SCENARI

4 tendenze del retail 2021: virtual interaction, gemelli digitali, new convenience, click & collect

Nel retail 2021 l’interazione tra azienda e cliente si fa più virtuale, le imprese fanno ricorso ai gemelli digitali per pianificare e prevedere comportamenti, i clienti cercano una nuova comodità e ricorrono al click & collect. Ecco i trend analizzati nel corso di un webinar guidato da Alberto Mattiello di RetaiHub

Pubblicato il 16 Feb 2021

Analisi dati retail

Interazione virtuale, gemelli digitali, new convenience, click & collect: sono le principali tendenze che stanno emergendo nel retail 2021, anche (e non solo) a causa della spinta alla digitalizzazione causata dalla pandemia. I retailer dovranno sempre più abituarsi all’idea che i loro clienti possano interagire virtualmente con i prodotti, magari attraverso manichini digitali per provarsi gli abiti. Si delinea quindi all’orizzonte l’affermazione dei gemelli digitali nel retail: una sorta di copia virtuale di un prodotto o un negozio dove confluiscono un’enorme mole di dati, che consente di fare proiezioni, pianificare, prevedere comportamenti  e molto altro.

L’emergenza sanitaria è alla base della ricerca di un’esperienza d’acquisto più conveniente, sia in termini di sicurezza sia di costi: ed ecco il nuovo trend della new convenience. Infine nel retail 2021 si rafforza il click & collect: ordinare online e ritirare sul posto è una tendenza da cui potrebbe derivare la piena affermazione, in futuro, dei locker condominiali. Sono tutti spunti che arrivano dal webinar “The Innovation Club: edizione speciale CES + NRF”,  in cui Alberto Mattiello, Head of Innovation di Retail Hub, dopo aver proposto le novità emerse dalle ultime edizioni dei due eventi clou per la tecnonologia e il retail, il CES di Las Vegas e l’NRF di New York, ne ha dibattuto con gli esponenti delle più importanti aziende del settore retail.

1. Retail 2021, la virtual interaction

L’esperienza in store probabilmente non morirà mai, perché poter toccare un tessuto o interagire con un commesso manterrà un suo valore per l’utente finale, ma è innegabile che nel retail le soluzioni di realtà aumentata si stanno sempre più affiancando all’esperienza reale. Miroglio, per esempio, come spiega il suo Innovation Manager Leonardo Raineri, sta sviluppando avatar con misure parametriche per consentire al cliente di immaginare come gli starà indosso un capo: si chiama manichino parametrico.

Anche Benetton sta lavorando a questo tipo di manichini: “Le nostre soluzioni virtuali si affiancheranno all’esperienza reale. Siamo arrivati molto vicini all’esperienza fisica” afferma Giuseppe Pontin, CIO del Gruppo. Alcune aziende sono arrivate a ideare soltanto il “capo digitale” e, se verificano che c’è richiesta per quel tipo di modello, passano alla fase di produzione.  “Il concetto di retail digitale è qualcosa con cui dobbiamo fare i conti, non si torna indietro. Guardiamo agli Usa, dove è già ampiamente affermato” dice Paolo Pennisi, Senior Vice President Information Technology di Ferrero Nord America. In questo contesto, in cui i retailer si affidano sempre più spesso alla augmented reality, occupano un posto di rilievo le aziende di videogiochi, che hanno un vantaggio competitivo nel proporre tecnologie e soluzioni alle aziende del retail.

2. Retail 2021, i gemelli digitali

I gemelli digitali, concetto nato nel mondo ingegneristico che sta trovando applicazione in un numero crescente di campi, sono quei modelli dettagliatissimi  costruiti a partire da una mole smisurata di informazioni aggiornate in tempo reale. Possono quindi essere considerati repliche informatiche di oggetti, luoghi, processi e perfino di intere città o persone in carne e ossa. L’impiego dei digital twins sarà una delle tendenze emergenti nel retail 2021.

Per esempio Dessault Systèmes, che fa modeling 3D, ha realizzato modelli digitali di negozi real con Store Electronic Systems, specialista in soluzioni digitali per il punto di vendita. Si tratta, in pratica, di una sorta di copia in 3D del negozio dove convergono i dati provenienti da una serie di sensori quali le etichette digitali sui prodotti a scaffale, quindi prezzi, referenze e promozioni, a immagine dell’offerta del negozio. Gli aggiornamenti arrivano in tempo reale dal magazzino e dalle casse, offrendo ai retailer la possibilità, per esempio, di aiutare i clienti a navigare in store seguendo una propria lista della spesa ma anche di gestire meglio il magazzino. Oppure si può creare il gemello digitale di un prodotto e costruirci intorno tutta la parte di stile e branding, per poi proporlo in tempo reale ai media.

Nell’eCommerce la sfida è creare gemelli digitali degli stessi consumatori, nei quali confluiscano tutti i dati riguardanti gli acquisti precedenti, il comportamento d’acquisto, l’attività sui social media. In questo modo è possibile prevedere i comportamenti e anche influenzarli in modo proattivo.

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3. New convenience

Dalle ultime rilevazioni sullo shopping online emerge che il 97% di coloro che hanno abbandonato il carrello lo hanno fatto per un problema di comodità. Per varie ragioni la pandemia ha fatto esplodere un nuovo desiderio di rendere l’esperienza di acquisto più facilmente adattabile ai propri scopi, desideri e situazioni: è il concetto di nuova convenienza o new convenience nel retail 2021.

Sono attive in questo ambito alcune startup come l’australiana Afterpay o l’italiana Scalapay, che consentono di pagare a rate un prodotto, o di testarlo per poi decidere quando pagare.

New convenience significa anche poter ricevere a casa il cibo o farsi consegnare a domicilio qualsiasi altro prodotto, specialmente in un periodo di emergenza sanitaria in cui è vietato o sconsigliato l’accesso a ristoranti e negozi. La logistica, così, finisce per tramutarsi in commodity. “Le persone ormai si aspettano che tutte le consegne a domicilio siano gratis come quelle di Amazon. In questo caso – sottolinea Stefano Azzalin, CEO di dPixel – la convenienza dell’utente rischia di diventare ‘sconvenienza’ dell’azienda, che si deve adattare ai tempi completamente mutati”.

4.Click & collect

Con la pandemia si è registrato un significativo aumento del click & collect, ovvero della possibilità di ordinare online uno o più prodotti per poi ritirarli in negozio.

“È accaduto – spiega Alessandro Barchetti, Digital & Innovation Director di Unes Supermercati – perché, con il primo lockdown, si è visto che la disponibilità dell’home delivery da parte della GDO era limitata. Inoltre il cliente vive il click & collect come una situazione di maggiore sicurezza: quando si reca a ritirare la merce può decidere di controllare se è tutto a posto ed eventualmente contestare la consegna, anche se nella stragrande maggioranza dei casi non lo fa. Del resto chi si affida all’home delivery rimane affezionato perché è la modalità che causa meno frizioni. Tuttavia, in quest’ottica, il futuro potrebbe essere nei locker delocalizzati. Per esempio nel locker condominiale”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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