ECONOMIA CIRCOLARE
App anti-spreco alimentare: cosa sono, a cosa servono, quali sono le principali
Il 22% degli italiani fa uso di applicazioni per contrastare lo spreco di alimenti. Ecco alcune delle app anti-spreco più usate
di Pierluigi Sandonnini
Pubblicato il 07 Gen 2022
Nel mondo del food & grocery è il momento delle app anti-spreco. Secondo alcuni studi recenti, gli italiani sono sempre più sensibili allo spreco alimentare. Alcuni dati possono servire a fornire un quadro della situazione. Secondo il Food Sustainability Index 2021, ogni famiglia ha gettato nella spazzatura 67 Kg di cibo, i servizi di ristorazione altri 26 Kg e le vendite al dettaglio 4 Kg. Questo vuol dire che ogni cittadino italiano, in modo diretto o indiretto, è stato responsabile dello spreco di 97kg di cibo.
Anche per questo motivo si sta diffondendo sempre più il ricorso alle app anti-spreco alimentare, supporto digitale a comportamenti virtuosi nell’acquisto e nel consumo dei cibi, a contrasto di quello che viene definito “food lost” o “food waste”.
Lo confermano i dati di una ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua, secondo i quali il 22% degli italiani ha utilizzato un’app anti-spreco alimentare. Una percentuale ancora scarsa, rispetto ad altri strumenti, più tradizionali e meno tecnologici, aventi lo stesso scopo. Il 62% degli italiani, infatti, controlla le scadenze dei prodotti agroalimentari al momento dell’acquisto, il 48% mette una certa cura nel compilare la lista della spesa, in modo da comprare solo il necessario; oltre un italiano su quattro, infine, (il 29%) fa la spesa più volte durante la settimana, per evitare il rischio di ritrovarsi in casa una tale quantità di prodotti da non riuscire a consumare prima della scadenza.
Le app svolgono un’azione di contrasto dello spreco permettendo ai consumatori di portare a casa alimenti che altrimenti andrebbero buttati. Altre consentono invece di evitare di sprecare il cibo detenuto in casa, qualcosa che chi dispone di un frigorifero “intelligente” sperimenta già con i memo delle scadenze.
Ecco le app più diffuse e più importanti in Italia, da scaricare sullo smartphone (Android o iOS) per il contrasto allo spreco alimentare
Too Good To Go, l’app anti-spreco nata in Danimarca
“Troppo buono per essere gettato”; questa app, nata in Danimarca nel 2015 e attiva in Italia dal 2019, permette a commercianti e ristoratori di mettere in vendita, a fine giornata, il cibo invenduto a prezzi ridotti. I consumatori possono acquistare le “Magic Box” a un terzo del prezzo di vendita, impegnandosi quotidianamente nella lotta contro lo spreco alimentare. Le Magic Box sono delle “borse” con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo.
Si calcola che, nel 2019, Too Good To Go abbia coinvolto 33mila partner e 18 milioni di utenti, salvando dai rifiuti oltre 28 milioni di pasti. I negozi (circa 4000 gli esercizi registrati) sono presenti in 20 città (Milano, Roma, Napoli, Palermo, Torino, Bologna, Firenze, Verona, Trieste, Genova, Bergamo, Perugia, Piacenza, Reggio Emilia, Lecco, Varese, Como, Arona, Prato e Padova).
Come funziona Too Good To Go
L’app consente a ciascun commerciante di indicare, ogni giorno, la quantità di Magic Box disponibili, a seconda di quanto cibo invenduto prevede di avere a fine giornata.
I consumatori, da parte loro, possono geolocalizzarsi, cercare i locali aderenti e acquistare cibi freschi a prezzi scontati.
La Magic Box ordinata può essere pagata tramite l’app stessa, con carta, Paypal o con i servizi Apple Pay o Google Pay. Occorre recarsi al negozio nella fascia oraria specificata, mostrare la conferma al negoziante tramite app e ritirare la Magic Box.
Con i suoi 10 milioni di download, Too Good To Go è probabilmente la app anti-spreco alimentare più conosciuta e utilizzata in Italia. Al punto che anche la Croce Rossa Italiana ha deciso di avvalersene per raccogliere donazioni a sostegno dell’attività dei volontari sui territori, in aiuto alle persone senza fissa dimora o in stato di maggiore necessità. I comitati CRI in Italia che, attraverso mense proprie o di altre associazioni, organizzano un aiuto alimentare diretto sono più di una decina.
Regusto, l’app anti-spreco che aiuta ristorazione e Comuni
Il nome di questa app deriva dal latino e significa “gustare di nuovo”. Si tratta di un’app e di una piattaforma per la prevenzione e riduzione degli sprechi alimentari impiegabile nel settore della ristorazione e nelle amministrazioni comunali.
Come funziona
L’utilizzo dell’app Regusto è abbastanza semplice: dopo averla scaricata, si sceglie tra i piatti in offerta e si prenota la Regusto Bag da asporto. Il piatto ordinato può essere mangiato dove si vuole, anche a casa propria. Il vantaggio per i ristoratori consiste nel riuscire a gestire meglio le scorte e le attività di cucina, potendo proporre piatti di qualità a prezzi scontati.
Eco Food Prime, l’app anti-spreco realizzata da siciliani
Questa app nasce da un’idea di Martina Emanuele e Giuseppe Blanca, due giovani siciliani. Obiettivo, anche qui, risparmiare e diminuire lo spreco alimentare, costruendo una rete di offerte commerciali, donazioni e attività social con tutti gli attori della filiera: consumatori, esercenti e associazioni solidali.
