Biotech
BioUpper, ecco i 3 vincitori: lo spray nasale smart, il 3D cura-ferite e l’app per chirurghi
Il concorso a sostegno di nuove idee nel settore delle biotecnologie lanciato da Novartis e Fondazione Cariplo, con il sostegno di PoliHub, Fondazione Humanitas e Ministero della Salute, ha premiato i migliori progetti (EVARplanning, Panoxyvir e Wrap) con un voucher da 50mila euro
di Alexis Paparo
Pubblicato il 04 Apr 2016
Sono i tre progetti vincitori della finale di BioUpper, percorso lanciato a sostegno di nuove idee nel settore delle biotecnologie da Novartis e Fondazione Cariplo, con il sostegno di PoliHub – l’incubatore di startup del Politecnico di Milano gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano – Fondazione Humanitas e il Ministero della Salute.
Ma dalla finale del 1 aprile, che ha visto i 10 finalisti confrontarsi a colpi di pitch di fronte a una giuria composta da membri provenienti dal mondo delle imprese, della ricerca, della finanza e delle istituzioni, è uscito un quarto, simbolico vincitore: il “modello BioUpper” e, più in generale, il modello di un’Italia capace di fare ricerca applicata e arrivare sul mercato con idee rivoluzionarie e scalabili.
BioUpper ha saputo unire fattivamente pubblico e privato, centri di ricerca e fondazioni, e consolidare un know how operativo che è stato in grado di

“Sono state gettate le basi per costruire valore che risultasse poi di interesse per gli investitori”, ha continuato Carlo Mango, direttore area scientifica Fondazione Cariplo. “Invece dell’ennesimo convegno abbiamo voluto fare di più, agire concretamente e ci siamo trovati davanti l’entusiasmo dei ricercatori”, ha spiegato Guido Guidi, Head of Region Europe di Novartis Pharma. Ecco perché il nostro il nostro impegno non si ferma qui, ma proseguirà nei prossimi mesi accompagnando i vincitori nelle fasi che precedono il go-to-market”.

“Siate meno timidi, sia nelle richieste di finanziamento che nell’atto di comunicare l’entusiasmo per la vostra idea – ha consigliato a tutti i partecipanti Stefano Mainetti, CEO PoliHub e membro della giuria – Se chi vive davvero il progetto nella pancia, come avete fatto voi, è capace di comunicare e trasferire l’entusiasmo ha una marcia in più davanti agli investitori”.