"Imbecilli" social
Caso Eco, parla l’allievo: «Una provocazione»
Umberto Eco accusa: «Sui social network una legione di imbecilli». Ma Giulio Blasi, suo ex studente e Ad di una società di servizi digitali, dice: «Voleva solo scatenare il dibattito. È lui che mi ha iniziato all’uso delle nuove tecnologie»
di Luciana Maci
11 Giu 2015

Laureato in filosofia, Blasi ha conseguito il dottorato in Semiotica sotto la direzione di Umberto Eco all’Università di Bologna. Si occupava di storia della scienza del 1600, ma Eco pensò bene di procurare a lui e altri tre suoi allievi una borsa di studio all’Olivetti. Da lì nacque l’interesse per la tecnologia, così nel 1993 i quattro ex studenti fondarono a Bologna Horizons Unlimited, che ha avuto varie vite. Inizialmente si è occupata di siti multimediali, poi di comunicazione web, ora è concentrata su biblioteche digitali, contenuti digitali ed e-book.
Qui un approfondimento sulla società bolognese Horizons Unlimited
“Umberto Eco nemico di Internet? Non direi proprio” ribadisce Blasi. “Ha portato i computer nella facoltà umanistiche quando ancora si trovavano solo in qualche facoltà di ingegneria, ha obbligato professori e studenti a studiare programmazione. Ricordo che, nell’ambito del corso di studi in Filosofia, era previsto un corso di Pascal, linguaggio di programmazione in voga all’epoca”. Allora perché il docente parla dell’“invasione degli imbecilli” sui social network? “Per sollevare un dibattito. Ovviamente non voleva dire che i social vanno aboliti, ma che creano un nuovo modo di essere dell’opinione pubblica, un nuovo modo di gestire e validare le informazioni. Si sa, su Internet ci sono cose buone e cose meno buone, proprio come in una città dove ci sono i quartieri alti e quelli malfamati. La provocazione sta nel fatto di aver parlato dei social network come se se ne potesse fare a meno, ma Eco per primo sa benissimo che non è così”.