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9 motivi per investire e fare startup in Basilicata

Dai fondi pubblici per l’innovazione alla maggiore facilità di accesso al microcredito, dai programmi di accelerazione alle nuove imprese innovative già presenti, ecco perché la Lucania si propone come l’ecosistema emergente dove fare business al Sud

Pubblicato il 16 Set 2016

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La Basilicata è una fucina di laboratori che guardano alla creatività come trampolino di lancio per le startup innovative. Dall’artigianato al commercio, dalla ristorazione al turismo, il trend di sviluppo di nuove imprese innovative dal 2014 a oggi è cresciuto in modo significativo.

In una terra dove “neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta” – come testimoniava lo scrittore Carlo Levi nel suo romanzo più noto – arrivano menti brillanti, giovani e intraprendenti, che vogliono costruire il progresso di questa regione. La mission della ‘nuova Lucania’ è scrivere le prime pagine di un libro economico inedito, costruendo il futuro guardando al passato ma senza annientarlo.

La Basilicata già da alcuni anni si sta preparando verso un graduale sviluppo imprenditoriale. Sono diversi i motivi per cui vale la pena investire qui e chi intende farlo dovrà avere una marcia in più in alcune specifiche direzioni. Vediamo quali.

1. L’agricoltura diventa hi tech
Non si può pensare di realizzare una Silicon Valley in una regione dedita soprattutto all’agricoltura e all’agroalimentare. Pertanto, l’unico modello di imprenditoria efficace sembra essere quello che coniuga l’utilizzo delle tecnologie digitali alla valorizzazione delle produzioni locali. Per Giampiero Maruggi, amministratore unico di Sviluppo Basilicata, l’agenzia a cui la Regione ha dato il compito di organizzare il lavoro, la parola chiave per chi vuole investire in questo territorio è “agroindustria”. Pertanto, i potenziali investitori per avere successo non possono tralasciare un elemento fondamentale: il rispetto della vocazione agricola di questa terra. Dovranno dimostrare di conoscere e mostrare interesse per le tipicità, trasformarle in un brand e costruirci attorno una startup.

2. I fondi pubblici a disposizione per gli investimenti crescono
In Basilicata non manca l’inventiva ma neppure la materia prima per lanciare progetti che aprano verso i mercati esteri (Stati Uniti, America del Sud, e paesi orientali). Sviluppo Basilicata ha ottenuto infatti proprio nel 2016 1,6 milioni di euro a fondo perduto, che vanno a rimpinguare il suo fondo di venture capital. Questi si aggiungono alla dotazione complessiva, che arriva oggi a 15 milioni di euro. Una ricapitalizzazione che risulta appetibile per tutti i giovani imprenditori e startupper che vogliono investire in una rete di infrastrutture culturali per acquistare mezzi di trasporto per turisti a costo zero, oppure investire su una piattaforma e-commerce per piazzare i prodotti enogastronomici lucani nelle migliori filiere del mondo.

3. Ci sono più opportunità per finanziare la ricerca
Il 2016 è l’anno di preparazione del progetto “Openhour Sviluppo Basilicata” che prevede ogni mese incontri di approfondimento sul tema delle “infrastrutture di ricerca” assieme a collaborazioni territoriali europee. Un progetto curato dalla direzione generale sulla Ricerca e l’Innovazione e da Sviluppo Basilicata che andrà a incrementare l’importante traguardo già raggiunto: quello della costruzione di una rete di infrastrutture culturali, grazie a Matera 2019 – Capitale europea della cultura. Un incentivo in più a investire sulla ricerca è la candidatura della Basilicata tra le 123 regioni finaliste, nella categoria “Crescita intelligente”, al Regiostars Awards 2016, la competizione che vede confrontarsi i progetti più innovativi a livello europeo.

4. Accedere al microcredito è più facile
Il 4 agosto sono stati firmati 9 nuovi contratti di microcredito che si sommano alle 162 iniziative già finanziate dalla Regione Basilicata. Queste pongono in primo piano i servizi terziari, la ristorazione e il turismo, e a seguire artigianato e commercio. Un ossigeno finanziario da investire soprattutto per ridurre il “gap tecnologico” che ha reso la regione più arretrata rispetto ad altre. Per le piccole e medie imprese, inoltre, è previsto un contributo delle banche di credito cooperativo di Puglia e Basilicata.

