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Check point a Palazzo Chigi sulle start up

Primo incontro a Roma del gruppo di lavoro convocato da Francesco Caio, mister Agenda Digitale, per fare il punto sulle cose fatte e definire che cosa fare a partire dall’autunno. Il bilancio è positivo ma resta ancora aperto il capitolo decisivo degli incentivi per chi investe in nuove imprese innovative

Pubblicato il 16 Lug 2013

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Primo incontro, anzi check point, a Palazzo Chigi per fare il punto sullo stato di attuazione dei provvedimenti a favore delle start up nella legge 211 dello scorso dicembre, il cosiddetto Decreto Crescita2.0. Francesco Caio, chiamato dal premier Enrico Letta a coordinare l’Agenda Digitale, ha convoncato oggi il tavolo composto da una trentina tra startupper, docenti universitari, venture capitalist, incubatori.

Nel gruppo si ritrovano quasi tutti i componenti della task force costituita nel precedente governo dal ministro Corrado Passera (da Paolo Barberis ad Andrea Di Camillo, da Massimiliano Magrini allo stesso Alssandro Fusacchia, che la coordinava, e adesso segue al ministero degli Esteri il progetto “Destinazione Italia” ), a cui si sono aiiunti altri protagonisti dell’ecosistema (da Federico Barilli, segretario di ItaliaStartUp a Max Ciociola di Musixmatch, da Andrea Rangone del PoliHub di Milano a Pierantonio Macola di Smau ed Emile Abirascid di StartUpBusiness).

A coordinare il nuovo tavolo è Luca De Biase, il più autorevole portabandiera dell’innovazione in Italia, che è uno dei tre esperti chiamati da Caio per affiancarlo nella sua missione (gli altri due sono docente della Bocconi Francesco Sacco e Benedetto Rizzo, del thinkthank VeDrò promosso dal premier Letta.

Questo primo incontro è servito per fare un rapido giro di opinioni sull’ecosistema startup e per avviare la definizione dell’agenda autunnale. Il bilancio sulla legge 211 è stato sostanzialmente positivo: buona parte dei provvedimenti sono stati già attuati o sono in corso di attuazione, il regolamento della Consob sul crowdfundi, pubblicato venerdì scorso, è un pezzo importante. Quello che manca è ancora l’operatività degli incentivi fiscali per chi investe in start up innovative, così come vendono identificate dalla legge e accolte negli speciali registri istituiti presso le camere di Commercio. Al 1 luglio erano quasi mille, secondo le rilevazioni di InfoCamere e per tute loro quello degli incentivi è un pezzo importante, se non decisivo, per poter immaginare il proseguimento dei progetti di impresa. (r.eu)

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