Roma
“Casa delle startup” all’ospedale Forlanini, Zingaretti fa il primo passo
Il grande nosocomio romano chiuderà, ma il presidente della Regione vuole trasformarlo in uno spazio per l’innovazione. A settembre partirà un bando di idee. Ma già a fine luglio esponenti dell’ecosistema delle startup visiteranno la struttura per valutarne futuri utilizzi
di Luciana Maci
07 Lug 2015

A questo proposito Zingaretti ha aperto le porte alla partecipazione e annunciato un bando delle idee che partirà a settembre e servirà ad accogliere “proposte offerte da associazioni, imprese e cittadini. Noi vogliamo che l’area – ha detto – diventi un luogo della cultura, dell’innovazione, per le startup e per il sociale“. Potrebbe dunque nascere una sorta di “casa per le startup” all’interno della struttura? Alcuni locali potrebbero essere ristrutturati ed adibiti a spazi di lavoro dedicati agli startupper?
È ancora presto per dirlo, ma si stanno facendo i primi passi in questo senso: a quanto risulta a EconomyUp, il 22 luglio una dozzina di stakeholder dell’ecosistema capitolino delle startup (quindi, si ipotizza, incubatori, acceleratori, venture capitalist, startupper, imprenditori ecc. ecc.) sono convocati da Zingaretti per visitare il Forlanini e discutere del progetto.
La strada si prospetta comunque in salita. Fonti interne all’azienda sanitaria San Camillo-Forlanini sottolineano che il complesso di edifici versa in condizioni di decadenza. L’impianto elettrico è in gran parte fatiscente, gli impianti idraulici in buona parte non utilizzabili: i lavori di ristrutturazione dovranno essere certamente molteplici e saranno costosi. Non è comunque detto che, in un’area di questa ampia struttura, non si riesca a trovare spazio per ospitare le startup e gli startupper. Altra questione sulla quale riflettere: la location. La zona è semicentrale e ben collegata con il centro città, ma effettivamente lontana dai poli tecnologici e dai centri universitari della capitale. In ogni caso, se la casa delle startup al Forlanini si farà, sarà un ulteriore contributo all’ecosistema romano che da tempo si sta gradualmente popolando di incubatori, acceleratori e spazi di co-working.