5. Gli infopoint territoriali snelliscono l’iter burocratico
Per facilitare l’accesso all’iter burocratico sono aperti su tutto il territorio dei punti informativi per tutte le aziende che hanno bisogno di una guida per verificare i requisiti di accesso ai finanziamenti e per tutte le fasi della procedura di accreditamento. Inoltre, la Camera di Commercio di Matera ha attivato il nuovo sportello Startup per le imprese innovative, un’iniziativa che mira a ridurre i disagi legati alle carenti infrastrutture fisiche, attraverso la costruzione di una rete di hub sui territori affinché gli imprenditori e gli investitori siano invogliati a dialogare e a confrontarsi prima di avviare un progetto d’impresa.

6. Ci sono percorsi di formazione per gli startupper
In attesa della pubblicazione del nuovo bando di “Sviluppo Basilicata” GoDesk, coworking di Potenza, ha deciso di organizzare per questa estate il Summer CheckUp, partito a luglio, un percorso estivo di incubazione per l’imprenditoria digitale, con premiazione finale delle 10 startup più promettenti sul panorama nazionale, lucane e non. Incontri con gli esperti, meeting, corsi di formazione al seguito di supervisori e mentor, che mettono la loro competenza di tipo legale e commerciale al servizio di chi non ha ancora sufficiente esperienza. Sono previsti incontri di monitoraggio, con attività di consulenza da parte di tutor in Italia che seguiranno i giovani startupper in tutte le fasi: dall’ideazione al business plan, dall’incubazione al lancio della propria idea progettuale. All’orizzonte, si profilano anche occasioni di scambio interculturale tra nativi ed emigrati digitali: una staffetta tra generazioni a confronto.

7. Nascono nuovi spazi per le eccellenze scientifiche
In Basilicata ci sono eccellenze e competenze umane la cui esperienza, conseguita all’estero, può tornare utile per realizzare progetti che uniscano la ricerca nel campo dell’ingegneria biomedica alla gestione integrata dei servizi sanitari. È in programma la realizzazione di un polo di eccellenza che riunisca tutte le competenze tecnico-scientifiche e le metta in rete delle risorse L’IRCCS CROB (Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico), per esempio, ha attivato, con la partnership di alcuni privati, una hub di rete sulla radioterapia, con la consultazione di dati, cartelle ed esiti su supporti mobili (smartphone, tablet, i-phone etc.).

8. In arrivo un polo finanziario
Vi è un piano industriale per costruire, con l’aiuto della Banca d’Italia, una vera e propria finanziaria regionale che, attraverso l’istituzione di un fondo di garanzia ad hoc, allargherà i cordoni della borsa, rivitalizzando un altro grande settore, quello dell’edilizia urbana e dell’ingegneria biotecnologica. “La Regione sta finanziando due progetti che rientrano nella nuova programmazione 2014-2020. L’uno si chiama ‘Start and Go’, e prevede un piano di avvio per le startup che hanno dimensioni più contenute e le aiuterà a crescere. L’altro è denominato ‘Start and Grow’ ed è destinato a progetti imprenditoriali che esistono da più di tre anni” chiarisce Giampiero Maruggi, amministratore unico di Sviluppo Basilicata, che attualmente sta investendo lungo due assi, l’uno localizzato nell’area di Viggiano nell’area industriale dei giacimenti petroliferi e l’altra nella provincia di Matera, che si estenderà oltre la Capitale europea della cultura, mettendo in relazione le risorse di Campania, Puglia, Basilicata.

9. Startup promettenti
Un altro motivo per cui vale la pena investire in Basilicata è l’esperienza umana di giovani imprenditori che ce l’hanno fatta o ce la stanno facendo. È il caso di Cervellotik, una piattaforma di “educazione digitale” nata dall’idea di tre giovani startupper, con il supporto di Innovation Factory. Lo scopo è quello di mettere in contatto laureati e studenti universitari e di scuole superiori per avere delucidazioni su argomenti oggetto di esame o interrogazioni. Molti progetti sono stati lanciati nel mercato produttivo nazionale e, in taluni casi, anche internazionale. Alcune realtà innovative hanno perfino avuto prestigiosi riconoscimenti in programmi come il Working Capital Accelerator o all’Edison Start. Per esempio PickMeApp, della lucana Luciana De Fino, un progetto smart volto a migliorare la mobilità urbana è stato premiato anche al Web Summit di Dublino. Tra le idee innovative più promettenti vi è Domec Solutions, un’azienda metà campana e metà milanese, fondata da Antonio Sorrentino, che fornisce servizi finanziari e punti fedeltà. Oppure iGoOn, la prima piattaforma italiana di car sharing che fornisce una app per richiedere l’autostop attraverso l’utilizzo dello smartphone.

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