento di attività emerso durante l’emergenza, o si è dotato di nuove competenze.

Le tre lezioni dell’Effetto Startup

Questo sforzo prodigioso, questo “effetto startup” – di adattamento e collaborazione – manifestatosi così forte in un momento così buio, non deve essere dimenticato e dissipato, ma valorizzato come patrimonio di sistema e preso come esempio e stimolo anche dalle imprese consolidate per porre le basi per il rilancio e la crescita nel nostro Paese.

Tre sono i pilastri che le imprese devono cogliere dal modello startup.

Il primo è la capacità di pivotare, cioè di cambiare velocemente la strategia di gioco, come fa il ruolo del pivot nel gioco del basket; questo significa sperimentare con continuità e fare della sperimentazione un atto continuativo in impresa.

Il secondo è saper lavorare in contesti multisciplinari perché l’innovazione sta diventando sempre più complessa. Ma siccome nessuna organizzazione ha in sé ormai tutte le competenze e gli asset, e mantenerli sarebbe troppo costoso, serve sapersi creare un ecosistema e operare con esso – questo il terzo pillar -, come le startup sanno bene, per sfruttare asset, tecnologie e competenze condivise, per amplificare, accelerare e migliorare l’innovazione.

E infine sarà fondamentale sostenere le startup, asset fondamentale per la nostra economia. Esse rappresentano infatti una fonte di ricerca e innovazione e anche uno sbocco di occupazione per giovani con talenti che diversamente si farebbe molta fatica a trattenere nei nostri confini.

Proprio l’imprenditorialità, infatti, può costituire il motore per rilanciare crescita e innovazione in un’economia stagnante e in difficoltà quale quella italiana.

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Alessandra Luksch
Alessandra Luksch

Direttore dell'Osservatorio Startup Thinking degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

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