Come funziona
L’utente riceve, tramite la app, le offerte dei punti vendita più vicini che sfruttano la piattaforma Eco Food per offrire cibi e prodotti alimentari che rischiano di rimanere invenduti, poiché prossimi alla scadenza, oppure in eccedenza o con difetti esteriori, ma ancora idonei al consumo. Cibi e prodotti possono quindi essere acquistati a prezzi vantaggiosi con beneficio per entrambe le parti: da un lato il consumatore risparmia sull’acquisto, dall’altro l’esercente recupera, se non altro, il costo d’acquisto ed evita lo smaltimento dell’invenduto.
Nella piattaforma è presente un elenco di associazioni e soggetti attivi nel volontariato per la redistribuzione del cibo alle persone che si trovano in stato di indigenza.
Ecofood Prime fa anche da “food organizer”: memorizza la data di scadenza dei cibi e invia notifiche temporizzate per evitare lo spreco. Una funzione social permette di condividere il proprio “frigo virtuale”, mettendo a disposizione dei propri contatti sui social network i cibi che si vogliono donare o usare per ricette anti-spreco. Il sistema si basa su un algoritmo di matching utente/categoria di prodotto, che offre un’elevata esperienza d’acquisto al consumatore.
Last Minute sotto casa, la startup torinese
La locuzione “sotto casa” sta a indicare che si tratta di una app “di prossimità”. Nata nel 2014 a Torino e diffusa in tutta Italia, mette in rete una serie di attori che, operando insieme, possono contribuire alla riduzione degli sprechi in ambito alimentare. La community di Last minute sotto casa è formata da ristoratori e consumatori, ma anche da produttori e rivenditori, che mettono in circolo ciò che a fine giornata resta invenduto e per cui si avvicina la data di scadenza.
Come funziona
Il funzionamento è facilmente intuibile: quando il negoziante si ritrova in negozio alimenti freschi vicini alla scadenza o cibi in eccedenza rispetto alla propria capacità di vendita, e che quindi rischiano di rimanere invenduti, invia ai propri clienti le offerte attraverso la app. Il cliente che riceve la notifica può recarsi in negozio per acquistare a prezzi scontati.
Volendo si possono impostare anche le notifiche che segnalano all’utente quando un negozio nelle vicinanze ha messo in vendita qualcosa.
UBO, l’app anti-spreco con i consigli per gli acquisti
Acronimo di “Una Buona Occasione”; si tratta di un’app diversa da tante altre, perché “agisce nella fase iniziale”, cercando di evitare che si arrivi allo spreco. Molti di noi, difatti, non hanno dimestichezza con le regole di una corretta conservazione del cibo, arrivando a dubitare del fatto che gli alimenti acquistati siano ancora “buoni” da consumare.
In questo modo, si getta via il cibo sia per averlo lasciato scadere, quindi quando è effettivamente “andato a male”, sia quando sarebbe ancora buono ma si ha paura che possa far male.
La app di UBO offre, per 500 alimenti, notizie, consigli e suggerimenti su come, dove e per quanto tempo conservarli (cotti, crudi, preconfezionati, sfusi, freschi e surgelati), sulle porzioni raccomandate, sulla relativa impronta idrica e sugli apporti nutrizionali, sul riutilizzo degli avanzi e degli scarti, sulla stagionalità della frutta e della verdura, su come fare la lista della spesa e altro ancora. C’è anche la sezione “Memo Scadenze”, un valido aiuto a ricordare quale sia il cibo da consumare prima.
Bring the food
L’app, e il sito, sono stati sviluppati in Veneto e Trentino nel 2011 e hanno lo scopo di donare il cibo che non viene consumato agli enti caritativi. Promossa dalle Acli in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare, questa app consente a organizzazioni di produttori e mense di distribuire e donare le eccedenze direttamente ai più bisognosi. Negli ultimi tre anni, Bring the food ha portato al recupero di 1.160 tonnellate di eccedenze da mense e attività ristorative, distribuite a circa 20mila persone.
Come funziona
Gli utenti postano sulla app gli alimenti che vogliono dare in beneficenza; se nelle vicinanze c’è qualche associazione o gruppo interessato a riceverli viene contattato per effettuare la consegna.
My Foody
Questa app serve a raccogliere le segnalazioni dei supermercati che propongono, a prezzi scontati, prodotti ormai vicini alla data di scadenza o con difetti nella confezione. Anche in questo caso si tratta di generi alimentari ancora perfettamente commestibili, che rischierebbero di finire tra i rifiuti a fine giornata e che, invece, grazie all’app, possono essere recuperati al consumo.
A chi si serve dell’app, i creatori assicurano, seguendone i suggerimenti, un risparmio fino al 50% sulla spesa media mensile per il cibo.
Recup
Nata sull’esperienza francese, l’associazione Recup opera con oltre 230 volontari e ha già aiutato circa 5mila famiglie nell’ambito del programma del Comune “Milano aiuta”. Il modello di base viene ripetuto con la app: recuperare direttamente dai venditori dei mercati il prodotto che andrebbe altrimenti perduto, selezionare quello ancora commestibile e consegnarlo a chi lo richiede. In questo caso la tecnologia, ossia l’app, rende più agevole mappare i mercati cittadini e gestire in maniera più efficace le attività dei volontari sul campo.