IL PROGETTO

Prospera, come sarà la smart city governata dagli imprenditori in Honduras

Curioso ma controverso progetto di smart city che dovrebbe sorgere su delle isole più belle dell’Honduras, Prospera si candida a diventare la “Hong Kong dei Caraibi”. Scommette sul governo dei privati, ma anche su smart home e su un portale online ispirato a e-Estonia per servizi governativi centralizzati e automatizzati

Pubblicato il 15 Ott 2021

Prospera

Una città futuristica, iperconnessa, creata da un’azienda e governata dagli imprenditori: è Prospera,  curioso ma controverso progetto di smart city che dovrebbe sorgere su delle isole più belle dell’Honduras. Gestita da una società privata, dovrebbe essere governata con proprie leggi, giudici e polizia privata. Un luogo che aspira ad essere avveniristico e che si è già guadagnato il soprannome di “Hong Kong dei Caraibi”, ma che sta suscitando dubbi relativi al modello di governo e all’inclusività degli abitanti locali. Non a caso Prospera è voluta da due che si definiscono “libertari tecnologici”: il venezuelano Erick Brimen e il guatemalteco Gabriel Delgado.

È solo l’ultima di una serie di smart city “sognate”, ma non ancora realizzate, nel mondo: da Telosa, città altamente tecnologica nel deserto americano immaginata dal’ex presidente e CEO di Walmart, a Neom, centro urbano solo e completamente smart e all’insegna della smart mobility in Arabia Saudita.

Ma vediamo come nasce il progetto di Prospera e quali sono i suoi obiettivi.

Come è nata l’idea di Prospera

Entrambi discendenti di famiglie benestanti, Delgado e Brimen, dopo aver terminato gli studi negli Stati Uniti e aver acquisito esperienza lavorando in startup, hanno acquistato terreni sull’isola di Roatán, di fronte alla costa dell’Honduras.

Con lasocietà statunitense Honduras Prosperous Inc., stanno costruendo in una delle quattro zone di occupazione e disimpegno economico dell’Honduras (ZEDE), voluta dal governo conservatore del presidente Juan Orlando Hernández per attirare investimenti privati, soprattutto dall’estero, in uno dei Paesi più poveri del continente americano.

Tra i finanziatori di Prospera ci sono diversi fondi di investimento quali Pronomos Capital, amministrato da Patri Friedman, nipote del Premio Nobel Milton Friedman, e finanziato, tra gli altri, da Peter Thiel, cofondatore di PayPal.

Prospera smart city degli imprenditori?

La società che sta dietro al progetto Prospera collabora con il governo dell’Honduras per lanciare il primo hub per lo sviluppo economico sostenibile sull’isola di Roatán, inaugurato nel 2020. Questa zona semi-autonoma resta comunque ancorata alla Costituzione honduregna, pur avendo avere una governance e una regolamentazione semi-autonome.

Grazie a un quadro giuridico che prevede regolamenti flessibili, una carta dei diritti, una bassa tassazione e misure di tutela per l’ambiente, Prospera punta a consentire alle imprese honduregne e globali di “creare e far crescere iniziative nell’istruzione, nella sanità, nel turismo, nell’acquacoltura e in altri settori, diversificando l’economia di Roatán, sviluppando competenze lavorative, aumentando gli investimenti esteri e creando opportunità di crescita personale e professionale”.

Le smart home di Prospera

Prospera ambisce a diventare un centro urbano con milioni di abitanti, superconnesso e ultramoderno a partire dalle abitazioni innovative. Lo studio di architettura Zaha Hadid sta progettando le prime unità residenziali a Roatán Próspera. Abitazioni innovative non solo nel design, ma anche nell’intera metodologia di costruzione, dalla supply chain all’integrazione con le comunità locali.

La città-Stato che si ispira a e-Estonia

Per ottenere la residenza, è necessario pagare. Agli abitanti dell’Honduras viene richiesta una quota annuale di 260 dollari all’anno (un esborso non indifferente per i locali), agli stranieri 1.300 dollari. È poi necessario firmare un “patto di convivenza” per acconsentire a essere governati, in pratica, da privati. I servizi governativi saranno centralizzati e automatizzati attraverso eProspera, un portale online modellato sul sistema e-Estonia sviluppato dalla nazione baltica. I cittadini potranno pagare le tasse, costituire società, concludere affari e acquistare immobili, tutto da remoto. Anche il voto sarà espresso per via digitale. I residenti, però, potranno eleggere solo cinque dei nove membri del consiglio, di cui due eletti soltanto dai proprietari terrieri, con un potere di voto proporzionale alla superficie posseduta. Quindi “chi compra più terra, compra più voti”. Tutti i servizi pubblici saranno forniti da un appaltatore privato.

Le proteste

Il progetto sta suscitando dubbi e proteste tra gli abitanti locali. Si sono già tenute diverse manifestazioni anti-Prospera in varie città del Paese, al grido di “l’Honduras non si vende, si difende”. I manifestanti chiedevano la cancellazione della ZEDE e l’interruzione della costruzione di presunte “città modello”. Ma per il momento non sono stati ascoltati.

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